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Investimenti alle poste: con un po' di attenzione i rendimenti possono migliorare molto
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Articolo di Marianna D'Alessandro
17 gennaio 2012 10:18
 
I buoni fruttiferi postali sono attualmente nell'occhio del ciclone per la questione del bollo introdotto dalla manovra Monti. Vi sono ancora tanti dubbi legati all'applicazione dell'imposta, sopratutto per quanto concerne i buoni cartacei e le tempistiche di prelevamento, per chiarire i quali bisogna attendere il parere dell'Agenzia delle Entrate. Punti fermi sono:il bollo si applica anche ai buoni sottoscritti ante gennaio 2012
  • sono esenti i buoni che hanno valore complessivo inferiore a € 5000,00 (inteso come somma di valore nominale e degli interessi dei singoli buoni che fanno capo al medesimo intestatario)
  • la misura minima dell'imposta è € 34,20, la massima è € 1200,00 limitatamente al 2012, all'interno di questi estremi il bollo sarà pari al 0,1% (per il 2012) e 0,15% (dal 2013) del valore di rimborso periodico
  • l'imposta è dovuta una volta l'anno se viene inviata comunicazione o alla chiusura del rapporto in caso contrario
In questa fase di incertezza molti stanno vagliando l'opportunità di disinvestire questi prodotti che per la loro particolare natura offrono rendimenti contenuti.

Per evitare la fuga dal risparmio Poste italiane ha introdotto per il 2012 alcune importanti novità. La prima è senz'altro la promozione sui conti correnti il cui tasso creditore passa al 4%, per vecchi e nuovi correntisti, purché la giacenza media in conto, rilevata dal 01/01/2012 al 31/03/2012, risulti essere superiore di almeno € 3000,00 rispetto alla giacenza media rilevata l'anno precedente (dal 01/01/2011 al 30/11/2011). Sul sito del gruppo si legge "L'incremento di giacenza media realizzato non deve provenire da disinvestimenti in alcuni prodotti del Gruppo Poste Italiane, ovvero conti correnti BancoPosta, Obbligazioni BancoPosta, Polizze Poste Vita (Ramo I e Ramo III) e Fondi BancoPosta SGR", quindi sono esclusi i buoni fruttiferi postali.
Seconda novità e la promozione sui libretti di risparmio che consente di ottenere , fino al 31/12/2012, un rendimento complessivo che può arrivare al 3%.

A parte queste iniziative promozionali che hanno carattere di breve termine, un'alternativa più coerente, e duratura, è la semplice sostituzione dei buoni fruttiferi detenuti con quelli di nuova emissione che offrono rendimenti superiori.
Consideriamo ad esempio gli indicizzati all'inflazione, la serie J01 emessa a giugno 2010 offriva un tasso nominale dello 0,65%, 0,70%, 0,90% per i primi tre anni e un tasso reale dello 0,10% per i successivi. La serie J20 emessa a gennaio 2012 offre invece un tasso reale crescente che va dal 1,10% del primo anno al 2,30% del decimo. Chi avesse comprato questo tipo di buoni dopo giugno 2010, non essendo trascorsi ancora i 18 mesi prestabiliti, in caso di disinvestimento non otterrà gli interessi ma solo la restituzione del capitale investito.
Analogo discorso per i buoni ordinari, la serie B75 emessa a gennaio 2011 offriva tassi nominali crescenti dal 1,10% al 4,70%; la serie B87 emessa a gennaio 2012 offre tassi nominali crescenti dal 2% al 6,50%, anche in questo caso se si disinvestono buoni prima che sia trascorso un anno dalla loro sottoscrizione non si ha diritto alla corresponsione degli interessi.
I tassi di queste ultime emissioni sono appetibili se confrontati con quelli dei buoni fruttiferi postali dell'ultimo decennio. Per valutare al convenienza alla sostituzione basta collegarsi qui  e consultare i fogli informativi dei buoni che si detengono confrontando il loro rendimento con quello attuale.
 
 
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