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ETF: tutto quello che avreste voluto sapere ma non avete mai osato chiedere - parte 4
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Articolo di Alessio Vannucci
12 aprile 2024 16:00
 
Negli articoli precedenti abbiamo esplorato il mondo degli ETF (Exchange Traded Funds), analizzando la loro struttura, le diverse tipologie e i potenziali vantaggi che offrono agli investitori. Gli ETF si sono affermati come strumenti di investimento sempre più popolari, grazie alla loro capacità di offrire un'esposizione diversificata a varie classi di attività, settori e aree geografiche, con costi relativamente contenuti e una maggiore flessibilità rispetto ai fondi comuni di investimento tradizionali.

La vasta gamma di ETF attualmente disponibili, che spazia dalle tradizionali asset class come azioni e obbligazioni fino a nicchie più specialistiche, offre agli investitori un universo di opportunità senza precedenti. Tuttavia, questa stessa abbondanza di scelta può facilmente generare confusione quando si tratta di selezionare gli ETF più adatti per costruire un portafoglio allineato ai propri obiettivi di investimento. Scegliere gli ETF giusti richiede un'attenta valutazione di numerosi fattori, dalle caratteristiche dell'indice sottostante alla struttura dei costi, dalla metodologia di replica al trattamento fiscale. In questo articolo conclusivo, forniremo una guida pratica per affrontare questo processo in modo strutturato ed efficace.

Definire gli obiettivi di investimento
Prima di iniziare a valutare ETF specifici, è fondamentale definire con chiarezza i propri obiettivi di investimento. Questi includono l'orizzonte temporale desiderato (breve, medio o lungo termine), il profilo di rischio e la tolleranza al rischio personale, nonché eventuali esigenze di generazione di reddito o crescita del capitale. Avere una visione chiara di questi fattori guiderà la selezione verso ETF coerenti con le proprie finalità di investimento.

Considerare l'esposizione desiderata
Il passo successivo è determinare a quali asset class, aree geografiche e settori o temi si desidera accedere attraverso gli ETF. Questa valutazione dovrebbe tenere conto delle aspettative di rendimento, dei rischi e delle caratteristiche di diversificazione associate alle diverse opzioni.
Ad esempio, se si desidera un'esposizione core al mercato azionario globale, si potrebbe valutare un ETF che replica un indice ampio come l'MSCI World. Alternativamente, se l'interesse è in un settore o tema specifico come l'healthcare o la transizione energetica, si potrebbe considerare un ETF settoriale o tematico focalizzato.

Valutare la qualità dell'indice sottostante
La qualità dell'indice su cui si basa un ETF è un fattore cruciale da prendere in considerazione. È importante valutare attentamente la metodologia di costruzione dell'indice, assicurandosi che rifletta accuratamente l'esposizione desiderata. Indici ampiamente seguiti e riconosciuti, come l'S&P 500 o l'MSCI World, tendono ad essere più liquidi e rappresentativi dei rispettivi mercati di riferimento.

Analizzare la struttura dei costi
I costi associati a un ETF possono avere un impatto significativo sui rendimenti netti a lungo termine. È quindi essenziale analizzare attentamente le diverse componenti di spesa.

L'expense ratio, o commissione di gestione annuale, è la voce di costo più evidente. ETF efficienti tendono ad avere expense ratio inferiori allo 0,50% annuo. Tuttavia, è importante considerare anche il Total Expense Ratio (TER), che include altri costi operativi come commissioni di intermediazione, spese legate all'uso di derivati e così via.

Inoltre, è opportuno valutare i costi impliciti legati alla metodologia di replica adottata, al tracking error rispetto all'indice e alla liquidità dell'ETF stessa, misurata dallo spread bid-ask e dai volumi di negoziazione giornalieri.

Metodologia di replica
Come accennato nei precedenti articoli, gli ETF possono replicare l'esposizione all'indice sottostante attraverso tre metodologie principali: replica fisica totale, replica fisica campionata e replica sintetica tramite swap. Ognuna di queste opzioni presenta vantaggi e svantaggi in termini di costi, tracking error e trasparenza.

La replica fisica totale, detenendo tutte le componenti dell'indice, tende ad essere la più trasparente ma può comportare maggiori costi di transazione e ribilanciamento nei casi di elevato turnover dei titoli. La replica fisica campionata utilizza tecniche di ottimizzazione per ridurre questi costi, a scapito di un leggero aumento del tracking error. La replica sintetica invece fa uso di derivati come gli swap, riducendo i costi di transazione ma introducendo un rischio di controparte aggiuntivo.

La scelta della metodologia più appropriata dipenderà dalle caratteristiche dell'indice replicato, dai volumi di contrattazione previsti e dalla propensione al rischio dell'investitore.

Considerazioni sulla valuta
Per gli investitori che desiderano esposizione a mercati al di fuori dell'area valutaria domestica, come un europeo che investe in azioni statunitensi, la questione dell'hedging valutario diventa rilevante. In questi casi è necessario scegliere tra una versione coperta (currency hedged) o non coperta (unhedged) dell'ETF.

