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A proposito degli investimenti fatti con "Finanza&Futuro Banca"
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Lettera 
6 agosto 2003 0:00
 
Ho visto solo ora la lettera "Un parere su investimenti fatti con Finanza&Futuro Banca" del 16/5/03. Una delle perplessita' che ho sempre avuto nei confronti del ruolo di consulente finanziario indipendente riguarda la difficolta' di procurarsi informazioni sui prodotti finanziari di societa' diverse. Io sono un promotore di F&F, sono laureata in materie economiche con 110 e lode, ho fatto masters su vari argomento pertinenti, ho sostenuto nel 1999 l'esame per l'iscrizione all'albo, sto certificandomi pfa. Il mio modo di lavorare per mia scelta personale si avvicina molto al vostro, esordisco sempre che la prima certezza che ho e' l'utilita' di minimizzare i costi. Odio far pagare spese ai clienti, spiego loro che non c'e' conflitto di interessi tra me e loro, in quanto un promotore che ha un portafoglio ragguardevole come il mio, vive benissimo di management fee, che e' direttamente proporzionale al valore di mercato delle componenti, per cui il mio interesse coincide con il loro: cercare di far si' che guadagnino il piu' possibile. Fatta questa premessa, mi rendo conto che i miei dubbi sulla difficolta' per gli estranei di conoscere i prodotti delle varie societa' e' un problema reale, perche' facendo riferimento alla lettera sui prodotti F&F ci sono delle grosse inesattezze da parte del cliente, evidentemente informato in modo poco chiaro, non rilevate pero' da chi risponde alle domande. Per cominciare la C.AM. linea prudente non e' un "Piano di investimento", bensi' una gestione patrimoniale in fondi. Non e' cioe' possibile fare versamenti automatici, ma in qualsiasi momento si possono fare aggiuntivi a costi zero, e' altresi' gratuito il passaggio da una linea all'altra, i costi di gestione vanno dallo 0, 3% allo 0, 6%annuo. L'apertura costa 258, 20 euro qualsiasi sia l'importo versato, comunque non inferiore a 50.000.
Per quanto riguarda le performances, se il cliente e' entrato nel '98, sono le seguenti, paragonate al benchmark:

CAM PRUDENTE - BENCHMARK

1998 9,57% 8,23%
1999 9,14% 8,09%
2000 2,44% 3,23%
2001 0,52% -1,04%
2002 -4,52% -5,76%
2003 +0,49% -0,32%

(primo semestre) facendo il conto, non vedo come il lettore possa essere in rosso su questo prodotto, che dal 1998 guadagna il 17, 64%, battendo sistematicamente il benchmark. La difficolta' di essere informata adeguatamente e' l'unica remora che ho al "cambiare mestiere", passo meta' della mia giornata scrivendo ai miei clienti mails su tutti gli argomenti che trovo nelle rassegne stampa, analisi tecniche, ecc mi domando come si possa conoscere tutti i prodotti dal di dentro, e poter quindi girare le informazioni ai clienti, essendo estranei alle societa'. Dei prodotti F&F so tutto, faccio "le pulci" a ogni cosa, per poter spiegare ai miei clienti le caratteristiche di ogni cosa, e non sono mai neutrale, sarebbe contrario ai loro interessi. Credo che il mio lavoro consista nello studiare tanto, spiegare chiaramente e esprimere motivandolo un giudizio sul prodotto, aggiungendo se e perche' lo ritengo adatto al cliente o no. Naturalmente ci sono molti prodotti di F&F che non propongo neanche (es. INTEGRIS) a meno che non me li chiedano espressamente, nel qual caso dico esattamente quello che penso. Non vedo conflitto di interessi, se ritengo opportuno compro ai clienti obbligazioni(solo AAA), e posso usare prodotti di varie societa', non mi sento limitata. Non amo comprare singole azioni per motivi di diversificazione. Pensate davvero che i nostri lavori siano cosi' diversi? Tra l'altro ho venduto le obbligazioni Argentina che la banche rifilavano ai miei clienti proteggendoli dalla perdita dei loro soldi, questo grazie a un banner che mi e' arrivato dalla societa' per cui lavoro, e il rapporto con i miei clienti di fiducia reciproca ha fatto si che mi seguissero e mi dessero il via libera alla vendita. Scusate il fervore, ma come voi anch'io cerco di fare l'interesse dei miei clienti in ogni modo.
Cari saluti

