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Il dilemma NON cornuto dell'Euro
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Articolo di Alessandro Pedone
18 gennaio 2013 11:38
 
Qualche anno fa mi capitava molto spesso di essere relatore in seminari e conferenze e mi divertivo ad usare frequentemente l'espressione: “dilemma cornuto”. Inevitabilmente una parte del pubblico si metteva a ridere pensando, forse, che con l'aggettivo mi riferissi alla frequente disavventura coniugale...
In realtà, in filosofia, l'espressione dilemma cornuto si riferisce ad un'argomentazione che ha solo due possibili soluzioni (come la biforcazione dell'apparato osseo di alcuni animali) senza che sia data la possibilità di una terza opzione.
Così appare, a molti, la questione dell'Euro. Ci sono due posizioni in campo apparentemente inconciliabili. Secondo alcuni l'Euro è la causa di questa crisi. In particolare il fatto che l'Euro non abbia una banca centrale dotata di tutti i poteri delle altre banca centrali come, ad esempio, la Federal Reserve.
Per altri l'Euro è stata l'unica cosa che ci ha permesso di non essere totalmente travolti da questi crisi e l'uscita dall'Euro rappresenterebbe una catastrofe per l'economia nazionale e potrebbe condurre ad una crisi economica mondiale che farebbe impallidire quella attualmente in corso.
Entrambe le posizioni hanno una base di verità molto solida.
L'Euro, così come è progettato e con i poteri attualmente conferiti alla BCE rappresenta veramente un grave problema. Al tempo stesso è vero che l'uscita dall'Euro implicherebbe un disastro economico nonché l'abbandono di un progetto che ha garantito il periodo di pace più lungo che il nostro continente abbia mai conosciuto (cosa, quest'ultima, a mio avviso più importante dell'economia).
Ecco il dilemma: uscire dall'Euro (e subire tutte le conseguenze economiche immediate sperando poi di poter risalire la china) o tenersi l'Euro con i suoi difetti (cercando di lavorare a livello europeo affinché si faccia qualcosa per risolverli)?
Se continuiamo a considerare il problema come un dilemma cornuto, non riusciremo mai a superarlo. E' un po' come il famoso gioco che consiste nel collegare, usando solo 4 segmenti lineari, 9 punti disposti in tre file a formare un quadrato come quello riportato di seguito.

Il problema sembra non avere soluzione fino a quando non si comprende che non è necessario non uscire dal quadrato (1). Rimanere all'interno del quadrato è un vincolo mentale che ci auto-imponiamo, ma che non è previsto dal problema.
Ugualmente, il dilemma apparentemente cornuto tra uscire dall'euro (e accettarne le conseguenze) oppure rimanere passivamente nell'euro (magari spingendo affinché vengano modificate alcune cose a livello comunitario, ben sapendo che la Germania creerà enormi problemi), è un dilemma cornuto solo nelle nostre menti poiché tutti – ma proprio tutti – diamo per scontato che la funzione essenziale di mezzo di scambio possa essere assolto esclusivamente da una moneta e da nient'altro.
Che cos'è che non va nell'Euro?
Fra le varie cose che non vanno vi è l'impossibilità ad adeguare la necessità di massa monetaria in circolazione con le specifiche esigenze delle singole nazioni. L'Italia, ad esempio, ha un tremendo bisogno di moneta mentre altri paesi come la Germania possono usufruire di un eccesso di massa monetaria.
E' possibile risolvere, o almeno attenuare moltissimo, questo problema senza uscire dall'Euro?
Certo! E' possibile, ma bisogna abbandonare il tabù di un'unica moneta che deve andare bene per qualsiasi scopo ed abbracciare, finalmente, il concetto di un ecosistema di monete. Ciascuna moneta dovrebbe essere specializzata in determinati obiettivi ed in grado di realizzare un sistema economico-finanziario magari un po' meno turbo-efficiente, ma molto, molto, più resiliente (2) cioè capace di affrontare crisi endogene ed esogene.
 
