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Panama Papers. Otto mesi dopo: le conseguenze storiche dello scandalo
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Articolo di Redazione
16 dicembre 2016 16:35
 
 Il 7 aprile 2016, 14 grande lettere blu sono scomparse alla chetichella dalla facciata di un palazzo di uffici in un quartiere “in” di San Salvador, la capitale del piu’ piccolo Paese dell’America centrale. Una dopo l’altra, sono scese dal muro blu e beige rivestito di stucco, lasciando solo le impronte del nome dell’azienda che ancora qualche giorno prima era ancora li’:
M-O-S-S-A-C-K-F-O-N-S-E-C-A
Secondo il personale della succursale salvadoregna di Mossack Fonseca, lo studio di avvocati basato a Panama i cui dati sono scappati ed hanno ispirato migliaia di articoli che hanno rivelato i segreti della finanza extraterritoriale, si tratta di una dismissione prevista da lungo tempo.
Le autorita’ di El Salvador hanno supposto un’altra verita’. Alla vigilia, esse avevano annunciato una inchiesta sui cittadini che avevano fatto affari con lo studio. Esse avevano timore che delle prove fossero distrutte. Il pomeriggio del giorno dopo che era scomparsa l’insegna, dei poliziotti -alcuni di essi portavano un passamontagna nero, una camicia da football e un revolver attaccato alla cintura- hanno fatto un’irruzione nei locali di Mossack Fonseca.
La polizia salvadoregna e il procuratore generale del Paese hanno sequestrato venti computer, mentre le autorita’ relazionavano in diretta l’operazione su Twitter.
La perquisizione della sede di Mossack Fonseca in Salvador non e’ che una delle centinaia di reazioni delle autorita’ ai “Panama Papers”: inchieste, multe, dimissioni di alti responsabili, irruzioni di polizia, arresti, riforme legislative nazionali o ancora riunioni internazionali segrete figurano tra le misure prese in seguito allo scandalo.
I rappresentanti dei governi e i militanti della societa’ civile si attendono che queste ripercussioni durino diversi anni, mentre l’indignazione suscitata da queste rivelazioni stimola i responsabili politici ed i cittadini a fare luce su un misterioso sistema finanziario che ha resistito per decenni alla riforma.
Yogurt e pietra
Dopo che lo scandalo e’ esploso, ad aprile, centinaia di giornalisti di diversi Paesi che hanno collaborato all’inchiesta, hanno pubblicato piu’ di 4.700 articoli su Mossack Fonseca, lo studio internazionale di avvocati che ha creato delle societa’ opache per aziende, responsabili politici e truffatori.
Le reazioni alle rivelazioni di “Panama Papers” hanno cominciato quando il Consorzio internazionale dei giornalisti d’inchiesta (ICIJ), il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung e un centinaio di altri media partner hanno reso pubblici i loro primi articoli alle ore 20 (ora europea) del 3 aprile. #PanamaPapers diventa rapidamente l’hashtag piu’ utilizzato su Twitter. Migliaia di manifestanti hanno sfilato nelle strade di tutti i continenti, con l’eccezione dell’Artico. Folle di persone in disappunto hanno gettato degli yogurt in Islanda e delle pietre in Pakistan.
Centocinquanta inchieste in settantanove Paesi
In seguito, secondo le informazioni apparse sui media internazionali e le dichiarazioni ufficiali, almeno 150 avvisi di procedimenti, controlli ed inchieste sono stati annunciati dalla polizia, dalle dogane, dai procuratori specializzati in delinquenza finanziaria e mafia, dai giudici e dai tribunali, dalle autorita’ fiscali, dai Parlamenti e dagli studi di audit in 79 Paesi attraverso il mondo. Diverse migliaia di contribuenti e di imprese sono coinvolti in una inchiesta. Dall’Irlanda alla Mongolia passando per Panama, le assemblee legislative hanno fatto votare delle leggi per tappare le falle che sono finite sotto l’attenzione dei media partner dell’ICIJ. Gli Stati sostengono di aver recuperato diverse decine di milioni di dollari di imposte su dei fondi apparentemente non dichiarati.
Ai quattro angoli del Globo, dei poliziotti hanno perquisito magazzini, uffici e abitazioni. Dirigenti di tre Paesi si sono dimessi, tra cui un primo ministro e un ministro dell’energia e dell’Industria. Quadri di aziende e avvocati sono dietro le sbarre e attendono un processo penale in Europa, Medio Oriente e in America latina. In Salvador, dove le autorita’ sono intervenute nella sede di Mossack Fonseca, nessuna procedura penale e’ stata avviata, ma l’inchiesta prosegue.
Le risposte non hanno cessato di succedersi dopo le prime ondate di reazioni ad aprile. I “Panama Papers” producono di per se’ quasi quotidianamente dei provvedimenti regolamentari o legislativi, articoli e appelli lanciati dai responsabili politici e dalla societa’ civile perche’ le inchieste e le iniziative si moltiplichino.
A maggio, il dipartimento del Tesoro e della Giustizia americani, hanno proposto una serie di nuove leggi e regolamenti per aiutare le forze dell’ordine e le autorita’ finanziarie a rintracciare il denaro sporco all’interno e all’esterno degli Stati Uniti.
Probabili legami col terrorismo islamico
Ad ottobre, Ron Wyden, senatore democratico dell’Oregon e membro della commissione finanze del Senato Usa, ha inviato un messaggio al dipartimento del Tesoro e all’Internal Revenue Service (incaricato di raccogliere le imposte) per chiedere informazioni sugli eventuali elementi che essi avevano raccolto a partire dalla base dei dati dei “Panama Papers” e che erano stati resi pubblici dall’ICIJ e i suoi partners.
“Le informazioni comparse sui media in seguito alla pubblicazione dei ‘Panama Papers” hanno evidenziato le operazioni opache delle societa’ anonime attraverso il mondo”, ha scritto, e si e’ detto preoccupato per il ricorso alle societa’ extraterritoriali “come strumento di evasione fiscale e di riciclaggio di denaro”.
A novembre, Europol, l’ufficio europeo di cooperazione delle polizie, ha fatto sapere di aver trovato 3.469 connessioni probabili tra la base dei dati dei “Panama Papers” e le informazioni dei propri dati sul crimine organizzato, la frode fiscale e altre forme di criminalita’. Tra queste connessioni, 116 erano legate al progetto Europol sul terrorismo islamico, chiamato “Hydra”.
“Il punto principale e’ che qui noi possiamo collegare delle imprese legate ai ‘Panama Papers’ non solo a delle infrazioni economiche, come il riciclaggio di denaro, ma anche al terrorismo, ai gruppi russi di criminalita’ organizzata, al traffico di stupefacenti, alla tratta di esseri umani, all’immigrazione illegale e alla cybercriminalita’”, ha sottolineato il capo del servizio finanziario di Europol, Simon Riondet.
Due capi di Stato e di governo sono coinvolti in scandali pubblici e in inchieste in corso in seguito alle rivelazioni dei “Panama Papers”.
In Argentina, un procuratore federale sta studiano attualmente il ruolo svolto dal presidente Mauricio Macri in una societa’ delle Bahamas che non aveva citato nelle sue dichiarazioni di reddito pubblicate quando era Sindaco di Buenos Aires.
In Pakistan, la Corte Suprema sta esaminando un ricorso depositato da dei membri dell’opposizione contro il primo ministro, Nawaz Sharif, i cui figli posseggono dei beni immobiliari a Londra sulla base di societa’ create attraverso Mossack Fonseca, in seguito ai documenti dei “Panama Papers”. L’opposizione lo accusa di non aver divulgato le operazioni extraterritoriali della sua famiglia e di aver riciclato dei soldi all’estero per pagare i beni immobiliari. Sharif e i suoi familiari dicono di non aver niente a che fare con la questione.
I “Panama Papers” hanno senza alcun dubbio scosso il mondo della trasparenza, ha indicato Porter McConnell, direttore della Financial Transparency Coalition, con base a Washington. L’ampiezza inaudita dell’inchiesta, insieme al numero delle persone coinvolte, ha contribuito a mantenere l’argomento delle societa’ nascoste all’ordine del giorno. Nessuno Stato vuole essere il prossimo Panama”.
135 miliardi andati in fumo
Nel corso degli ultimi otto mesi, i governi hanno dichiarato di aver ritrovato o sequestrato diverse decine di milioni di dollari di imposte evase e altre somme che fanno riferimento ai “Panama Papers”: piu’ di 80 milioni in Colombia, 1 milione in Slovenia e anche 170 Kg di lingotti d’argento in Australia. Rimangono ancora da trovare alcuni miliardi di dollari supplementari potenzialmente distratti nell’ambito dell'evasione fiscale.
Dei marchi molto conosciuti hanno ugualmente subito le ripercussioni delle rivelazioni dei “Panama Papers”. Dopo le conclusioni di un gruppo universitario, risultano anche spariti 135 miliardi di dollari della capitalizzazione borsistica di qualcosa come 400 societa’ quotate. “L’impatto e’ enorme” ha stimato Hannes Wagner, professore di finanza all’Universita’ Bocconi di Milano e coautore dello studio.
Secondo lui, le ricadute finanziarie dei “Panama Papers” per le imprese, rappresentano la piu’ grande perdita della storia, facendo seguito a delle fughe di dati o degli scandali, di piu’’ delle perdite combinate della capitalizzazione borsistica legate alle vicende Enron e Volkswagen.
Le imprese citate nei “Panama Papers” hanno subito delle perdite piu’ pesanti dopo la pubblicazione dell’inchiesta rispetto a quelle senza legame con il dossier. Se lo studio non fa dei nomi, un esame dell’ICIJ dei movimenti delle spese delle societa’ quotate selezionate perche’ hanno dei legami coi “Panama Papers”, rivelano tuttavia che il gigante svizzero delle materie prime Glencore e la banca britannica SSBC Holdings Plc, hanno visto le loro azioni cadere in seguito alla pubblicazione degli articoli e della base dei dati. Glencore International AG compare tra i clienti di Mossack Fonseca, e delle filiali di HSBC fanno parte delle banche con piu’ conti delle societa’ extraterritoriali che sono clienti dello studio di avvocati.
Secondo lo studio universitario, la perdita di valore indica che gli investitori pensano che le imprese si sono fatte piu’ male per il futuro evitando le imposte piuttosto che farsi infliggere delle multe per evasione fiscale.
In seguito ad un’audit interna causata dai “Panama Papers”, la banca Nordea, prima organizzazione di prestito in Scandinavia, ha ammesso di essere in numerosi casi “chiaramente venuta meno” ai suoi principi che le imponevano di individuare i clienti a rischio e le infrazioni potenzialmente a rischio di riciclaggio di denaro. Questa banca ha bloccato 68 conti sospetti ma non avrebbe trovato nessun elemento per dimostrare di aver contribuito attivamente all’evasione fiscale.
Alcune inchieste e delle nuove legislazioni
Da micro Stati come le Isole Cook all’India, secondo Paese piu’ popolato al mondo, le autorita’ rispondono energicamente ai “Panama Papers”.
Stati Uniti
La giustizia americana non ha tardato ad aprire delle indagini giudiziarie legate allo scandalo. The Wall Street Journal ha fatto sapere che i procuratori Usa stanno cercando di determinare se delle persone a libro paga di Mossack Fonseca abbiamo “consapevolmente aiutato dei clienti a riciclare dei soldi o ad evitare il pagamento di imposte”. Fonti vicine all’inchiesta hanno precisato al quotidiano americano che i magistrati stanno essenzialmente per avviare delle azioni penali per associazione a delinquere per riciclaggio di denaro, per evasione di imposte o occultamento delle mazzette versate a dirigenti stranieri.
Mossack Fonseca nega ogni responsabilita’ e dice di non essere “mai stato accusato ne’ incolpato di fatti passibili di sanzioni penali”.
Il segretario al Tesoro degli Usa, Jacob Lew, ha scritto al Congresso a maggio sottolineando: “Dobbiamo stare attenti perche’ gli Stati Uniti possano essere all’altezza del ruolo che essi hanno giocato” nella lotta contro l’evasione fiscale a livello mondiale. Tra le nuove norme annunciate dal suo ministero, una disposizione che rafforza l’obbligo per le banche, per i broker di Borsa e altri professionisti perche’ verifichino l’identita’ dei titolari dei conti.
Taiwan
L’assemblea legislativa di Taiwan si e’ servita dei “Panama Papers” per approvare delle nuove disposizioni relativamente all’evasione fiscale. A luglio ha approvato delle restrizioni sui vantaggi accordati alle imprese taiwanesi che avevano dei benefici all’estero.
