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Senza rating? Al cliente diro' di no
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Articolo di Antonio Lucenti
18 luglio 2003 0:00
 
Riceviamo, e pubblichiamo, un commento di un nostro lettore ad un articolo pubblicato oggi su IlSole24Ore

Morya Longo riporta una intervista con il capo della rete di Banca Intesa, Il sole 18 luglio 03.
Belle parole, di grande effetto scenografico.
Come risparmiatore, e non ancora cliente, prendo atto con entusiasmo che finalmente Banca Intesa ha deciso di tutelare i clienti, nella calda estate del 2003.
Abbiamo doppiato Cape Horn, il peggio e' passato, da oggi navigazione tranquilla.
Tuttavia nell'articolo ho trovato qualche passaggio che desta perplessita'.
La Banca e' il negozio dei soldi: sapevo che le Banche si occupano di finanziare le imprese, e anche il consumo.
Oggi scopro con meraviglia, che si fanno carico addirittura del " .. problema .. di conciliare le esigenze di sviluppo delle aziende con quelle di guadagno degli investitori..."
Mi sembra francamente una affermazione un po' forte.
Ritengo che la parola investimento, invece che guadagno, sarebbe stata piu' consona, e l'ombra della demagogia non avrebbe oscurato la dichiarazione.
Il guadagno sta all'investimento come la giustizia sta alla legge.
Anche se auspicato, auspicabile e possibile, non e' indispensabile, ne' tassativo, ne' inevitabile che la legge faccia giustizia, ne' che l'investimento produca un guadagno, sono solo possibilita'.
Non e' giusto alimentare questo equivoco, che ha contribuito non poco a produrre gli aumenti esagerati dei prezzi di Borsa negli anni appena trascorsi , ed ha rapito la fantasia di troppi risparmiatori ingenui.
Un attimo di meditazione .

A proposito di equivoci, ne ritrovo un altro molto diffuso, molto pericoloso, che mi suona molto male in questo contesto e con questo personaggio intervistato, direttore della rete di Banca Intesa. Che certamente non puo' aver fatto una dichiarazione cosi' superficiale.
Alla domanda:" Uno dei problemi cha la vicenda Cirio ha sollevato, e' anche la scarsa competenza da parte del personale allo sportello. Come vi state muovendo su questo fronte?"
La risposta appare assolutamente non pertinente, e finisce "...ripartira' il ciclo di formazione sui temi del risparmio che interessera' 6000 gestori di Banca Intesa".
Cosa c'entrano i gestori con il personale allo sportello?
I 6000, cosa sono: gestori, impiegati, o promotori?
Con ordine.
6000 gestori mi sembrano troppi, ma soprattutto non coinvolti nel "problema", o almeno si spera, perche' sarebbe molto preoccupante se le parole "scarsa competenza", riferite alla loro professionalita', non avessero prodotto una reazione molto, ma molto vivace da parte del dottor Arrighetti!
6000 impiegati allo sportello, puo' essere benissimo, ma cosa avrebbero a spartire con i gestori, questi impiegati, senza altra qualifica professionale particolare, ne' responsabilita', se non quella strettamente tecnica, e che necessitano di cicli successivi di formazione.
Con un vuoto tragico tra uno e l'altro, se sono stati loro a farcire di Argentina e di Cirio (come pare di capire dalla domanda che non e' stata rettificata). 6000 promotori finanziari, ci siamo col numero, ma, anche se il promotore finanziario e' l'unico professionista abilitato per legge a seguito di un esame, ed autorizzato a seguito dell'iscrizione all'apposito albo, a portare fuori dalle mura della sede dell'intermediario la proposta di investimento, tuttavia gli e' vietato fare gestione, la Consob lo sanzionerebbe in modo pesante.
Inoltre il promotore e' responsabile della continuita' della propria formazione, ci mancherebbe altro!
Quindi non ha nulla a che vedere, per la propria qualifica professionale, ne' con l'impiegato allo sportello, e neppure, chiaramente, con i gestori.
Attenzione agli equivoci. Sono subdoli e pericolosi. Leggiamo sempre con attenzione.

 
 
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