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Ancora sul mancato salvataggio di Tecnodiffusione
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Lettera 
11 luglio 2004 0:00
 
Dalle mie parti, in casi del genere si dice che uno chiama a coppe e l'altro risponde a bastoni. Io dico che le banche creditrici avevano la possibilita' di recuperare parte del credito, salvando la societa' e con la prospettiva di recuperare anche il resto del credito. Voi mi rispondete che le banche avevano gia' svalutato i crediti nei loro bilanci. Ma cosa c'entra? Ma che razza di ragionamento e'? Se io ho un credito che considero perso e si presenta uno che vuole comprare il credito a 1/4 del suo valore io mi ci butto a tuffo, proprio perche' consideravo il credito inesigibile. Qui invece le banche, di fronte alla prospettiva di recuperare una parte, neppure troppo piccola, dei crediti hanno preferito ficcare la testa sotto la sabbia, spinte da chissa' chi o cosa, danneggiando in primo luogo il PROPRIO conto economico. E' qui l'assurdo. Non gli si chiedeva comprensione, gli si chiedeva di fare il proprio interesse. Ora voi siete liberi di occuparvi o meno della vicenda e di rispondere o meno agli scocciatori come me. Ma non potete venire a raccontare che questo modo di gestire i crediti, oltretutto da parte di operatori professionali, sia normale amministrazione.
Forse lo e' su Marte, sulla Terra non ancora.
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Consiglio Aduc - Gentile Signor xxx, A mio modo di vedere, la situazione e' molto piu' semplice: le banche si sono stancate di aspettare ed hanno deciso di considerare del tutto perduti i crediti elargiti, ed e' anche molto probabile, come detto nella precedente risposta (http: //investire. aduc. it/php/mostra. php? id=85881), che in bilancio li avessero gia' abbondantemente svalutati. Un proverbio statunitense recita: "se devi dare mille dollari ad una banca e non li hai vuol dire che sei nei guai, se devi dare un milione di dollari alla banca e non li hai... vuol dire che e' la banca ad essere nei guai": Tecnodiffusione rientrava tra i debitori della prima categoria, insomma.
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Ha risposto Giuseppe D'Orta http: //investire. aduc. it/templates/curriculum. html? n=2
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Consiglio Aduc
Certo, l'azienda non deve essere gestita dai creditori a colpi di ristrutturazione del debito e alle banche si era gia' chiesto molto (ma non noi tantissimo, una posticipazione e una rinuncia agli interessi per un anno).
Ma qui l'alternativa davanti a cui le banche sono state poste era: 1. accettare un pagamento parziale e convertire il resto in azioni con possibilita' quindi di controllo diretto sulla societa' rimessa a nuovo, quotata nuovamente in borsa, oppure di disfarsi dell'investimento ricavando qualcos'altro. Diciamo, tra un'operazione e l'altra ricavare il 30% del credito.
2. far fallire il debitore, buttando all'aria i propri crediti, quegli degli obbligazionisti, lavoratori e piccoli azionisti. Quale creditore del mondo tra il 30% e 0 sceglie 0? Avrei capito un rifiuto se gli fossero stati chiesti nuovi esborsi ma qui gli veniva OFFERTO un pagamento parziale e una partecipazione azionaria. Dire che "avevano perso la pazienza" mi sembra un po' pochino per giustificare una scelta demenziale e suicida. C'era sicuramente sotto qualcos'altro (e sicuramente anche una totale indifferenza per gli stessi azionisti delle banche creditrici che si sono visti sfumare un credito parzialmente recuperabile) che a noi non e' dato sapere.
Luigi
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Gentile Signor xxx, Non riusciamo a vedere particolari responsabilita' nel comportamento delle banche creditrici. Non era la prima volta, infatti, che Tecnodiffusione proponeva una rinegoziazione del debito e, dopo averlo piu' volte concesso, i banchieri hanno deciso che era meglio smettere di perdere altro tempo e danaro. Nell'aprile del 2003, ad esempio, circa 70 milioni di euro in scadenza erano stati posticipati a cinque anni e altri 10 milioni a due anni. A distanza di nemmeno un anno, ecco una nuova richiesta di rinegoziazione, molto pesante: 25% in contanti e 75% convertito in azioni. In particolare, e' stato questo secondo aspetto a non andare giu'. Non si puo' pretendere che siano i creditori, banche o altri, a portare avanti un'azienda a colpi di ristrutturazioni del debito. E' probabile, come scrive, che si siano incrinati i rapporti tra banche ed amministratori, ma e' anche naturale che cio' sia accaduto. Quanto alle somme perse, e' molto probabile che le banche avessero gia' provveduto a svalutare in bilancio i crediti vantati, magari anche integralmente. Un debitore insolvente, specie molto indebitato come Tecnodiffusione, e' ordinaria amministrazione, insomma.
Ha risposto Giuseppe D'Orta http://investire.aduc.it/templates/curriculum.html?n=2 Cordiali saluti.

Risposta:
Potrebbe anche darsi che le banche abbiano considerato zero il valore delle azioni offerte in cambio del 75% dei crediti e che contino di ottenere dalla liquidazione del gruppo (che, ricordiamo, e' ora in amministrazione straordinaria e non piu' in liquidazione) un rimborso superiore al 25%.
Potrebbero anche essere intervenute anche motivazioni legate al trattamento fiscale delle possibili scelte.
Resta il fatto che, dopo piu' di una proposta di conversione di crediti in capitale (clicca qui), non appare strano che le banche abbiano deciso di non concederne ancora.
Comunque sia, non vedo come una simile decisione possa essere considerata illecita: un creditore ha come obiettivo il recupero del proprio credito, e non lo si puo' biasimare. L'amministrazione straordinaria, comunque, pone il gruppo in una posizione migliore nei confronti dei creditori rispetto alla liquidazione.
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Ha risposto Giuseppe D'Orta
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