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Questa volta e' diverso
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Articolo di Alessandro Pedone
21 gennaio 2009 0:00
 
The four most dangerous words in 
investing are ‘This time it’s different’
Sir John Templeton
 

Recentemente ho avuto un breve scambio di email con un analista tecnico che lavora presso un ufficio studi a capo del quale c'e' un collega che stimo. Questo analista ha prodotto un'analisi tecnica (o per meglio dire: "grafica", come ha sottolineato lui) sull'indice Dow Jones dal 1900 ad oggi. Mi sono chiesto (e gli ho chiesto) che senso possa mai avere analizzare, dal punto di vista meramente grafico, una serie di prezzi cosi' "antica" e quali possano mai essere le basi teoriche che giustificano uno "studio" di quel tipo. 
La risposta dell'analista tecnico e' stata che non ha fondato lo studio su alcuna base teorica ma solo empirica, derivante da 10 anni di lavoro come "graficista". "Quanto alla lunghezza delle serie storiche" – ha aggiunto -  "mi immagino l’analista tecnico come un medico che adopera gli stessi strumenti, sia che debba operare un paziente europeo, asiatico o americano. L’input che da' origine ai movimenti dei prezzi e' sempre lo stesso, ossia le aspettative degli operatori finanziari."
Approccio empirico per approccio empirico, 10 anni di lavoro nel mondo della finanza mi hanno portato alla convinzione che la maggioranza dell'analisi tecnica si possa definire "pornografia finanziaria" e da questo sito non ho mai smesso di mettere in guardia i risparmiatori dal fare scelte finanziaria sulla base di queste indicazioni. 
Cio' non significa che dallo studio del comportamento passato dei mercati finanziari non si possano trarre spunti di riflessione che aiutino a fare scelte d'investimento piu' ragionate. 
I mercati finanziari sono prima di tutto un fenomeno sociale. I prezzi sono il frutto dell'interazione di una pluralita' di soggetti, ciascuno con i propri obiettivi, le proprie aspettative, i propri stati d'animo, le proprie paure, ecc. Tutte queste caratteristiche sono in parte individuali ma possono essere influenzate (talvolta: determinate) dalla fase storica.
Per questa ragione, spesso, l'approccio storico (non certo attraverso l'analisi tecnica dei grafici.) e' quello che fornisce chiavi di interpretazione dell'attuale fase dei mercati finanziari piu' interessanti. 
Ovviamente non possiamo aspettarci che le fasi dei mercati si ripetano pedissequamente, ma e' ragionevole  attenderci che alcuni schemi, quelli dettati dalle caratteristiche intrinseche degli esseri umani (che sono quelli che muovo i mercati finanziari) possano ripetersi, a meno che non vi siano variabili completamente diverse che inducano a comportamenti differenti. 
Le grandi crisi dei mercati finanziari, come quella che stiamo vivendo, sono state studiate molto approfonditamente anche attraverso questa chiave di lettura che amo definire "storica". 
Naturalmente questo approccio non ha alcuna pretesa di fornire previsioni attendibili, suggerisce solo alcuni ragionamenti che devono essere integrati con la propria filosofia d'investimento. 
Spesso delle grandi crisi finanziarie sono state innescate da "bolle" collegate a qualche forma di innovazione oppure al mercato immobiliare (o da una perversa combinazione, come nel caso attuale, delle due cose). I mercati finanziari attraversano sempre una fase nella quale vi e' la comune credenza che "questa volta e' diverso" e' che l'attivita' finanziaria oggetto della bolla (ma lo si capisce solo dopo che si tratta di una fase di bolla) continuera' a salire all'infinito.
Dopo un po' di tempo (ovviamente non si puo' determinare quanto tempo, si possono solo fare statistiche... che valgono quello che valgono, cioe' molto poco) la bolla si sgonfia ed i mercati finanziari iniziano a scendere drammaticamente impattando anche sull'economia reale. 
