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Allarme titoli Lehman Brothers. Attenti ai venditori di fumo.....
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Comunicato di Alessandro Pedone
30 settembre 2008 0:00
 
Fa tristezza vedere molte associazioni di consumatori che stanno iniziando il loro tipico can can sul fallimento dei titoli Lehman Brothers, spingendosi a lanciare allarmismi sui pericoli che correrebbero i depositi nelle banche italiane.
Come fare a non capire che la crisi e' talmente grave da suggerire l'accantonamento delle proprie piccole (direi misere) convenienze personali (e dell'entourage professionale che ruota attorno a queste organizzazioni)?
Noi di Aduc, avendo da sempre scelto di non diventare un apparato (o pseudo tale) possiamo cercare (nel nostro piccolo e con le nostre limitatissime forze) di dire le cose come stanno: le speranze di recuperare i danni derivanti dai titoli Lehman attraverso azioni legali, sono pressoche' nulle.
A meno che la banca non abbia fatto errori madornali, di tipo formale, non e' ragionevole ipotizzare responsabilita' degli intermediari in quanto accaduto.
I titoli Lehman erano (ex-ante; col senno di poi si puo' dire tutto quello che si vuole) titoli considerati assolutamente affidabili. Difficilmente si potrebbe sostenere che l'operazione era inadeguata ad un profilo di rischio conservativo o che l'intermediario non aveva fornito informazioni sufficienti.
I dati ci sembrano talmente evidenti da non meritare ulteriori commenti.
Quanto al catastrofismo che stanno spargendo queste associazioni, sostenendo che i depositi bancari sarebbero a rischio e chiedendo al Governo di "approntare un piano credibile a tutela dei risparmiatori" (quale?!?), ci chiediamo se questi soggetti sappiano di cosa stiano parlando
E' verissimo che il fondo interbancario di tutela dei depositi e' uno strumento che non serve ad affrontare una eventuale crisi sistemica dell'intero comparto bancario, ma spargere catastrofismo in questo modo serve solo a creare le condizioni affinche' i risparmiatori si facciano male da soli con gesti dettati da crisi di panico. In questo momento, oggettivamente, le banche italiane sono le meno toccate dal problema della crisi del credito mondiale e questo lo dicono i numeri, non il ministro dell'Economia Giulio Tremonti (che noi abbiamo da sempre criticato per mille altre cose, ma non certo per questa).
Sostenere che i depositi delle banche italiane siano a rischio e' pura follia o forse, e' solo politica...  
 
 
 
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