testata ADUC
Fondi Immobiliari e liquidita' Etf
Scarica e stampa il PDF
Lettera 
27 marzo 2004 0:00
 
Vorrei sottoporre alla vostra cortese attenzione 2 domande:
1) Ho letto una risposta che avete dato a una domanda sul fondo immobiliare Tecla. Tenendo conto dei rischi che avete illustrato, vorrei un chiarimento sul concetto che "il fondo puo' essere considerato valido, ma non all'emissione". Questa frase si basa solo sull'analisi delle esperienze dei collocamenti precedenti oppure si basa su considerazioni relative a questo collocamento?
2) Vorrei rivolgermi al mercato tedesco XETRA per acquistare ETF che non sono negoziati sul mercato italiano, in particolare uno replica l'indice delle prime 30 farmaceutiche mondiali e l'altro le prime 100 aziende giapponesi, ma mi sembra di aver notato un volume di scambi molto basso. Sapete chiarirmi il motivo e indicarmi se questo aumenta il rischio dell'investimento?
Grazie in anticipo.
Cordiali saluti.
Giuseppe, da Monzambano (MN)

Risposta:
1) L'analisi non e' relativa solo al fondo Tecla, ma e' una cosa comune in questo tipo di fondi, per una serie di motivazioni tecniche (le consigliamo, fra l'altro, di utilizzare il motore di ricerca del sito
con le parole "fondo immobiliare" e leggersi le altre risposte date sul tema, oltre ai comunicati stampa sulle precedenti emissioni di fondi chiusi immobiliari). Dovendo acquistare un fondo immobiliare chiuso e'
molto piu' conveniente farlo sul mercato secondario rispetto a sottoscriverlo al collocamento, perche' la scarsissima conoscenza di questi strumenti presso gli investitori non professionali e l'oggettivo
rischio-liquidita' intrinseco a questi strumenti rende la quotazione molto piu' bassa del valore reale della quota. In poche parole, comprando questi fondi chiusi immobiliari sul mercato si pagano con uno sconto oscillante fra il 10 e il 30 percento. Inoltre, i fondi quotati sono fondi che hanno gia' impiegato tutta le disponibilita' raccolte per acquistare immobili (fra l'altro in un periodo di prezzi piu' bassi) che sono adesso affittati e quindi a reddito. Se si sottoscrive un fondo, per i primi due o tre anni, esso e' parzialmente investito (questo non vale, ovviamente, per i fondi ad apporto, che pero' hanno altri problemi
legati al conflitto di interessi). Per maggiori dettagli su questo tipo di fondi le consiglio inoltre di leggere il seguente articolo: clicca qui
2) Ovviamente una liquidita' scarsa sul mercato e' un fattore importante di cui tener conto per ogni tipo di strumento nel quale si voglia investire. Gli ETF's nel mercato europeo sono una realta' ancora giovane, e quindi poco conosciuta al grande pubblico. Basti pensare che in Italia, secondo una recente indagine, solo lo 0,40% del patrimonio complessivo e' allocato in ETF's. Le Banche non hanno inoltre alcun interesse a pubblicizzarla, per ovvie ragioni economiche (loro, non certo del cliente-investitore). L'investitore che si affacci a questo
strumento con un orizzonte temporale medio-lungo comunque (e non di trading), risente assai meno di questo problema. Per questo tipo di investitore infatti, una scarsa liquidita' implica semplicemente un
leggero aggravio dei costi (dato dallo spread denaro-lettera), che si va a sommare alla commissione iniziale di sottoscrizione (max dello 0,7%, a seconda delle banche). Considerati poi i minori costi di gestione nel tempo di questo strumento rispetto ad un fondo comune, la convenienza ad averlo in portafoglio (sempre nel rispetto di esigenze, vincoli e propensione al rischio del singolo
risparmiatore) rimane pressoche' immutata.
.....................
Ha risposto Massimiliano Capone.
clicca qui
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS