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La fine del mondo non è arrivata, neppure di quello finanziario
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Editoriale di Alessandro Pedone
31 dicembre 2012 14:55
 
Mancano poche ore alla fine di questo 2012 che era nato sotto i peggiori auspici non solo per la così detta profezia dei Maya (che ovviamente non era neppure una profezia, ma semplicemente una bufala buona per far fare un po' di soldi a qualcuno) ma anche per la situazione finanziaria che a molti appariva irrimediabilmente disastrosa.
La gente dimentica in fretta e molti adesso faranno fatica a ricordare il clima cupo che si respirava circa un anno fa. Giravano in rete pseudo-notizie circa l'imminente distruzione dell'Euro.
Si leggeva che qualche tipografia in Germania stava già stampando nuovi marchi.
Si spiegava sui giornali e nei siti internet come fare a distinguere gli “Euro greci” dagli “Euro tedeschi” o italiani grazie all'iniziale del numero di serie... Oggi queste cose possono far ridere, allora facevano tremare i polsi a più di un risparmiatore.
In quel contesto, nel nostro piccolo, noi abbiamo provato a scrivere articoli in controtendenza che cercavano di spiegare le ragioni per le quali la situazione dell'area euro in generale e dell'Italia in particolare non fosse così disastrosa come veniva raccontata sui giornali (ad esempio: 30 Novembre 2011, “Perché l'Euro può uscire da questa crisi e può uscirne più forte di prima”). Naturalmente ci siamo presi non pochi insulti per questi articoli, ma siamo comunque contenti di aver dato il nostro piccolo contributo ai lettori affinché non fossero spaventati dal catastrofismo dilagante allora sui media.
In queste ore coloro che insistono nel fornire informazioni catastrofiste sono tutti concentrati nel famoso “fiscal cliff”, ovvero il “burrone fiscale” che potrebbe, secondo alcuni, portare di nuovo gli USA in recessione a causa del combinato disposto automatico di tagli alla spesa e aumento delle tasse. E' facile prevedere che non accadrà niente di tutto questo. Quand'anche democratici e repubblicani non riuscissero a trovare un accordo nelle prossime ore è evidente che lo troveranno nei prossimi giorni del nuovo anno.
L'ansia del “cronometro” è generata chiaramente dai media (e sapientemente orchestrata dai politici interessati affinché la pressione dell'opinione pubblica faccia ammorbidire certe posizioni rigide) ma non esiste una vera data oltre la quale c'è la catastrofe, il burrone fiscale. Ciò che non sarà eventualmente fatto entro il 31 Dicembre 2012 potrà tranquillamente essere fatto il 2 gennaio 2013 o dopo. Forse sarà anche più facile poiché invece di accordarsi su un “aumento” della tassazione per alcuni a vantaggio di altri, ci si accorderà per un taglio della tassazione per alcuni e non per altri.
La fine del mondo, quindi, neppure di quello finanziario, non avverrà neppure il 31 dicembre 2012 e neppure se in USA non ci si accorderà sul burrone fiscale.  
 
 
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