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Titoli azionari e fondi flessibili
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Lettera 
23 marzo 2004 0:00
 
Qualche anno fa i miei suoceri (75 anni lui, 70 lei) comprarono dei titoli azionari del mercato Nasdaq, spinti a cio' da un promotore d'assalto (cosi' almeno secondo il mio parere che non mi sono mai occupato di finanza) Parlo di parecchi soldi, bel oltre gli allora 200 milioni di lire.
Questi titoli crollarono per cui i miei suoceri hanno perso molto del capitale investito.
Ora da un po'di tempo questo mercato si sta riprendendo, per cui un certo recupero c'e' stato, anche se la perdita continua a rimanere considerevole.
E' a questo punto che si e' rifatto vivo il promotore, dicendo che gli " esperti " del mercato sono convinti che tali titoli hanno probabilmente raggiunto il loro massimo recupero e che pertanto secondo lui sarebbe il caso di disinvestire, riconvertendo i liquidi in un fondo"Flessibile" che offra a suo dire maggiori garanzie di tenuta per il futuro.
Questa volta i miei suoceri mi hanno chiesto un parere sulla faccenda, ma io non sono in grado di parlare di finanza, anche se a lume di naso io non venderei mai un titolo in perdita, preferendo aspettare che questo risalga.
Secondo Voi, l'analisi di questo " uomo finanziario " e' valida oppure no?
Vi saro' grato se proverete a rispondermi.
Cordiali saluti.
Paolo, da Firenze

Risposta:
l'investimento nei fondi comuni flessibili e' in generale poco redditizio. Infatti, questa categoria di fondi e' quella dove maggiori sono gli errori del gestore. Il motivo sta nella imprevedibilita' dei mercati finanziari e siccome il gestore c.d. "flessibile" cerca di anticipare cio' che fara' il mercato, spesso non ne azzecca una.
L'indagine condotta da Mediobanca e pubblicata lo scorso maggio 2003, dimostra in modo inequivocabile che l'80% dei fondi comuni non riesce ad andare appresso al mercato in cui dichiarano di investire!
Figuriamoci cosa accade ai gestori flessibili che non hanno uno specifico mercato di riferimento, ma, come dicevo prima, si muovono tra azionari ed obbligazionari a seconda delle loro "previsioni". Il consiglio, pertanto, e' di non acquistare il fondo flessibile: il rischio e' troppo alto e l'affare lo farebbe solo l'intermediario.
Quanto poi alla vendita dei titoli in perdita, un principio molto saggio da applicare agli investimenti e' di stabilire a priori la massima perdita sopportabile e non appena questa viene raggiunta, occorre vendere senza pieta'!
Meglio una piccola perdita che una grossa perdita, che e' molto piu' difficile da recuperare. Comunque e' da evitare l'acquisto delle singole azioni, poiche' ci si espone ad un rischio specifico relativo all'azienda in cui si decide di investire; molto meglio puntare sull'intero mercato, acquistando un etf, abbattendo cosi' tale componente di rischio inutile e non remunerata. In ultimo bisogna ricordare che l'investimento deve rispondere ai bisogni dell'investirore ed essere strumentale al raggiungimento dei propri personali obiettivi. Quindi, mai investire sulla base delle analisi degli uomini della finanza, specialmente se si tratta di promotori e/o bancari: spesso tali "analisi" sono il risultato dei reports della propria casa mandante e sono finalizzati alla vendita di questo o quell'altro strumento finanziario su cui loro lucrano le commissioni, prescindendo dal reale bisogno di chi investe.
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Ha risposto Francesco Gurrieri.
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