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AS ROMA E CONSOB: FINISCE TUTTO, COME AL SOLITO, A TARALLUCCI E VINO
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Comunicato 
27 settembre 2004 0:00
 

Firenze 27 settembre 2004. Il 14 Maggio 2004 la Consob notifica un atto di citazione contro la A.S. Roma S.p.A. per censure concernenti la valutazione, al valore nominale, pari a circa 36,9 milioni di euro, del credito vantato verso la controllante Roma 2000 srl posto nel bilancio consolidato al 30.06.2003. In seguito a questa azione giudiziaria il "Gruppo Sensi" ha venduto una serie di immobili ed ha ceduto "pro-soluto" alla Banca di Roma una parte, pari ad euro 13.162.934,26, del credito verso Roma 2000 srl. L'A.S. Roma ha quindi incassato una cospicua liquidita' da queste operazioni estinguendo l'intera posizione creditoria verso Roma 2000 srl.
Si apprende oggi dal bollettino settimanale della Consob che la Commissione ha deciso di abbandonare l'azione giudiziaria ritenendola ormai sostanzialmente inutile dal momento che il credito e' estinto. Finisce quindi, ancora una volta, tutto a tarallucci e vino.
La Consob rimane convinta che i bilanci della AS Roma non fossero regolari, ma preferisce non far sancire questa sua opinione nelle sedi preposte. A chi giova tutto questo? Certamente non alle migliaia di risparmiatori che hanno perso molti soldi con le azioni delle AS Roma.
Anche questo episodio dimostra in maniera chiara come la Consob sia del tutto inadeguata al ruolo che ricopre. I politici si apprestano a conferire nuovi poteri alla Consob e (speriamo) nuove risorse. Questo sara' certamente utile, ma non risolvera' il problema fino a quando alla commissione non verranno assegnati anche dei precisi doveri oltre ai poteri che la costringano a fare realmente gli interesse degli investitori e non a mediare dando, come spesso fa, un colpo al cerchio ed uno alla botte.
Fra i doveri della commissione dovrebbero esserci quelli di rispondere agli esposti dei risparmiatori ridefinendo i contorni del segreto d'ufficio dietro il quale, sovente, la commissione si rifugia per sfuggire alle proprie responsabilita'.
Cogliamo l'occasione per suggerire a tutti i risparmiatori di lasciare la passione calcistica fuori dal perimetro degli investimenti finanziari. Le azioni delle societa' di calcio non sono investimenti finanziari in senso stretto, ma scommesse assunte contro le regole della probabilita'.
Il fatto che la Consob permetta la quotazione di queste azioni, la dice lunga sulla sua funzione di tutela del risparmio.
Alessandro Pedone, responsabile Aduc per la tutela del risparmio
 
 
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