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Che fine fa il TFR
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Lettera 
13 ottobre 2004 0:00
 
Spett. le Aduc, sono a chiedervi "lumi" in merito al trattamento del tfr alla luce delle nuove iniziative promosse dal Governo. In buona sostanza ci viene chiesto a noi cittadini e dipendenti privati, di decidere se continuare a lasciare l'accumulo del nostro tfr al datore di lavoro ed a rivederlo a fine rapporto, oppure a fare in modo che quanto di nostra pertinenza entri a far parte di un fondo comune. Coloro i quali non comunicheranno entro 6 mesi dall'entrata in vigore del decreto la propria volonta' vedranno trasferito il proprio tfr nel fondo pensione. Ora, oltre a segnalare la totale mancanza di informazione da parte degli organi preposti ho ulteriori dubbi che credo mi potrete risolvere al fine di darmi una immagine piu' nitida della questione: 1) ma se oggi decido di entrare nel fondo pensioni posso cambiare successivamente idea?
2) Se non aderisco oggi al fondo pensioni, posso farlo in qualunque altro momento?
3) Se entro a far parte del fondo, al termine della mia attivita' lavorativa, ovvero alla pensione, posso avere integralmente quanto maturato oppure mi dovro' accontentare di una rendita vitalizia che integri quanto mi dara' mensilmente l'INPS?
4) Se il fondo e' in perdita, che fine fa la nostra liquidazione?
5) Se nell'arco della mia vita lavorativa cambio attivita' lavorativa, mi vedro' riconoscere il tfr solo al momento della pensione?
6) Ma poi qual'e' questo termine di mesi? C'e' chi dice febbraio 2005, chi aprile 2005, chi addirittura il 1 gennaio 2008 insomma una confusione totale!!!!! Insomma e torno a ripetermi, c'e' totale assenza di informazione in merito e in un caso come il mio, ovvero la non appartenenza ad un sindacato, devo districarmi da solo. Ed il tempo stringe!!! Ringraziandovi anticipatamente di quanto potrete dirmi al fine di capirne di piu' sono a salutarvi cordialmente.
Luigi, da Capurso

Risposta:
La sostanza e' quella di cui lei parla. Sono pienamente d'accordo sulla problematica della scarsa informazione fornita dagli organi preposti sino ad oggi. E tale aspetto avra' sicuramente contribuito a generare i numerosi dubbi che lei ci propone, e che spero di chiarire andando a risponderle per ordine ad ogni sua singola richiesta (anche se sarebbe stato meglio conoscere l'esatto fondo di categoria di riferimento):
1) Potra' cambiare idea e trasferire la posizione su altro prodotto di previdenza integrativa, ma non immediatamente. Se trattasi di un fondo chiuso di nuova costituzione dovra' aspettare che siano trascorsi i primi 5 anni di vita dello stesso, altrimenti ne basteranno 3.
2) Si'
3) Quando raggiungera' il diritto alla pensione, lei avra' diritto alla prestazione secondo quanto accantonato nella posizione individuale, formatasi tramite il versamento progressivo di contributi aziendali e del lavoratore, Tfr e interessi. Potra' scegliere tra 2 forme: una rendita vitalizia per l'intera quota accantonata, oppure una parte di quest'ultima in capitale (con il limite max. del 50%).
4) I fondi pensione in generale (salvo alcuni casi dove e' prevista la garanzia del capitale) possono anche avere rendimenti negativi, almeno sino ad oggi. Credo che questo aspetto verra' corretto con l'emanazione dei decreti attuativi della recente Legge n. 243 del 23.08.2004, in cui si esplicita apertamente la "necessita' di garantire rendimenti di previdenza integrativa comparabili al tasso di rivalutazione del Tfr". Per fortuna, quindi, la materia va indirizzandosi di certo per la definizione di maggiori tutele. E' anche vero pero' che i fondi pensione chiusi di categoria offrono gia' la comune caratteristica di scelte di investimento molto prudenti.
5) Esistono differenti situazioni. In caso di licenziamento, mobilita' o di semplici dimissioni, vanno a cessare i requisiti di partecipazione al fondo di categoria, e si presentano 3 scelte:
a. ritirare per intero la propria posizione
b. trasferire la posizione in altro fondo chiuso legato alla nuova attivita'
c. trasferire la posizione su di un altro prodotto di previdenza complementare (fondo pensione aperto o FIP).
Nell'eventualita' di cambiare azienda pur rimanendo nello stesso settore puo' decidere di continuare il rapporto con il fondo di categoria in essere.
6) Il termine preciso ancora non lo possiamo sapere, in quanto potra' essere stabilito con esattezza solo quando verranno emanati i decreti di attuazione gia' sopra menzionati. Comunque il termine ultimo di legge perche' cio' avvenga e'il 05 Ottobre 2005 (12 mesi dall'entrata in vigore della L. 243 di cui sopra). Dal momento della emanazione dei decreti, scattera' il termine ultimo di 6 mesi, entro i quali il lavoratore dovra' effettuare la scelta, o non comunicando nulla accettare con la regola del silenzio/assenso il trasferimento del Tfr sui fondi chiusi di riferimento. Volendo fare un tentativo per individuare i termini della questione, dobbiamo considerare che il Governo ha parlato di "necessita' di accelerare i tempi", per cui credo che i decreti in esame verranno emanati non oltre il termine di Marzo 2005. Prevedo quindi che max.
entro Settembre del prossimo anno tutti noi dovremo effettuare la scelta sulla destinazione del Tfr. Comunque non potremo mai andare oltre il termine dell'Aprile 2006. In conclusione desidero fare una considerazione: chi, come Lei, si sta gia' interessando a capire tutti i meccanismi legati ad una questione cosi' importante e delicata, avra' sicuramente molti meno problemi di tutti coloro, e credo che siano tanti, che purtroppo non conoscono nulla al riguardo, e che, soprattutto per la mancanza di informazione di cui dicevamo, non cercano autonomamente di cercare le cognizioni necessarie.
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Ha risposto Paolo Venturini
 
 
 
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