L'abi si e' mossa per la insinuazione al passivo.
Che dire dell'ADUC se non che siete bravi?
Ho imparato a seguire i Vs consigli e non ho mai avuto motivo di pentirmene. Grazie.
Marcello, da Rivoli
Risposta:
Siamo molto soddisfatti non solo della decisione dell'Abi, ma anche dell'intera nostra linea sulla vicenda Parmalat. E' bastato attendere, anche se ci rendiamo conto che per chi e' incappato in un crack l'attesa
non e' semplice, per vedere confermato tutto cio' che sin dai primi giorni affermavamo.
Abbiamo evitato inutili esborsi di danaro a persone gia' colpite dal crack, a differenza di tanti "paladini dei risparmiatori" che gia' qualche giorno dopo il fallimento si mettevano in mostra ovunque e comunque per chiedere denaro nella forme piu' svariate, dalle quote associative obbligatorie alle spese legali proprio per l'insinuazione al passivo per le quali, ad esempio, qualcuno ha intascato "Un minimo di 456 euro, e vi abbiamo fatto pure lo sconto sulle tariffe ordinarie!"... chissa' come si sentono i loro clienti (perche' di cio' si tratta), ora che vedono che la procedura e' gratuita (e lo sarebbe stata comunque, poiche' noi eravamo pronti con le istruzioni per farvi presentare in proprio le domande). Un altro aspetto: gli esposti hanno superato quota 150mila. Ci sono due interi locali, alla Procura di Milano, occupati dalle carte. Come da noi detto sin dal principio, che senso aveva spedirli? Magari, in mezzo a quei 150mila esposti-fotocopia ci sono anche alcuni esposti veri e contenenti informazioni utili per le indagini, ma quando verranno fuori?
Tutto cio' perche' non pochi soggetti in cerca di facile pubblicita' hanno fatto perdere tempo e danaro a tutti tramite l'invio di inutili esposti-fotocopia contenenti solo: "Mi hanno derubato, indagate!", mentre le indagini erano gia' in corso. Tutto cio' contribuisce a dimostrare l'approccio al tema della tutela del Risparmio che contraddistingue Aduc-Investire Informati, e siamo contenti che sia sempre piu' apprezzato.
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Ha risposto Giuseppe D'Orta.
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