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Polizza Mediolanum e adeguatezza dell'investimento
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Lettera 
25 luglio 2004 0:00
 
Mio suocero, a fine 2000, stipula una polizza "ORO FUND" Mediolanum, nella convinzione, instillatagli dal promotore finanziario (non che "Consulente Globale") che si trattasse di:
1) un investimento a capitale garantito;
2) un investimento con un interesse variabile (dati desunti da un brogliaccio sul quale il "Consulente globale" ha tracciato le magnifiche sorti e progressive dei soldi del mio ignaro suocero)
3) un investimento di durata fissa (otto anni) dal quale poter uscire senza alcuna penale in qualsiasi momento.
Alla prova dei fatti la situazione e' questa:
1) il capitale risulta essere garantito solo in caso di morte del sottoscrittore
2) dei circa 26.000 euro sborsati all'epoca dei quali solo 24.200 sono andati nell'investimento perche' gli altri sono finiti in commissioni e altro), oggi ne restano poco piu' di 13.000.
3) l'investimento non ha una durata prefissata perche' si conclude o con la morte del cliente o con la sua richiesta di recesso, che comunque prevederebbe in questo caso il pagamento del valore delle quote acquistate al momento del recesso. Mio suocero, persona di 72 anni, con una scarsa scolarizzazione, si fida di questo "Consulente Globale" al quale lo legano anche rapporti di lontana parentela, e al quale continua a portare in visione i resoconti (per lui inestricabili) che annualmente la Mediolanum gli invia e che evidenziano, di anno in anno, il tracollo del fondo sottoscritto, ricevendo da questo sempre la stessa risposta " Va Tutto Bene". Solo ultimamente dopo che mio suocero, su nostra pressante sollecitazione, ci espone la situazione (fino ad allora nascosta a tutti noi) e, avuta cognizione della gravita' della stessa, gli spieghiamo come stanno le cose, si e' reca, infuriato, dal "Consulente Globale" al "va tutto bene" aggiunge (verbalmente) "non dare retta a chiacchiere, se alla scadenza se non avrai conseguito i risultati prospettati di do io la differenza" Alla luce di questa sommaria ricostruzione e' ravvisabile secondo voi. La possibilita' di intentare una causa nei confronti del Consulente Globale che ha agito non tenendo conto della scarsissima (anzi nulla) propensione al rischio dell'investitore, venendo meno agli obblighi di trasparenza non indicando chiaramente che si trattava di un investimento pericoloso e creando un danno sia economico che morale a mio suocero difficilmente sanabile. In poche parole e' possibile secondo voi rientrare in possesso dei soldi all'epoca versati, se si' quali sono i passi da compiere.
Mauro, da Fiano Romano

Risposta:
la parolina magica, nella sua lettera e': "polizza". Le polizze a prevalente contenuto finanziario come quelle di suo suocero, per un'assurda amnesia del legislatore delegato che ha licenziato il testo unico della finanza, non rientrano nei "prodotti finanziari". Le compagnie assicurative hanno spinto molto per avere le mani libere e poter vendere le loro schifezza senza gli obblighi previsti per gli intermediari finanziari.
Se a suo suocero avessero venduto un fondo comune d'investimento si poteva ipotizzare una richiesta di risarcimento danni per inadeguatezza dell'investimento (posto che vi fossero le condizioni, dalla sua lettera non possiamo esprimerci decisamente in proposito), essendo una polizza che di fatti investe in un fondo... non si puo' fare niente. In teoria il DDL sul risparmio che a gennaio sembrava dovessero essere approvato in tempi record (e che invece langue in parlamento) avrebbe dovuto risolvere questo problema... ma evidentemente le compagnie assicurative sono molto potenti anche politicamente...
 
 
 
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