Nuova Zelanda
Il governo della Nuova Zelanda ha avviato un’inchiesta sulle norme del Paese relative ai trust stranieri dopo aver appreso che la reputazione irreprensibile degli stessi era stata utilizzata come copertura per vendere degli strumenti di evasione fiscale. A luglio il governo ha accettato le raccomandazioni della commissione di inchiesta ed ha annunciato una nuova legislazione.
Mongolia
Ad ottobre, in seguito alle rivelazioni dei “Panama Papers” che indicavano che ex ed attuali rappresentanti dello Stato detenevano delle societa’ extraterritoriali, il Parlamento della Mongolia ha discusso un progetto di legge per rendere perseguibile penalmente i responsabili politici e i funzionari che non dichiaravano i propri interessi finanziari all’estero.
“La questione che avete sollevato e’ servita a fissare l’ordine del giorno dei poteri pubblici e sta per diventare ufficialmente una legge. Congratulazioni”, ha twittato Enkhbayar Battumur, vice-ministro della Giustizia in questo Paese, a MongolTV, uno di media partner dei “Panama Papers”, dopo una riunione del consiglio dei ministri dedicata al progetto di legge.
Panama
Lo stesso mese, il Parlamento di Panama ha adottato delle leggi per rendere piu’ stringenti gli obblighi contabili delle societa’ extraterritoriali ed autorizzare il Paese a condividere delle informazioni i fiscali con altri Stati -una vittoria per i governi stranieri che domandavano da diversi anni a questa nazione dell’America centrale di rendere noti i beni extraterritoriali dei propri cittadini.
Libano
Il Libano, altro centro finanziario extraterritoriale, ha anch’esso adottato delle disposizioni ad ottobre per facilitare lo scambio di dati fiscali con altri Paesi, al fine di evitare la sua iscrizione su una lista nera internazionale nel mondo post “Panama Papers”.
Irlanda
Ad ottobre, il ministro irlandese delle Finanze ha citato i “Panama Papeers” in merito ad un nuovo progetto di legge penale per lottare contro l’evasione fiscale.
Germania
A novembre, il suo omologo tedesco ha presentato un progetto di legge -soprannominato “legge Panama”- che rendere piu’ dure le sanzioni contro l’evasione fiscale e imporre la dichiarazione dei rapporti d’affari dei cittadini tedeschi con delle societa’ di comodo.
Diversi contribuenti coinvolti in inchieste
Le autorita’ di numerosi Paesi stanno prendendo inoltre delle misure contro i contribuenti che si presuppone possiedano delle imprese extraterritoriali di comodo per ridurre le loro imposte.
Piu’ di 6.500 privati ed imprese sarebbero coinvolte da un’inchiesta, secondo lICIJ e numerosi partner media che hanno raccolto le risposte di organismi pubblici e le dichiarazioni ufficiali…..
Dimissioni ed impassiblita’
Gli alti responsabili messi in causa hanno avuto delle reazioni diverse dopo che hanno saputo che erano stati citati nei “Panama Papers” per i loro propri beni extraterritoriali o per avere legami con persone a loro vicine o in societa’. Il portavoce di Vladimir Putin ha stigmatizzato le rivelazioni di manovre finanziarie extraterritoriali usate da persone e imprese vicine al presidente russo, sostenendo che si trattava si “attacchi o false informazioni” contro la Russia.
Il primo ministro islandese, Sigmundur Davíð Gunnlaugsson, ha avuto la sfortuna di vedere la sua prima reazione filmata da un’équipe televisiva. “Comincio a sentirmi un po’ male di fronte a queste questioni, perche’ e’ come se voi mi accusiate di qualche cosa”, ha dichiarato prima di interrompere l’intervista. Il video della sua risposta goffa alle domande su una societa’ extraterritoriale che lui e sua moglie avevano avuto, e’ passata milioni di volte attraverso il mondo. In meno di quarantotto ore, le folle arrabbiate e la pressione politica hanno forzato le sue dimissioni.
José Manuel Soria, ministro spagnolo dell’Industria, dell’energia e del turismo, ha resistito cinque giorni prima di lasciare il suo posto. Ha negato in ogni modo di avere delle attivita’ extraterritoriali, ma ha riconosciuto il ruolo della sua famiglia con una societa’ con sede nel Regno Unito. Dando le dimissioni, ha assicurato di non avere niente a che fare ed ha fatto riferimento ad “una serie di errori” nella sua risposta alla questione.