Gli ETF coperti utilizzano contratti derivati per mitigare l'impatto delle oscillazioni dei tassi di cambio sui rendimenti. Questa opzione può ridurre la volatilità, ma comporta anche costi aggiuntivi legati alle operazioni di hedging.

Struttura distributiva
Le implicazioni fiscali associate a un ETF possono variare notevolmente a seconda della giurisdizione e della tipologia specifica di prodotto. È fondamentale comprendere appieno il trattamento fiscale applicabile per evitare sorprese sgradite.
Per gli ETF che distribuiscono dividendi o cedole, questi proventi sono generalmente soggetti a una ritenuta fiscale alla fonte (26% o 12,5% se titoli di stato). Gli ETF ad accumulazione invece evitano la tassazione immediata dei dividendi, posticipandola al momento della vendita delle quote e sfruttando quindi l’interesse composto.

Le plusvalenze realizzate sulla vendita di quote ETF sono tassabili come reddito da capitale, e dunque non compensabili con minusvalenze pregresse, in quanto redditi diversi.

Asset under management
La dimensione del patrimonio gestito dall'ETF e la sua anzianità possono essere indicatori della sua liquidità e stabilità. ETF di recente introduzione o con asset in gestione molto limitati (<100 milioni) potrebbero presentare rischi aggiuntivi in termini di spread bid-ask elevati o addirittura rischio di chiusura anticipata.

Conclusioni
La scelta degli ETF più adatti per costruire un portafoglio efficiente non è un compito banale. Richiede un'attenta valutazione di numerosi fattori, dalle caratteristiche dei sottostanti alle strutture di costo, dai trattamenti fiscali alle metodologie di replica utilizzate. Seguendo il processo strutturato delineato in questo articolo, sarà possibile selezionare gli ETF migliori per raggiungere i propri obiettivi di investimento in modo efficiente e conveniente.
Gli ETF rappresentano uno strumento potente e accessibile per ottenere un'ampia diversificazione, a patto che la selezione avvenga in maniera oculata. Sfruttando appieno le conoscenze acquisite in questa serie di articoli, sarete in grado di scegliere gli ETF giusti, costruire portafogli solidi ed aumentare le vostre opportunità di successo di lungo termine nel mondo degli investimenti.

APPENDICE: come leggere i nomi degli ETF
I nomi assegnati agli ETF possono sembrare criptici per un investitore alle prime armi. Tuttavia, analizzandoli attentamente, si possono ricavare importanti informazioni sul prodotto, dal tipo di replica all'esposizione sottostante, dalla valuta alla politica di distribuzione dei proventi. Impariamo a decodificare questi nomi passo dopo passo utilizzando due esempi, iShares Core MSCI World UCITS ETF USD (Acc) e Xtrackers S&P 500 UCITS ETF 1C EUR Hedged.

Prefisso del Provider
La prima parte identifica l'emittente o provider dell'ETF:
"iShares" per gli ETF della famiglia BlackRock
"Xtrackers" per gli ETF di Deutsche Bank (DWS)

Classificazione del prodotto 
iShares utilizza la dicitura “Core” per gli etf basici, “Edge” per gli etf che utilizzano indici particolari.

Descrizione dell'esposizione target
Questa sezione indica l'indice o asset sottostante che l'ETF intende replicare:
"S&P 500" e “MSCI World” fanno riferimento all'indice.

Designazione regolamentare
Il termine "UCITS" indica che l'ETF è conforme alla direttiva europea sugli organismi di investimento collettivo armonizzati a livello comunitario. Ciò garantisce determinati standard di diversificazione, liquidità e trasparenza informativa.

Valuta di denominazione 
Alcuni nomi riportano la valuta in cui è denominato il Valore Patrimoniale Netto dell'ETF:
“USD” per iShares, indicando i dollari come valuta di denominazione;
"EUR" per Xtrackers, indicando l’Euro come valuta di denominazione;

Tipologia di copertura valutaria 
Se presente, questa parte specifica se l'ETF offre una versione con o senza copertura dalle oscillazioni dei cambi:
"Hedged" per Xtrackers, versione coperta dal rischio di cambio EUR/USD

Criteri di distribuzione dei proventi 
Spesso indicata tra parentesi, questa specifica riguarda la politica sui proventi da dividendi/cedole:
"(Acc)" per iShares, ad accumulazione, “1C” la designazione utilizzata da Xtrackers per gli strumenti ad accumulazione.
In sintesi, leggendo "iShares Core MSCI World UCITS ETF USD (Acc)" si evince che si tratta di un ETF BlackRock con esposizione principale all'indice MSCI World, conforme alle norme UCITS europee, con un Valore Patrimoniale Netto in USD e una politica ad accumulazione dei proventi.
"Xtrackers S&P 500 UCITS ETF 1C EUR Hedged" invece è un ETF Deutsche Bank che replica l'S&P 500, anch'esso conforme UCITS, ma con un Valore Patrimoniale Netto in Euro, una versione coperta dal rischio di cambio EUR/USD, e ad accumulazione dei proventi.
Imparare a decodificare queste informazioni contenute nei nomi degli ETF è un esercizio utile per qualsiasi investitore, in quanto permette di comprendere rapidamente le principali caratteristiche di ciascun prodotto già in fase di screening iniziale.

 
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