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Rinascente: una storia esemplare su come i gestori trattano i soldi dei clienti
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Articolo di Giuseppe D'Orta
10 novembre 2004 0:00
 
Rinascente fu cancellata dal listino a seguito di un'opa volontaria.
Poi e' stato distribuito un dividendo straordinario (dicembre 2003), ora Grandi Magazzini Rinascente ed Upim sono stati scissi ed Ifil ha passato la propria quota ad Auchan, che gia' possedeva l'altra meta'.
Il tutto ha comportato ottime plusvalenze, a cui i soci di minoranza Rinascente non hanno potuto partecipare perche' costretti a consegnare le azioni in opa. Leggiamo dai giornali che tutto il gruppo Rinascente e' attualmente valutato il doppio del prezzo riconosciuto tramite l'opa ai piccoli azionisti, e l'opa non e' avvenuta certo dieci anni fa.
Coloro i quali decisero di non aderire ed hanno mantenuto le azioni hanno si' incassato il maxi-dividendo dello scorso anno ma, oltre a non godere della cessione attuale, si ritrovano ancora oggi delle azioni non quotate e praticamente invendibili.
Tutto regolare ai sensi di legge, ma ogni qualvolta ci si ritrova davanti a simili situazioni (e negli ultimi anni sono state parecchie) ci si rende conto di cosa sia sempre piu' diventato il mercato azionario.
Se i fondi comuni si fossero opposti all'opa...Rinascente era un titolo del Midex, e quindi presente nei loro portafogli...ma qui entriamo nella fantascienza, dato che dalle nostre parti la regola e': vivi e lascia vivere. Tanto i soldi sono dei clienti, nessuno mai fa notare queste cose e, quindi, nessun cliente mai si chiedera' cosa i gestori facciano col suo danaro, oltre ad incassare le loro provvigioni.
 
 
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