Mihran Poghosyan, alto responsabile armeno incaricato della Giustizia e dell’applicazione delle leggi, si e’ dimesso dopo aver respinto in un primo tempo le rivelazioni secondo le quali lui aveva partecipazioni in tre societa’ create attraverso Mossack Fonseca. Un’inchiesta penale e’ in corso.
Il direttore di una banca pubblica austriaca, Hypo Landesbank Vorarlberg, si e’ dimesso dopo che e’ stato citato nello scandalo. Nei Paesi Bassi, un membro del consiglio di sorveglianza della terza banca del Paese, ABN Amro, ha abbandonato le proprie funzioni quando dei giornalisti olandesi hanno rivelato i suoi legami con una societa’ extraterritoriale nelle isole Vergini britanniche.
Juan Pedro Damiani, avvocato uruguayano e membro del comitato etico della FIFA, si e’ dimesso dalla sua funzione in seguito ad informazioni che facevano sapere che aveva delle relazioni d’affari con tre uomini accusati nello scandalo della corruzione della federazione mondiale di football.
Mossack Fonseca nella tormenta
Il 5 ottobre, Ramòn Fonseca, uno dei fondatori dello studio di avvocati al centro della questione dei “Panama Papers”, si e’ recato da Momi, un panificio della citta’ di Panama famoso per le sue emapanadas e cupcakes. Il giurista, che e’ anche scrittore noto ed ex-consigliere del presidente panamense Juan Carlos Varela, ha voluto sottolineare una occasione speciale. “Acquistare un dolce per celebrare gli ultimi 6 mesi dopo il pirataggio del mio studio senza che nessuna procedura al mondo e’ stata avviata contro di noi”, ha scritto su Twitter.
Malgrado il suo buon umore in quel giorno, Mossack Fonseca non e’ uscito indenne dalla indagini sui suoi clienti e sulle sue pratiche.
Le autorita’ di Panama hanno difeso il loro Paese cercando di sviare l’attenzione su questo studio, e dicendo a giornalisti che i “Panama Papers” non riguardavano Panama, ma Mossack Fonseca. Ad ottobre, parlando a Monaco davanti a dei giornalisti del quotidiano  Süddeutsche Zeitung, il presidente panamense, Juan Carlo Varela, ha dichiarato che Fonseca, suo ex-consigliere, dovrebbe “assumersi la responsabilita’ delle sue azioni e, a breve, affrontare un giudizio”.
Le autorita’ bancarie e finanziarie di Panama procedono a delle verifiche e il ministro della Giustizia, Kenia Porcell, tenta di stabilire se Mossack Fonseca ha favorito o incoraggiato delle attivita’ illecite. I suoi servizi hanno perquisito la sede dello studio a due riprese in aprile, portando via una volta dei sacchi della spazzatura pieni di carte di diverso tipo. A settembre, un giudice panamense ha respinto le accuse verso Mossack Fonseca sostenendo che quanto indirizzato contro di loro dal procuratore speciale incaricato della criminalita’ organizzata, Javeir Caraballo, era illegale.
Secondo il ministero della Giustizia, le autorita’ hanno effettuato sedici visite e posto piu’ di 500 domande a delle istituzioni finanziarie e degli studi legali nel quadro della loro inchiesta.
Panama ha inviato quindici domande di chiarimento e di cooperazione giudiziaria relative ai “Panama Papers” ad undici Paesi, tra i quali il Messico, la Colombia e le Bahamas, Alcuni responsabili panamensi hanno incontrato per procuratori e dei diplomatici di nove Paesi da aprile per contribuire alle indagini, e anche diversi rappresentanti degli Usa a settembre.
Nove uffici chiusi
Mentre e nella misura in cui la pressione si e’ accentuata, i locali di Mossack Fonseca nel mondo sono stati coinvolti nella tormenta. Nove uffici di Mossack Fonseca, in territori britannici del Jersey, dell’isola di Man e di Gibilterra, in Peru’, a Sao Paulo (Brasile), in Olanda, in Nuova Zelanda, a Lugano (Svizzera) e in Nevada (Usa), sono stati chiusi secondo le informazioni diffuse dai media e i registri delle societa’.
