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CLASS ACTION. CONTINUA IL BALLETTO DELLA MAGGIORANZA PER RENDERLA SEMPRE PIU' INAGIBILE
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Comunicato 
7 dicembre 2007 0:00
 

Firenze, 7 Dicembre 2007. Giorno che vai class action che trovi. Sembra questo il motivo conduttore della maggioranza che, in commissione Bilancio alla Camera, sta definendo gli aggiustamenti non tanto per una migliore fruizione di questa nuova procedura processuale da parte dei cittadini, ma per renderla macchinosa e, nella sostanza, un bel tomo con altrettanto bel titolo da tenere su uno scaffale per dire che esiste ma non che possa essere facilmente fruibile.
L'attuale stesura non prevede la non-retroattivita' che, solo ieri, sembrava fosse una condizione fondamentale (1), ma sembra (voci/notizie di agenzie stampa) che non sia escluso un nuovo sub-emendamento. Forse devono ancora arrivare i pesanti condizionamenti di aziende tipo Monte dei Paschi di Siena, Parmalat, banche varie per i bond Cirio e Argentina, Alitalia come acquirente di VolareWeb (e sono solo alcuni esempi), che sarebbero tra le principali interessate alla non-retroattivita' di questa procedura giudiziale.
La novita' piu' grosse del testo che circola oggi ci sembrano tre, tutte contro gli interessi dei cittadini danneggiati che potrebbero avere beneficio da queste cause.
1. L'articolazione -ancora piu' tale, cioe' resa piu' difficoltosa- del meccanismo per il rimborso una volta emessa sentenza favorevole ai ricorrenti. Il nuovo coniglio dal cappello prevede una proposta del soccombente in base ad un minimo stabilito dal giudice e, in caso di non accettazione, una camera di conciliazione con tre avvocati, uno del ricorrente, l'altro del soccombente e l'ultimo del tribunale in qualita' di presidente di questa camera. In caso di non accordo, ovviamente, il danneggiato puo' proseguire in causa ordinaria. A parte l'aspetto "positivo" dell'aver levato potere alle associazioni di consumatori, precedentemente investite nel decidere per i loro clienti come se fossero avvocati, e' evidente che non si vuole in alcun modo rendere agibile questo procedimento. Perche' il giudice non dovrebbe decidere che i rimborsi sono di xx euro e suddividerli tra i vari soggetti danneggiati direttamente? Troppo facile! Anche se l'avvio di una class action avra' potenti filtri all'avvio per impedirne l'abuso, il legislatore ritiene opportuno altrettanti filtri per far scucire il maltolto a chi e' stato giudicato colpevole. Se questo non e' uno scoraggiamento all'uso, cos'e'?
2. La seconda novita' e' la soppressione di una delle poche cose positive che il testo approvato in Senato aveva. Cioe' la diffusione di messaggi pubblicitari ingannevoli, accertata dall'autorita' competente, che rendeva nulli i contratti nei confronti di tutti i singoli consumatori o utenti nel periodo di diffusione del messaggio stesso (art.11). Confindustria, che aveva avviato una battaglia feroce contro questo aspetto, ce l'ha fatta. Quindi, la possibilit'a di fare risparmiare soldi al cittadino e alla giustizia nel non adire una causa che sara' persa dal chiamato in giudizio, e' sfumata.
3. Il tetto massimo del 10% per il compenso degli avvocati del ricorrente non esiste piu',
non sostituito da alcun tetto. Un complimento alla corporazione degli avvocati che e' riuscita nel suo intento, trovando nuova fonte per i super guadagni dei propri affiliati.

Ora spettiamo le prossime mosse della maggioranza, tutte sul filo del rasoio, si' da impedire che vi si possa ragionare, confrontarsi e trarne una conclusione pacata e razionale. L'emergenza, come l'aver voluto inserire la class action come emendamento della Finanziaria, serve solo a far accettare l'inaccettabile, e il balletto di questi giorni ne e' tragica testimonianza.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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