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CLASS ACTION. PRONTO IL NUOVO TESTO DEFINITIVO (?) DEL GOVERNO. VERSO LA NON CLASS ACTION
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Comunicato 
11 dicembre 2007 0:00
 

Firenze, 11 Dicembre 2007. Pare sia pronto il testo definitivo del Governo per la class action, che dovrebbe sostituire l'art. 99 della Finanziaria cosi' come e' stata approvata dal Senato (1). Il giudizio che ne diamo, dopo le varie voci e posizioni che sono circolate nei giorni scorsi, e' negativo: ci sembra un bell'oggetto con un bel nome ma impraticabile e non in grado di rispondere all'esigenza che in questi ultimi anni e' maturata per arginare le truffe di molte aziende specialmente coi contratti tramite moduli o formulari.
- E' stato parzialmente superato il blocco alla praticabilita' che, nel testo del Senato violava apertamente l'art.24 della Costituzione sul diritto di accesso alla giustizia per chiunque, ma rimangono gli aspetti negativi:
- la tutela e il procedimento sono riservati a soggetti consumatori (che operano non in ambito lavorativo) e non a chiunque abbia ricevuto un danno;
- non c'e' un tetto al compenso degli avvocati;
- a sentenza favorevole per il ricorrente, per avere il rimborso e' prevista una proposta del soccombente in base ad un minimo stabilito dal giudice e, in caso di non accettazione, una camera di conciliazione con tre avvocati, uno del ricorrente, l'altro del soccombente e l'ultimo del tribunale in qualita' di presidente di questa camera. In caso di non accordo, ovviamente, il danneggiato puo' proseguire in causa ordinaria. Perche' il giudice non dovrebbe decidere che i rimborsi sono di xx euro e suddividerli tra i vari soggetti danneggiati direttamente?
E' stata soppressa una delle poche cose positive che il testo approvato in Senato aveva. Cioe' la diffusione di messaggi pubblicitari ingannevoli, accertata dall'autorita' competente, che rendeva nulli i contratti nei confronti di tutti i singoli consumatori o utenti nel periodo di diffusione del messaggio stesso.
Tutti elementi che rendono impraticabile questo procedimento, a meno che non si abbia intenzione di infilarsi in un ginepraio burocratico dove, siccome il tempo non lavora per i soggetti piu' deboli (i danneggiati), questi ultimi, presi per sfinimento, demorderanno o accetteranno qualunque proposta della parte soccombente.
Sorge spontanea una domanda: perche' le aziende che oggi truffano i loro clienti non dovrebbero continuare a farlo?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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