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Rimborso parziale di mutuo o investimento?
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Lettera 
28 novembre 2003 0:00
 
Perdonate la lunghezza della domanda (spero stia tutta nella form, in caso contrario fatemi sapere), ma l'ho scritta con il duplice scopo di raccogliere le mie idee e di avere consigli da voi.
Poco piu' di un anno fa ho stipulato un mutuo ventennale a tasso variabile per ¤100.000. Ora mi trovo nella condizione di poter restituire fino a ¤30.000. Parlando con la banca mi e' stato detto che "di solito non conviene estinguere parzialmente un muto, ma e' meglio investire, magari in un prodotto che fornisca un rendimento periodico che aiuti a pagare il mutuo". E' facile capire che la banca ha tutto l'interesse a mantenere il mutuo, vendendomi per di piu' un prodotto finanziario, per cui ho cercato di ragionare con la mia testa.
Se il mutuo fosse a tasso fisso, forse il consiglio della banca sarebbe valido, visti i tassi bassi di oggi (e anche di un anno fa quando e' stato stipulato), ma il mutuo e' a tasso variabile: media dell'Euribor a 3 mesi calcolata sui 3 mesi precedenti, arrotondata allo 0.05 superiore, con 1.15 di spread (il tasso attuale e' 3.30%). Ho fatto qualche simulazione in Excel, supponendo: - di avere un reddito mensile di poco piu' alto della rata attuale - che l'euribor rimanga fisso nel tempo (irragionevole, ma da qualche parte devo pur ridurre le variabili) - considerando lo sconto fiscale (prima casa) del 19% - tenendo conto della penale di estinzione parziale (0.75%) e considerando due casi: a) usare i 30.000¤ per l'estinzione parziale; b) investire i 30.000¤ supponendo un interesse annuale fisso (x) In entrambi i casi immagino che la parte di reddito non speso per il mutuo (nel caso a, dato dalla minor rata del mutuo in seguito all'integrazione, nel caso b, dato dalla rendita dell'investimento) venga ogni anno reinvestito, per semplicita' sempre alle condizioni del caso b (interesse annuale x).
A questo punto posso valutare i due casi in base a quanti soldi mi trovo alla fine dei 19 anni. Mi rendo conto che questi calcoli lasciano il tempo che trovano, date le semplificazioni che ho fatto, i probabili errori concettuali dovuti alla mia ignoranza in materia e soprattutto al fatto che forse non e' molto sensato valutare una scelta da fare oggi sulla base dei soldi che uno si troverebbe in tasca fra 19 anni. Tuttavia, il risultato della simulazione e' stato che il caso b) inizia a convenire se l'interesse annuale dell'investimento supera il 2.4/2.5% (forse bastava fare il semplice calcolo 3.3% di interesse - 19% di sconto fiscale = 2.67%, ma non ne sono sicuro).
Una volta mostrati i risultati delle simulazioni all'impiegato della banca, mi e' sembrato un po' confuso; non si e' detto d'accordo, ma non ha piu' insistito sul fatto che l'estinzione parziale fosse comunque e sempre da evitare.
In generale, quello che sto facendo ora, e' cercare di confrontare le due ipotesi (investimento o estinzione parziale) sotto vari punti di vista, evidenziando i miei dubbi principali. ==>Vi prego di commentare dove possibile e di farmi sapere se sto trascurando qualcosa di importante.
1) Tipo di investimento: se dovessi scegliere di investire il denaro (o una parte) vorrei un investimento estremamente sicuro: dato che ho dei debiti (il mutuo) non mi sembra il caso di correre rischi. Da quello che mi hanno detto, non e' facile trovare oggi una forma di investimento, in cui sia ragionevolmente certo sia il capitale che la rendita, che fornisca un interesse annuo netto di almeno il 2.4% [e' corretto questo? ]. Inoltre mi sembra piu' probabile che i tassi salgano, per cui sarebbe necessario un investimento agganciato all'euribor (o similari). Se esistesse un investimento a lungo periodo, molto sicuro, che "funzionasse come il mutuo" (ossia rendita periodica con interesse agganciato all'euribor) allora sarebbe piu' facile confrontarlo con l'estinzione parziale e decidere quale scegliere! [Esiste una forma di investimento del genere? ] 2) Estinzione mutuo come "investimento": mi sembra che si possa considerare l'estinzione parziale del mutuo come una forma di investimento a lungo termine, in cui il capitale investito non viene restituito alla fine, ma contribuisce a fornire una rendita (rendita che e' data dalla minor rata del mutuo che si deve pagare) [e' sensato questo paragone? ] Da questo punto di vista, tale "investimento" e' il piu' sicuro di tutti (anche di titoli di stato), dato che non sono io a dover avere dei soldi indietro, ma e' la banca che li deve avere...
3) Sicurezza "psicologica": una volta usati i liquidi per estinguere parzialmente il mutuo, quei soldi non possono piu' tornare indietro; se si fa un investimento a lungo termine e' in genere possibile (anche se non sempre conveniente) riavere i soldi indietro in caso di necessita'. Questo forse e' l'aspetto piu' difficile da considerare, in quanto non riesco a "quantificarlo"...
Al momento, non avendo le idee abbastanza chiare, ho pensato che la soluzione migliore sia una intermedia (diversificare, come suggerite spesso voi): riversare meta' dei soldi nel mutuo, parcheggiare l'altra meta' in conto arancio, in attesa di trovare una forma di investimento che dia il rendimento che desidererei (ma che non costringa a tenere i soldi bloccati troppo a lungo, diciamo non piu' di due anni di seguito, in modo da avere una certa liquidita' in caso di bisogno) [Qualche consiglio su quale possa essere tale forma di investimento?] Grazie per l'attenzione e per il servizio che rendete

Risposta:
Prima di tutto complimenti per l'impegno che mette nella gestione della sua situazione finanziaria!
Le sue considerazioni e i calcoli effettuati sono in linea di massima corretti.
Dal punto di vista strettamente economico la cosa piu' conveniente da fare e' quella di ridurre il mutuo. Infatti e' estremamente improbabile trovare un investimento a rischio zero che abbia un rendimento netto tale da compensare gli interessi pagati sul mutuo.
Si tratta comunque di differnze non grandi in quanto calcolato il beneficio fiscale, ad esempio, l'investimento in cct le renderebbe circa lo 0,7% in meno di quanto paga sul mutuo.
Non ridurre il mutuo e investire il denaro ha senso in un'unica prospettiva che e' quella di volersi forzare ad un risparmio mensile (visto che le rate sono addebitate in automatico e vanno pagate!). Tra 19 anni lei si ritroverebbe i 30.000 euro rivalutati degli interessi. Un risparmio forzoso effettuato utilizzando gli strumenti che oggi il risparmiatore ha a disposizione (pac in fondi, assicurazioni miste, ecc, ecc) e' paradossalmente più costoso che il mantenimento del mutuo, visti gli oneri collegati in genere al risparmio gestito.
Pertanto la decisione dipende esclusivamente dai suoi obbiettivi futuri e dalla sostenibilita' della rata che sta pagando. L'unica cosa da non fare assolutamente, e' vincolare il capitale in titoli a tasso fisso e lunga durata: in questo caso di fronte ad un'impennata dei tassi si troverebbe a subire la doppia conseguenza di una rata elevata e di perdite in conto capitale.
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Ha risposto Matteo Arata
 
 
 
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