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BARILLA E CIRIO
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Comunicato 
21 novembre 2002 0:00
 
Roma, 21 novembre 2002. Mentre attendiamo che la Banca d'Italia risponda alla nostra sollecitazione del 15 novembre e avvii un'indagine sul modo con cui le banche hanno operato e sul rapporto con le imprese del gruppo Cirio, vogliamo spostare la nostra attenzione su le nuove obbligazioni della Barilla. Il gruppo alimentare ha lanciato, il 18 scorso, un prestito obbligazionario di 300 milioni di euro. Per chi crede nella iettatura non potrebbe esserci momento peggiore, considerata l'attinenza con la tipologia di mercato della Cirio e con le (eufemisticamente) difficolta' che incontra il gruppo di Sergio Cragnotti. Certo la Barilla e' una societa' piu' solida della Cirio ma ci sono alcune analogie che ci lasciano perplessi -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc. Come per le obbligazioni della Cirio, la Barilla non ha un rating ufficiale, cioe' non esiste una valutazione certificata esterna della capacita' di solvibilita'. Le banche collocatrici, Caboto, Mediobanca e Ubm, hanno valutato non speculative le obbligazioni Barilla. Sono stime fatte dagli stessi istituti che vendono titoli Barilla: come chiedere all'oste se il vino e' buono. Chi ci crede? C'e' innanzi tutto una domanda che desideriamo rivolgere alla Barilla: perche' non avete un rating ufficiale? Qualcuno lo impedisce? Ci sono i prospetti informativi, si rispondera'. Il piccolo risparmiatore ha mai letto da cima e fondo un prospetto informativo? Crediamo proprio di no, giacché ci vuole una laurea in economia per comprenderlo. A chi potra' affidarsi dunque il povero investitore per capirne qualcosa? Alle banche? Dobbiamo ridere? Non sono sufficienti le esperienze in Argentina e con la Cirio?
Noi le obbligazioni della Barilla non le acquisteremmo.
 
 
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