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E se gli ETF fallissero?
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Lettera 
4 agosto 2003 0:00
 
Gentile redazione di ADUC, rilevo con piacere i vostri frequenti riferimenti agli E. T. F. come efficienti ed economici strumenti di diversificazione sul mercato azionario.
Assodate queste loro indiscusse caratteristiche, la domanda e' la seguente: Cosa accadrebbe ad un eventuale possessore di questo prodotto in caso di fallimento della societa' emittente? Ipotesi alquanto improbabile ma statisticamente possibile!
Ringraziandovi, anche per le risposte che gia' avete dato ai miei quesiti, vi saluto cordialmente.

Risposta:
Quando l'industria del risparmio gestito iniziava a produrre i primi fondi comuni d'investimento (e le banche ancora non li vendevano), c'erano in giro voci sulla non sicurezza di queste forme d'investimento. Poi le banche hanno iniziato a vendere anche loro questi prodotti e le voci sono terminate.
Oggi la stessa cosa sta succedendo per gli ETF, ma non ha nessun senso porsi dubbi al riguardo.
Gli ETF sono fondi comuni a tutti gli effetti. Il patrimonio dei fondi e' un patrimonio distinto rispetto a quello della societa' che lo gestisce. I creditori della societa' di gestione non possono in nessun modo, per legge, attaccare il patrimonio dei fondi da essa gestita.
Non vi e' differenza, checche' ne dicano (per ignoranza o per malafede) gli sportellisti bancari, fra un ETF ed un fondo comune d'investimento gestita dalla stessa banca.
 
 
 
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