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Eurosviluppo: cosa e’ possibile fare per riavere i soldi?
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Lettera 
13 ottobre 2003 0:00
 
Qualche tempo fa (circa tre anni) sono stata (insieme a tantissimi altri) invogliata ad acquistare delle azioni di una societa' 'EUROSVILUPPO' che era nel Terzo Mercato, a breve, sarebbe entrata nel mercato principale triplicando il valore di ciascuna azione e quindi garantendo lauti guadagni ai possessori delle stesse. La societa' e' invece fallita pertanto tutti i poveri allocchi e allocche come me hanno perso anche il capitale investito.
Cosa e' possibile fare per riavere indietro il proprio denaro? E' credibile e realizzabile un inserimento nel fallimento di tutti i possessori di azioni?
Quali tempi richiederebbe una operazione simile? E quali ulteriori costi?
Grazie per le risposte che potrete darmi.

Risposta:
la societa' Eurosviluppo e' stata dichiarata fallita con sentenza del 21 novembre 2002, depositata il 25 novembre 2002, RG732/02. Il Giudice Delegato e' il dottor Chindemi. il Curatore Fallimentare il dottor Roberto Bottacchi di Milano.
Si tratta di uno dei casi emblematici del "terzo mercato", poi chiuso dalla Consob: una zona d'ombra tra mercato ufficiale e non quotazione dei titoli che, nel corso della sua storia, ha registrato non pochi casi oscuri. Non e' mai stato un mercato regolamentato (i titoli non erano quotati, ma semplicemente "negoziati") ma, essendo raggiungibile tramite qualunque banca, e' riuscito a darsi un tono di mercato vero e proprio e ad attirare, nel tempo, centinaia di migliaia di investitori. In passato, il terzo mercato ha assolto anche una funzione positiva, basti pensare alla possibilita' di trattare le azioni appena collocate ed in attesa di quotazione: molti anni fa, infatti, i tempi non erano rapidissimi come oggi, e trascorrevano alcuni mesi prima che un titolo fosse ammesso alla quotazione sul listino ufficiale. Assieme alle poche virtu', il terzo mercato ha da sempre presentato tanti vizi, basti pensare alla societa' Lombricus (allevamento lombrichi), scomparsa nel nulla da cui era arrivata dopo aver distribuito azioni ad incauti acquirenti. Eurosviluppo (nessuna intenzione di anticipare l'esito delle inchieste in corso, ovvio) appare uno di questi casi: trattazione dei titoli per anni al terzo mercato, continuo cambiamento del piano di business (alta tecnologia, poi cliniche mediche, poi immobiliare: mai visto nulla di concreto, pero'), promesse di quotazione sempre rinviate ed azionista di maggioranza (Luce Holding, registrata in Lussemburgo) che, nel tempo, vende sul mercato la stragrande maggioranza delle azioni in proprio possesso. Per quanto riguarda le possibilita' di risarcimento: gli azionisti non possono insinuarsi al passivo fallimentare poiche' sono debitori e non creditori. Esiste la possibilita' di insinuare il credito derivante dal dividendo dell'esercizio 2000, deliberato e mai messo in pagamento: trattandosi di una cifra esigua (appena 0,25 lire per azione) credo non valga la pena sostenere le spese legate all'insinuazione, anche perche' le speranze di recupero sono praticamente nulle. Quanto alla responsabilita' degli amministratori sono in corso indagini: anche in questo caso, in base all' esperienza di casi analoghi, non nutro molte speranze per gli azionisti. Si puo', ovviamente, seguire le indagini e decidere in base a cio' che emergera'. Ho inviato al Suo indirizzo mail la documentazione che, nel tempo, ho raccolto sulla societa': la documentazione e', ovviamente, a disposizione di tutti gli interessati.
 
 
 
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