Nel Nevada, le autorita’ hanno condannato lo studio Mossack Fonseca di Las Vegas a 10.000 dollari di ammenda per essere venuto meno ai propri obblighi amministrativi. Nel Wyoming, le stesse hanno inflitto allo studio di Cheyenne un’ammenda di 9.600 dollari, accusandolo di aver dimostrato un “disprezzo flagrante verso la legge” e di non avere “in alcun modo rispettato” i propri obblighi di prendere nota delle persone che sono dietro le imprese immatricolate nello Stato e che li rappresentano.
Le autorita’ delle isole Vergini britanniche hanno condannato Mossack Fonseca ad un’ammenda di 31.500 dollari ad aprile e ad un’altra di 440.000 dollari a novembre per quattordici violazioni rispetto agli scarsi controlli che hanno effettuato per lottare contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento al terrorismo. E’ la piu’ grossa ammenda mai imposta nel Paese ad uno studio legale.
Arresti in Venezuela ed Israele
Un ex-rappresentante di Mossack Fonseca, l’avvocato venezuelano Jeannette Almeida, e’ attualmente detenuta in una prigione militare di Caracas, la capitale, in attesa del suo processo per infrazioni alle leggi bancarie.
Persone a lei vicine sostengono che si tratti di un capro espiatorio. Hanno dichiarato ad un sito di informazione venezuelano, La Patilla, che essa non era che l’avvocato che ha creato delle societa’ extraterritoriali per conto di clienti, e non la proprietaria di queste societa’. L’avvocato della sua famiglia ha deplorato in una intervista che lei sia dietro le sbarre mentre le “vere persone legate alla vicenda” restano impunite.
La polizia venezuelana ha anche arrestato la madre il fratello di Adrian Velasquez, una ex-guardia del corpo dell’ex-presidente Hugo Chavez. Velasquez e’ diventato direttore di una societa’ extraterritoriale creata da Mossack Fonseca quattro giorni prima dell’elezione dell’attuale presidente Nicola Maduro.
Il ministero pubblico del Venezuela ha fatto sapere che le autorita’ hanno fermato i parenti di Velasquez in un aeroporto ed hanno sequestrato delle vetture, delle moto e delle scatole di gioielli vuote. Velasquez e la sua donna, ex-dirigente del Tesoro pubblico e infermiera che si e’ occupata di Chavez che era stato colpito da un cancro prima della sua morte, a marzo 2013, vivono nella Repubblica Dominicana. Sua madre e suo fratello sono poi stati liberati.
In Uruguay, le autorita’ hanno arrestato undici persone ad aprile dopo la scoperta di legami tra due societa’ crete da Mossack Fonseca e il fratello di uno dei narcotrafficanti piu’ ricchi del Messico. In Israele, i primi arresti hanno riguardato due alti dirigenti di societa’ sospettate di aver imboscato centinaia di migliaia di dollari in delle societa’ extraterritoriali.
A novembre, un’agenzia britannica di lotta contro la criminalita’ ha arrestato tre dipendenti di una grande banca nell’ambito di quello che i media locali hanno indicato come la piu’ clamorosa vicenda di insider trading che si sia conosciuta nel Paese. Le autorita’ non hanno reagito a queste informazioni, anche se gli arresti sono stati effettuati alcuni giorni prima che il governo rivelasse che i “Panama Papers” erano utilizzati per fare delle inchieste su una “vasta operazione di insider trading”.
“Bisogna andare, ora”
Due giorni dopo la pubblicazione dei primi articoli sui “Panama Papers”, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), organi intergovernativo impegnato nella lotta mondiale contro l’evasione fiscale, ha convocato una riunione urgente a Parigi.
Mark Konza, vice-commissario alle Imposte dell’Australia, ha presieduto questa riunione che ha riunito gli alti responsabili delle amministrazioni fiscali di trentacinque Paesi. Quando lo scandalo e’ scoppiato, il suo patron gli ha semplicemente detto: “Mark, bisogna andare, ora”. “La sera del giorno dopo, ho preso un aereo per Parigi in 24 ore e sono sceso praticamente dentro la sala della conferenza”, racconta. Ottanta persone occupavano la sala, che era piena. Uno dopo l’altro, i rappresentanti hanno esposto cio’ che sapevano o non sapevano in materia di “Panama Papers”.
“La principale impressione che ho avuto era che tutti i partecipanti erano sottoposti alla pressione del mondo politico perche’ facessero qualche cosa e rassicurassero la popolazione sul fatto che queste questioni sarebbero state trattate”, si ricorda.
