Circa tredici mesi fa ho avviato una pratica di successione alle Poste. Ho prodotto i documenti richiesti ma alcuni risultavano errati o incompleti.Fra reclami scritti e problemi personali e passato un pò di tempo.
Alla fine quando ho consegnato l'ultimo documento che serviva, l'impiegato ha detto che la pratica andava rifatta poichè dopo un anno era stata annullata. In particolare, secondo l'impiegato, la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà è scaduta perchè ha una validità di sei mesi e quindi va rifatta.
A proposito di dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà leggo che "la validità temporale permane finchè non mutano i fatti oggetto di dichiarazione"e che "il pubblico ufficiale che non ammette la dichiarazione,nonostante ci siano tutti i presupposti per accoglierla, incorre nelle sanzioni...(OMISSIONE DI ATTI D'UFFICIO)".
Nella dichiarazione si dichiara che tizio è deceduto e ha lasciato come eredi caio e sempronio, e inoltre caio ha rinunciato all'eredità lasciando sempronio come unico erede.
Quando io faccio una dichiarazione del genere me ne assumo la responsabilità e non capisco come si fa a dire che non è più valida anche se sono passati dieci anni dal giorno della dichiarazione.
Vorrei sapere se l'impiegato in questo caso è un pubblico ufficiale e se accettare o meno la dichiarazione è a sua discrezione (chi deve stabilire se ci sono tutti i presupposti per accoglierla?).

Risposta:
Deve far presente che dal 1 gennaio 2012, a seguito dell’abrogazione del comma 2 dell'art. 41 del D.P.R. n. 445/2000 da parte della legge di stabilità per quell'anno, i certificati anagrafici e di stato civile, gli estratti e le copie integrali degli atti di stato civile hanno validità di sei mesi dalla data del loro rilascio se disposizioni di legge o regolamentari non prevedano una validità superiore. Continuano ad avere validità illimitata i certificati attestanti stati, qualità personali e fatti non soggetti a modificazioni, come appunta la nascita ed il decesso.