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Class action: una mera provocazione?
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Lettera 
3 febbraio 2004 0:00
 
Sono Antonio e sono gia' iscritto alle Vs. utilissime newsletter.
Volevo sapere alcune cose circa la class action.
- Ho visto che chiedete l'invio dei moduli entro il 15 febbraio. Mi sembra comunque che ancora si e' in attesa della decisione del giudice americano per l'accettazione delle domande dall'Italia. E' cosi'? Fino a quando e' possibile in effetti iscriversi?
- La situazione e' ancora in continuo aggiornamento. Se mi iscrivo, ma nel frattempo riesco ad ottenere un rimborso (improbabile, ma...) da banche o da altri, oppure il piano Bondi di rinegoziazione dei bond (improbabile, ma...) mi pare ragionevole, e quindi mi ritengo soddisfatto, posso poi recedere dalla class action? O comunque che avviene? In pratica, aderendo che cosa mi pregiudico?
- In televisione al TG5, parlando di come si stanno attivando i comitati risparmiatori e associazioni varie hanno detto che "addirittura la Aduc sta impegnandosi in una azione provocatoria, ossia una class action in America... ". In effetti e' la prima volta che succede: voi pensate che non sia solo "provocazione" ma che abbia almeno pari possibilita' di un'azione legale in Italia?
Vi ringrazio molto.

Risposta:
Rispondiamo ai suoi tre quesiti:
1 - la decisone del Tribunale di New York sulla ammissibilita' della class action e la possibilita' per gli investitori / risparmiatori italiani di aderirvi verra' presa dopo il 05 marzo 2004, data entro la
quale ciascuno degli Studi legali che hanno proposto azioni simili dovra' presentare al Giudice i nominativi dei Clienti (o potenziali tali) che sino a tale data hanno aderito. Lo scopo dichiarato della nostra iniziativa e' (a) convincere il Tribunale che anche gli investitori e risparmiatori italiani hanno diritto di partecipare all'azione, (b) far si' che la gestione della causa sia affidata allo
Studio Milberg Weiss (gli stessi che seguono il caso Enron, tanto per capirci), e (c) far si' -infine- che almeno un italiano venga chiamato a far parte dei Lead Plaintiffs, ovvero di quei soggetti che potranno
decidere le sorti della causa stessa ed accettare o meno, a nome di tutta la "class" eventuali proposte di transazione da parte dei convenuti.
2 - scopo dell'azione e' il risarcimento di un danno; ovvio che se tale danno divenisse pari a zero, Lei non avrebbe piu' alcun titolo per restare parte della causa. In caso di riduzione del danno, invece, Lei resterebbe sempre legittimato, ma ovviamente per importi proporzionalmente ridotti.
3 - a nostro avviso non si tratta di mera provocazione. La decisione finale sull'ammissibilita' o meno delle domande "italiane" spetta pero' al Tribunale di New York, e non a noi. Certo che, se non ci si prova, la risposta negativa la diamo noi in partenza ....
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Ha risposto l'avv. Pietro Adami
 
 
 
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