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Processo Parmalat per aggiotaggio e falsita' dei revisori. Domani l'udienza che potrebbe far finire tutto in una bolla di sapone
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18 aprile 2007 0:00
 
Domani si svolgera' un'udienza del processo Parmalat per aggiotaggio e falsita' dei revisori in corso avanti al Tribunale di Milano che potrebbe rivelarsi determinante per l'esito dell'intero processo che ormai e' nel bel mezzo del dibattimento. Fin ad oggi abbiamo seguito con l'ottimismo della volonta' l'andamento di questo processo; il dibattimento, nonostante l'indubbia complessita' del caso, e' proceduto con una certa speditezza e regolarita', sotto l'attenta direzione del Presidente, Dott. Ponti.
Un discreto gruppo di ex creditori e di ex azionisti che sino rivolti all'Aduc, si sono costituiti, con il patrocinio dell'avv. Osvaldo Pettene, parti civili nei confronti degli imputati e delle societa' che sono ad essi collegate come responsabili civili. L'ottimismo di cui sopra e' stato alimentato in un primo momento dalla serieta' delle accuse e delle fonti di prova acquisite dalla Procura di Milano e dalle consulenze della Dott.ssa Chiaruttini e, poi, si e' rafforzato con il rinvio a giudizio degli imputati e il successivo motivato rigetto da parte del Tribunale di tutte le eccezioni delle difese e dei responsabili civili collegati agli imputati. Mentre il dibattimento prendeva avvio e proseguiva secondo un fitto calendario di udienze, succedevano due fatti. (1) A Parma prendeva avvio l'udienza preliminare per la bancarotta fraudolenta (troncone principale), nei confronti anche di quegli stessi imputati che, nel processo di Milano, costituiscono il principale obiettivo delle richieste risarcitorie dei risparmiatori costituitisi parte civile (i revisori principali e secondari), ma in quella sede, quindi tempestivamente, i revisori hanno patteggiato la pena con il pubblico ministero; (2) a New York, avanti il Tribunale Distrettuale, la nuova Parmalat s.p.a. e Deloitte & Touche hanno concluso una transazione di 149 milioni di dollari. I due fatti sono strettamente collegati, per cui alla prima udienza utile nel processo per aggiotaggio, la difesa del Dott. Bondi ha, correttamente, revocato la propria costituzione di parte civile contro i revisori.
Tuttavia, poiche' i singoli risparmiatori vantano, a seguito delle contestate condotte di aggiotaggio e di falsita' nelle comunicazioni dei revisori, delle autonome pretese risarcitorie sia a titolo di danni patrimoniali che non patrimoniali, essi non dovrebbero venire pregiudicati da qualsivoglia transazione intervenuta tra le societa' del Gruppo in Amministrazione Straordinaria e i revisori della Deloitte & Touche, trattandosi di soggetti terzi e, comunque, residuando danni che mai possono essere risarciti, neppure indirettamente (danni subiti dagli ex azionisti; danni morali per gli ex bondisti), dal Dott. Bondi.
Ora l'ottimismo di cui sopra lascia lo spazio alla preoccupazione, visto che si apprende da fonti giornalistiche l'esistenza, mai smentita, di trattative tra i revisori della Deloitte e la Procura della Repubblica di Milano, finalizzate a consentire una surrettizia riapertura dei termini per i patteggiamenti delle pene, attraverso la nuova contestazione di circostanze aggravanti: in sostanza, attraverso la contestazione di una aggravante, alcuni imputati, giunti ormai forse a tre quarti del processo, potrebbero uscire di scena anche da questo processo milanese, cosi' come hanno fatto a Parma, frustrando le aspettative risarcitorie delle parti civili, che in caso di patteggiamento, nulla possono pretendere a tale titolo, ma solo agire nuovamente avanti il Tribunale Civile.
Riteniamo che la giustizia penale non possa tuttavia essere utilizzata in maniera tale da creare essa stessa, a sua volta, delle ingiustificabili ed inammissibili disparita' di trattamento tra vittime, parimenti danneggiate dal reato, producendo una sorta di vittimizzazione secondaria. Al di la' delle perplessit? tecnico-giuridiche per una possibile applicazione cosi' fuori "tempo massimo" del patteggiamento, va ricordato che i revisori, nel procedimento milanese, non avevano ritenuto di chiedere, nei termini di legge, il patteggiamento, cosi' come invece hanno fatto, tempestivamente, a Parma.
Ci chiediamo: e' giusto che il ruolo delle vittime dei reati rimanga sempre sacrificato e questo anche grazie all'azione della stessa Procura della Repubblica che dovrebbe tutelare anche le parti civili? Non tutti i risparmiatori danneggiati avranno infatti la forza, anche economica, per ripartite da zero, affrontando i costi delle cause (altro che class action) avanti i Tribunali Civili.
Domani, vedremo se le nostre preoccupazioni si sono rilevate fondate o meno.
 
 
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