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Balzelli delle banche...
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Lettera 
11 luglio 2004 0:00
 
In merito ai nuovi balzelli introdotti dalle banche. Gentili amici dell'ADUC, da qualche parte (forse sul vostro sito) ho letto dei vari trucchetti che le banche stanno usando per far quadrare i conti in questo periodo di grande (e giustificatissima) sfiducia dei clienti. Molti istituti hanno introdotto nuove commissioni e spese dall'oggi al domani, alcune anche illegittime (es. su incasso di ced. o divid. o sulle operazioni sul capitale societario: si sa che, se non specificato espressamente, sono a carico della societa' stessa e non dell'azionista!). Le mie esperienze purtroppo confermano questo andazzo. Per esempio, mia sorella, che da neanche due mesi ha aperto un conto online Webank, gia' si e' vista ridurre il tasso creditore di 0.50%. Per fortuna il 2.40% e' ancora abbastanza alto, ma temo che la BPM non si fermera' a questo. Pero' almeno li' c'e' la trasparenza! Quando si va allo sportello si salvi chi puo'! Un caso esemplare penso sia il conto dei miei genitori: il buon vecchio conto "multibenefit" del S. Paolo Imi per i pensionati che per un forfait di 100 operazioni nel 98-99 costava £20.000 per il c/c e euro 20.000 per il dossier titoli, piu' le spese di invio E. C. e bolli. Nel 2001 per questo stesso profilo le commissioni c/c sono salite a euro 30, 99 (le vecchie 60.000£). Le cose hanno preso una brutta piega quando le filiali SANPAOLOIMI del sud sono confluite a Ott-2003 nel disastrato Banco di Napoli(attuale SanPaolo Banco di Napoli): subito il costo del c/c e' salito a 48, 99¤ e quello del D. A. a 30, 99 euro e nel corso del 2004 quest'ultimo e' stato ritoccato a 36, 36 euro. Vista l'entita' degli aumenti, non penso si possa sostenere che sono dovuti all'inflazione o per il miglioramento dei servizi bancari!? E' chiaro che a Torino vogliono risanare il Banco a spese dei clienti! Inutile che dica che il tasso creditore e' praticamente inesistente: dallo 0, 75% del 2001 ormai stiamo alle briciole(0.10% o 0.05% non ricordo!).
Ultimamente, a sue spese, mio padre ha scoperto un nuovo balzello. Egli e' solito ogni volta che si reca in banca per qualche pagamento e/o versamento chiedere alla cassa una stampa degli ultimi movimenti (non per necessita' -col servizio phone e internet i movimenti li conosce quando vuole- ma direi quasi per "sfizio"): ebbene questo foglietto, che fino alla volta scorsa era gratis, adesso costa 0, 52 euro. Ormai non solo paghiamo profumatamente le banche per prestargli i NOSTRI soldi, ma addirittura ci tocca pagarle per sapere quanto denaro gli abbiamo affidato. Uno ci rimane male non tanto per le 1.000£, ma per il fatto che il bancario di turno (per pressioni e/o premi che riceve) si e' ben guardato dall'informare sul nuovo costo, mettendo il cliente di fronte al fatto compiuto. So bene che non possiamo farci niente poiche' le banche italiane (come lo Stato, si pensi alla vicenda dei Buoni postali emessi nei primi anni '80) godono di una specie di immunita/impunita' grazie alla quale possono cambiare unilateralmente le condizioni dei contratti (previo pubblicazione sulla G. U.). Non penso serva cambiare banca, come spesso suggerite in questi casi: solo con i soggetti facoltosi le banche, se messe alle strette, contrattano le condizioni economiche, per i comuni mortali questa e' la minestra che offre il mercato! Comunque stigmatizzare questi comportamenti e rendere piu' consapevoli i cittadini non puo' che essere utile, nella speranza che l'oligopolio bancario italiano finisca presto e sia possibile alle banche estere operare in Italia: le varie ABN, SOCGEN, BNP, ING etc. non saranno degli stinchi di santo, ma almeno porterebbero quella vera concorrenza che adesso non c'e'!
Vincenzo, da Napoli

Risposta:
non siamo d'accordo che cambiare banca non serva. E' difficile cambiare banca, ma e' l'unica cosa che si puo' fare. Le banche confidano molto sul fatto che i clienti non vogliono cambiare.
 
 
 
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