C'e'  sempre una recessione concomitante ai grandi crolli dei mercati finanziari. 
Particolarmente interessante, a mio avviso, e' lo studio dell'ultima fase dei mercati finanziari discendenti (in gergo, "Orso"). Sono stati condotti studi anche molto approfonditi di questa fase e sono stati riscontrati interessanti schemi che si ripetono, a prescindere dalla cause che hanno scatenato la crisi ed – in parte – anche dall'approccio alla risoluzione della stessa presi dalle autorita'. 
L'ultima fase dei mercati Orso e' caratterizzata da tre sotto-fasi dette: 1) del riconoscimento, 2) della paura e 3) della repulsione. Nella fase del riconoscimento si assiste ad una presa d'atto generale che le cose vanno molto peggio di quello che ci si aspettava. La crisi (finanziaria prima, ma poi anche economica) e' ormai una constatazione generale e si dibatte sulla durata e la profondita', ma non piu' sulla sua esistenza. I mercati scendono pesantemente, ma la situazione appare sempre gestibile. 
Poco dopo si assiste alla fase della paura, caratterizzata da vendite dettate dal panico. Il mercato e' invaso da ondate di vendite "a qualsiasi prezzo" e la sensazione che pervade il mercato e' che le cose andranno sempre peggio. Si potrebbe pensare che questa sia l'ultima fase, ma non lo e'. 
Solitamente i grandi mercati Orso terminano con alcuni tentativi di ripresa frustrati. 
Dopo la fase della paura, ci sono sempre dei recuperi. La sensazione generale e' sempre molto negativa, ma alcuni investitori iniziano a pensare che i livelli dei prezzi scontino ipotesi eccessivamente disastrose e quindi acquistano.  Questi tentativi di recupero, pero', vengono solitamente frustati piu' di una volta sebbene i minimi che si registrano in questa fase difficilmente oltrepassano quelli registrati nella fase della paura. Il sentimento che si impadronisce del mercato e' quello di repulsione nei confronti dell'investimento azionario. Ancora una volta il pensiero generale, in questa fase, e' che "questa volta e' diverso" da tutte le altre crisi. 
Quando questo sentimento di repulsione attanaglia la maggioranza degli investitori inizia il recupero del mercato azionario. La crisi economica, in questa fase, e' sempre presente. Gli utili delle societa' sono in forte diminuzione. Uno dei segnali che il vento e' girato riguarda la reazione alle cattive notizie. Nella fase di "paura" ogni cattiva notizia provocava discese spaventose. Nella fase post-repulsione, sembra che il mercato ignori le cattive notizie. 
Questo schema, che ho grossolanamente sintetizzato, sembra ripetersi con una costanza  impressionante. Cio' non garantisce, ovviamente, che si ripetera' anche questa volta, ma personalmente sono portato a credere che cio' avvera'. 
Nessuno puo' dire ovviamente, se ci troviamo ancora nella fase della "paura" o all'inizio della fase della "repulsione". Certamente possiamo dire che la fase del riconoscimento e' ampiamente passata. 
La mia impressione (che vale meno delle statistiche di cui sopra) e' che la fase delle repulsione sia iniziata, ma non sia ancora matura. 
Dai minimi di Novembre c'e' stato un solo recupero di una certa consistenza che dalla seconda settimana di gennaio e' stato vanificato. Avverto ancora poche voci che ripetono il solito "mantra": "questa crisi e' diversa da tutte le altre".  Il sentimento prevalente che avverto negli investitori e' ancora di shock, non di vera repulsione. Quando il sentimento di repulsione e la convinzione che "questa volta e' diverso" saranno comuni, allora potremmo dire che la fase della repulsione sara' matura ed i mercati azionari torneranno a salire.
Morale della favola? Quando sentite dire "questa volta e' diverso" da tutte le altre volte, drizzate le orecchie, probabilmente è il momento di fare l'inverso di quello che suggeriscono un po' tutti...
 
 
 
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