Se riuscissimo, collettivamente, a fare questo salto paradigmatico avremmo la soluzione per fare cose apparentemente inconciliabili in questo contesto monetario come:
  1. ridurre il debito pubblico
  2. favorire la crescita
  3. ridurre il peso del fisco
Come è possibile realizzare questo apparente “miracolo”?
Semplicemente introducendo, chiaramente su base volontaria, per ogni nazione appartenente all'area Euro uno strumento di scambio nazionale che si affianca all'Euro. Tale strumento non assolve la funzione di riserva di valore, come l'Euro, ma servirebbe esclusivamente come mezzo di scambio con il preciso obiettivo di stimolare gli scambi commerciali.
Come potrebbe funzionare?
In altri articoli abbiamo già accennato alla proposta (2). In poche parole una nazione dovrebbe istituire una infrastruttura pubblica e gratuita per i pagamenti elettronici basata su una nuova moneta decrementale che potremmo chiamare BANCOM (BANconota COMmerciale). La legge consentirebbe di dare corso legale a questo mezzo di scambio.
Lo stato inizierebbe a pagare una parte dei suoi impegni con fornitori, dipendenti e pensionati in Bancom ed al tempo stesso accetterebbe il pagamento delle tasse con una percentuale in Bancom.
Un dipendente pubblico che prende 2.000 euro, ad esempio, potrebbe essere pagato – inizialmente – con 1.000 euro e 1.000 Bancom. Un debito fiscale di 1.000 euro potrebbe essere saldato con 500 euro e 500 Bancom. Le percentuali, ovviamente, dovrebbero cambiare in base alle esigenze economiche del momento. 
L'emissione di Bancom non crea nuovo debito e consente allo stato di ridurre drammaticamente il suo fabbisogno economico in Euro. Il nuovo mezzo di scambio è decrementale, ciò significa che con il tempo diminuisce il suo valore ad un tasso stabilito dalla Banca Centrale Nazionale in base alle esigenze macroeconomiche. Inizialmente, ad esempio, potrebbe perdere il 5% all'anno. Questo rende molto più facile gestire eventuali problemi inflazionistici legati all'emissione di questo mezzo di scambio. A regime, comunque, i nuovi Bancom emessi saranno solo quelli necessari a stimolare l'economia poiché dovrebbe nascere un equilibrio fra i Bancom incassati come tasse e quelli utilizzati per il pagamento parziale di fornitori, dipendenti e pensionati.
Il fatto che non sia conveniente accumulare i Bancom aumenterebbe notevolmente la velocità di circolazione e quindi favorirebbe notevolmente gli scambi commerciali (d'altra parte è una moneta specializzata in questo, a differenza dell'Euro).
Il cambio fra Euro e Bancom sarebbe gestito dalla Banca Centrale Nazionale (nel nostro caso dalla Banca d'Italia) e potrebbe essere asimmetrico. Per iniziare, ad esempio, cambiare 100 euro frutterebbe 110 Bancom, mentre cambiare 100 Bancom garantirebbe solo 90 euro.
Questo consentirebbe di ridurre il carico fiscale immediatamente. Se una persona deve pagare 1000 euro di tasse e lo stato accetta fino al 50% in Bancom, quella persona potrà – di fatto – pagare 955 euro, invece che 1.000 scegliendo di cambiare 455 euro in Bancom e pagando così 500 euro e 500 Bancom.
Attraverso questo nuovo mezzo di scambio lo stato potrebbe decidere di saldare immediatamente le decine e decine di miliardi di debiti nei confronti dei fornitori che adesso non è in grado di onorare. Questo darebbe uno stimolo immenso all'economia immettendo direttamente nel sistema economico una grande quantità di liquidità di cui il sistema oggi ha tremendamente bisogno (4)
Gradualmente, potrebbe dare l'opzione ai possessori di titoli di stato nazionali di rimborsare una parte del capitale in Bancom con un premio superiore a quello del tasso di cambio a condizione di non cambiarli ma spenderli. Ad esempio 20.000 euro di CCT potrebbero essere rimborsati con 10.000 euro e 11.500 Bancom.
 
Naturalmente il tasso di cambio, il tasso decrementale e la quantità di Bancom da immettere nel sistema dovrebbero essere calibrati di volta in volta in modo da mantenere un buon equilibrio macroeconomico. Il meccanismo del tasso decrementale, cioè il fatto che i Bancom nel tempo si estinguono automaticamente, assicura comunque un eccellente strumento di controllo affinché non si creino squilibri di lungo termine difficilmente controllabili come invece accadrebbe se si immettesse con leggerezza un eccesso di liquidità con una moneta riserva-di-valore come le monete che oggi conosciamo.
 
Riflettendo con serenità e profondamente su questa ipotesi non si può non convenire sul fatto che rappresenterebbe una soluzione radicale al problema dell'Euro. E' evidente che questa rivoluzione di paradigma monetario andrebbe fatta non contro l'Euro ma a favore dell'Euro, proprio per permettere all'Euro di continuare a svolgere la sua funzione di strumento di unione di tutti i popoli europei, ma al tempo stesso dare a ciascuna zona economica la possibilità di gestire le proprie specificità economiche.
I Bancom non si potrebbero mai sostituire all'Euro perché mancano di una funzione centrale che è quella di riserva di valore.
I benefici che questa proposta è in grado di portare sono enormi:
  • significativa ed immediata riduzione della pressione fiscale nell'ordine del 5%
  • immissione nel sistema economico, direttamente agli agenti economici (e non tramite le banche) di una grande quantità di liquidità finalizzata esclusivamente agli scambi commerciali
  • immediata e drammatica riduzione del fabbisogno dello stato in Euro senza creare gli effetti recessivi legati alla riduzione della spesa pubblica
  • significativa e continua riduzione del debito pubblico
 
Ho riflettuto molto sul perché questa soluzione non venga neppure minimamente presa in considerazione da economisti e politici. Fino ad oggi, nessuna delle persone, con una solita base economica (esperti di economia o di finanza pubblica) alle quale ho illustrato la proposta ha sollevato obiezioni logiche. L'unico problema che mi è stato prospettato è che si tratta di una proposta troppo innovativa affinché venga seriamente presa in considerazione.
In sostanza, per riprendere l'esempio del gioco dei 9 punti proposto all'inizio, siamo condannati a trovare la soluzione all'interno del “quadrato”, ma dentro il quadrato... la soluzione non c'è!
 
 
(1) Per i pochi che non conoscessero il gioco, proposto dal grande psicologo e filosofo naturalizzato americano (ma nato in Austria) Paul Watzlawick, la soluzione al problema è semplice se solo ci si consente di uscire dal perimetro del quadrato immaginario che la nostra mente c'impone, di primo acchito, di non superare. La soluzione, quindi, è la seguente.





 

(2) Per chi non conoscesse il concetto di “resilienza” consiglio di leggere “Educarsi alla resilienza. Come affrontare crisi e difficoltà e migliorarsi” - Di Elena Malaguti -
 
(4) Basti leggere i bollettini della Banca Centrale Europea sull'andamento della massa monetaria in Italia per comprendere che la nostra nazione ha un enorme problema di scarsità di denaro in circolazione
 
 
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