In seguito, numerosi governi nel mondo hanno preso dei provvedimenti. Il Parlamento europeo ha anch’esso accettato a giugno di avviare una commissione composta da 65 membri incaricati di fare indagini sul riciclaggio dei capitali, l’evasione e la frode fiscale. “Le rivelazioni dei ‘Panama Papers’ hanno mostrato che era troppo facile nascondersi dietro queste strutture complesse”, ha sottolineato il vice-presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, proponendo una lista nera europea dei paradisi fiscali, che sara’ pubblicata nel 2017.
Nello stesso momento, il Regno Unito ha mantenuto la promessa che aveva fatto nel 2013 di creare un registro pubblico dei proprietari d’impresa. Nell’ambito di un vertice mondiale contro la corruzione organizzato il mese precedente a Londra, nel corso del quale la questione dei “Panama Papers” era in tutti i discorsi, la Nigeria, il Ghana, il Kenya e l’Afghanistan si sono impegnati a fare altrettanto ed a raggiungere la lista sempre piu’ lunga, dopo un rendiconto della Financial Transparency Coalition.
“Una certa volonta’ di agire”
Se i “Panama Papers” continuano ad avere delle ripercussioni, i governi e la societa’ civile prevedono che una lunga battaglia sara’ necessaria per arrivare a dei cambiamenti di una certa durata.
Alcuni governi non prevedono una minima riforma. Mentre, sette dei dieci Paesi di cui gli ex o attuali capi di Stato sono nominati nei “Panama Papers” hanno preferito restare silenziosi o si rifiutano di aprire delle inchieste, come l’Arabia Saudita, il Qatar e l’Ucraina, il cui Parlamento ha respinto una proposta per istituire una commissione d’inchiesta.
“Alcuni governi hanno preso degli impegni a favore della trasparenza, mentre altri no", constata Porter McConnell della Financial Transparency Coalition. Intanto che provvedimenti elementari di trasparenza finanziaria non saranno diventati norma mondiale, credo che restiamo in un ciclo perpetuo di elaborazione delle politiche in funzione delle fughe d’informazione”.
Nel frattempo, la societa’ civile spera che la pressione dell’opinione pubblica, motivata dai “Panama Papers”, forzera’ gli Stati a battersi per ottenere una soluzione mondiale ai problemi posti dall’opacita’ delle operazioni extraterritoriali.
“Durante questi decenni, tutto il mondo era al corrente dell’esistenza dei paradisi fiscali e i nostri eletti la tolleravano”, ricorda Alfred de Zayas, un esperto indipendente che lavora per conto dell’ONU, che ha recentemente pubblicato un rapporto sulle conseguenze dell’evasione fiscale e del segreto bancario sui diritti dell’uomo.
"Oggi, in seguito allo scandalo dei “Panama Papers”, i governi e le organizzazioni internazionali considerano la questione piu’ seriamente. Io sono ottimista. Per la prima volta, ho veramente la sensazione che c’e’ una certa volonta’ d’agire”.

(Articolo del Consorzio Internazionale dei giornalisti d’inchiesta -ICIJ. Hanno contributio a questo articolo: Jimmy Alvarado, Kristof Clerix, Lkhagva Erdene, Michael Hudson, Sol Lauria, Joseph Poliszuk ed Ewald Scharfenberg)

I “Panama Papers” in tre punti:
1 – Il quotidiano Le Monde e altre 108 redazioni in 76 Paesi, coordinate dal Consorzio internazionale dei giornalisti d’inchiesta (ICIJ), hanno avuto accesso ad una massa di informazioni inedite che facevano luce su un mondo opaco della finanza offshore e dei paradisi fiscali.
2 – Gli 11,5 milioni di file provengono dagli archivi dello studio panamense Mossack Fonseca, specializzato nella domiciliazione di societa’ offshore, tra il 1977 e il 2015. Si tratta della piu’ grossa fuga di informazioni mai utilizzata da parte dei media.
3 – I “Panama Papers” rivelano che migliaia di persone anonime e numerosi capi di Stato, miliardari, grandi nomi dello sport, celebrita’ e personalita’, in un ambito di sanzioni internazionali hanno fatto ricorso a societa’ offshore per nascondere i loro guadagni.
 
 
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