COMMISSIONI DI CONCILIAZIONE A GO-GO: QUANTO VALE IL "BUSINESS"? UN PO' DI CHIAREZZA NON GUASTEREBBE.
Comunicato
28 luglio 2004 0:00
Firenze 28 luglio 2004 - Secondo quanto pubblicato in settimana da Panorama Economy (e non smentito da nessuno) le commissioni di conciliazione fra alcune associazioni di consumatori e le banche prevedono, da parte di quest'ultime l'elargizione di una "dazione" (non sapremo come altro qualificarla: contributo "volontario"? Spese legali? Donazione?) oscillante tra i 100 ed i 600 euro a pratica esaminata.
L'antesignano di questo business e' stato il Monte dei Paschi di Siena che ha previsto un contributo di 150 euro a pratica per i casi MyWay/4You, BTP Tel, BTP On line e simili.
Stando ai dati diffusi congiuntamente dal Monte dei Paschi di Siena e dalle associazioni di consumatori che hanno partecipato a questa iniziativa, alla data del 31/12/2003 c'erano 6.599 richieste. Ovvero circa un milione di euro di "dazioni" che MPS ha elargito alle associazioni (per la precisione ¤ 989.850,00). I dati forniti dal Gruppo MPS riferiscono di un 21% di partecipanti ai quali sarebbero stati dati rimborsi oscillanti fra l'80 ed il 100%. A tutti gli altri, niente soldi: ristrutturazioni finanziarie (ridicole) o semplicemente una porta in faccia.
Stimando l'importo medio dei rimborsi effettuati in base alla rata media del piano finanziario, nelle tasche delle associazioni di consumatori sono finiti circa il 10-15% delle somme materialmente versate ai risparmiatori.
Sempre secondo la stessa fonte, l'iniziativa ha comportato 138 riunioni, ovvero 7.173 euro a riunione! Un bel "gettone" di presenza. A che titolo sono stati elargiti questi soldi?
Rimborso spese? Non sarebbe opportuno fare un po' di chiarezza?
A questo, ovviamente vanno aggiunte le tessere dell'associazione (gia', perche' per partecipare al tavolo bisognava essere iscritti all'associazione. altrimenti le associazioni, poverine, di cosa campano?). Se ipotizziamo una quota media di 50 euro, abbiamo altri 330.000 euro circa di introiti che questa iniziativa ha fruttato alle associazioni.
Ma non basta, ci risulta -in base alle informazioni riferite dai lettori del sito Aduc-Investire Informati che hanno vissuto l'esperienza dei tavoli di conciliazione MPS- che in molti casi sono stati richiesti "contributi aggiuntivi" (a vario titolo riferiti) in base all'importo del piano finanziario sottoscritto.
Non ci stupisce che queste iniziative si siano moltiplicate e che la maggiorparte delle associazioni aderenti (non tutte, forse ci sono "trattamenti economici"differenziati?) ne tessano le lodi con tanto di iniziative di marketing che sbandierano i "casi civetta" di risparmiatori risarciti per accalappiare il maggior numero di associati-clienti.
E' utile ricordare che nel nostro Paese esistono diversi strumenti pubblici per esperire i tentativi di conciliazione. Si va dal semplice giudice di pace alle camere di commercio che sono attrezzate per questa funzione. Quando alcuni consumatori che si sono rivolti all'Aduc hanno tentato di esperire queste conciliazioni pubbliche, il Monte dei Paschi di Siena non ha ritenuto neppure di presentarsi. Come mai? Eppure erano occasioni per conciliare senza neppure pagare la "dazione" ad un'associazione. Forse il fatto che siano pubbliche crea qualche problema? Forse il fatto che il Gruppo MPS non paghi i componenti del tavolo non gli fornisce sufficienti garanzie di risultato?
L'Aduc (che, ricordiamo per inciso, non ha partecipato a nessuna di queste iniziative e non partecipa, per scelta, neppure al Consiglio presso il ministero delle Attivita' Produttive dove le associazioni di consumatori si spartiscono una sorta di finanziamento pubblico) ritiene che la funzione di una associazione di consumatori debba essere, primariamente, quella di rafforzare ed agevolare l'esercizio dei diritti individuali, non certo quella di accordarsi con la controparte sostituendosi alle strutture di conciliazione gia' esistenti che garantiscono un minimo di tutela (e di pubblicita') per entrambe le parti.
Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio