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LA CLASS ACTION ITALIANA E' FIGLIA DELLA LEGGE DI RIFORMA DEL RISPARMIO: CHISSA' QUANDO VEDRA' LA LUCE E CHISSA' A CHI SERVIRA'
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Comunicato 
18 giugno 2004 0:00
 

Firenze, 18 giugno 2004. Mentre la riforma del risparmio langue impastonata nei giochi e negli equilibri dei poteri forti e di Stato della finanza italiana, altrettanta sorte sta seguendo l'istituzione dell'azione collettiva giudiziaria, la cosiddetta Class Action.
Il ddl Bonito n.3838 si e' avvalorato di un'altra perla, oltre a quelle che gia' lo mortificavano rispetto alle necessita' dei consumatori. Il 16 giugno il Governo ha dato parere negativo ad un emendamento a firma Giorgio Benvenuto (Ds), che chiedeva l'applicabilita' della class action anche al settore del risparmio (banche, assicurazioni, finanza). Per cui al momento questo tipo di causa collettiva dovrebbe essere possibile solo nel caso di contratti standard (con sottoscrizione di moduli e formulari), conciliando presso gli organismi preposti, sia pubblici che privati.
Non ci sentiamo particolarmente fantasiosi o esagerati e diffidenti se sosteniamo che questa decisione del Governo ci sembra proprio in linea con quanto sta accadendo nella riforma delle leggi sul risparmio, quella che dovrebbe far nascere una sorta di super-Consob. Che era li' li' per essere partorita alcuni mesi fa, ma che, elezioni o meno, sta languendo e si parla gia' di dimissioni del relatore, slittamento a non si sa quando, scontri nella maggioranza, scontri tra maggioranza e opposizione, scontri tra Bankitalia e ministro dell'Economia .... insomma tutto quello che si puo' consumare nei meandri della politica istituzionale, mentre si continuano a consumare quelli che noi crediamo siano veri e propri reati commessi dagli intermediari finanziari nei confronti dei risparmiatori.
Quindi la class action all'italiana sara' quel che sara' e chissa' quando.
Oltre all'impossibilita' d'uso nel settore risparmio, sara' ad appannaggio solo delle associazioni (professionali e di categoria) e non dei singoli presunti truffati magari aggregatisi per l'occasione, e non prevedera' in caso di vittoria un rimborso immediato, ma solo dopo che ogni singolo avra' fatto un'ulteriore azione.
Forse sara' il caso di non chiamarla piu' class action, che evoca il procedimento Usa che e' di tutt'altra fattibilita' e uso e su cui, per esempio sul caso Parmalat, noi abbiamo gia' avviato con oltre 8 mila risparmiatori italiani una procedimento davanti al tribunale di New York.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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