Risposta:
al di la' di quello che lei puo' pensare e che la sua societa' puo' farle credere, la realta' dei fatti e' che lei e' un agente di rappresentanza (cioe' un procacciatore d'affari) della societa' per la quale lavora.
Questa circostanza incontestabile dovrebbe farle dubitare almeno un po' delle informazioni che le derivano dalla sua societa'.
Le informazioni che ci ha scritto, ad esempio, sono solo parzialmente vere.
Riguardo i costi della gestione patrimoniale in quote di fondi, ad esempio, si tratta di informazioni assolutamente parziali in quanto i costi principali, quelli a carico dei fondi, sono stati completamente ignorati. Nei suoi "masters su vari argomenti pertinenti" avra' probabilmente affrontato il tema del TER. Hai mai provato a fare il calcolo del totale dei costi a carico di un sottoscrittore della gestione patrimoniale in quote di fondi che vende ai suoi clienti?
Per quanto riguarda l'argomento del Benchmark, come si fa a riportare le cifre senza specificare QUALE benchmark viene utilizzato? Si accorgera' che il benchmark che la sua societa' utilizza e' di comodo perche' e' basato sulla media di quello che fanno i fondi (indice Fideuram), non e' un benchmark di mercato, ma un benchmark commerciale il quale include cioe' tutti i costi di gestione.
La spiegazione del perche' il lettore al quale abbiamo risposto oggi si trova in perdita con questa gestione, e' evidentemente legata al fatto che il suo promotore gli avra' consigliato in passato degli switch. Oggi si trova nella linea prudente ma in passato, probabilmente, non era su altre linee. Non abbiamo nessuna ragione di dubitare circa le affermazioni fatte dai nostri lettori.
Per quanto riguarda le presunte difficolta' dei consulenti finanziari indipendenti ad avere informazioni sulle societa' di gestione, le sue perplessita', francamente, ci sembrano alquanto strane. Le informazioni necessarie per poter fare scelte d'investimento sono pubbliche in quanto DEVONO essere pubbliche. Le uniche informazioni non pubbliche sono quelle che riguardano le strategie di gestione del portafoglio. Per chi, come noi, ritiene che non sia appropriato affidarsi ai gestori per tentare di battere il mercato, ma che sia meglio progettare gli investimenti basandosi solo sui mercati e non sul presunto valore aggiunto dei gestori, questo genere di informazioni sono del tutto trascurabili.
La cosa che purtroppo lei sembra non voler vedere e' che l'industria del risparmio gestito, sfruttando l'asimmetria informativa, produce prodotti pensati in primo luogo per guadagnare commissioni anche quando non si fornisce nessun servizio realmente utile al risparmiatore.
Lasciamo stare, per un momento, tutti i prodotti a capitale garantito che la sua societa' (come tutte le altre) sta sfornando in continuazione (cosa che da sola dovrebbe farle porre grossi dubbi sull'eticita' della gente per la quale lavora).
Concentriamoci sul servizio "core" che dovrebbe essere quello della gestione attiva dei fondi.
Pensi al reale valore aggiunto di questo servizio rispetto ai costi a carico dei clienti.
Che senso ha pagare dei costi complessivi di gestione intorno al 2/3% all'anno (non parlo di sole commissioni di gestione, ma di tutti i costi a carico del sottoscrittore)?
Immagino che in tutti gli studi che meritoriamente ha svolto e continua a svolgere avra' studiato il pensiero economico di Wiliam Sharpe. Ebbene, esiste uno spassosissimo articoletto che lo stesso Sharpe ha pubblicato nella sua homepage nel quale si dimostra con il solo utilizzo della matematica elementare (somma, sottrazione, moltiplicazione e divisione), come mediamente ogni centesimo di denaro gestito attivamente, deve obbligatoriamente produrre (ripeto, mediamente) un rendimento inferiore rispetto a quello gestito attivamente.
Se non l'avesse fatto, le consiglio di leggerlo e di riflettere circa l'utilita' delle molte commissioni di gestione che i suoi clienti pagano, parte delle quali servono a pagare la sua management fee. La stessa management fee che a lei fa dire, addirittura, di non avere interessi in conflitto con i suoi clienti, ma di avere lo stesso interesse.
I suoi clienti potrebbero utilmente risparmiare circa il 2/3% all'anno, ma cosi' facendo a lei verrebbe a mancare la sua principale fonte di reddito: se non le sembra un conflitto di interessi questo...
Mi rendo perfettamente conto che lei sta cercando di fare il suo lavoro nel migliore dei modi che ritiene possibile. Dalla sua lettera traspare il sincero desiderio di fare gli interessi dei clienti. Cio' non toglie che e' inserita all'interno di un sistema che le dice solo le cose che convengono al sistema.
Se, invece di informarsi solo attraverso la sua societa' (che ha come scopo vendere i propri prodotti) si informasse in modo autonomo (basterebbe, ad esempio, il pensiero di W. Sharpe, E. Fama e molti altri accademici), si renderebbe presto conto che l'industria del risparmio gestito e' un'industria che persegue il proprio interesse sfruttando i risparmiatori, giocando sull'asimmetria informativa fra cliente e intermediario finanziario.
Con simpatia.
 
 
 
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