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CONCORRENZA BANCARIA. DOPO L'ALLARME DELLA COMMISSARIA UE... SOLO LE AULE DI GIUSTIZIA?
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Comunicato 
17 luglio 2006 0:00
 

Firenze, 17 Luglio 2006. La commissaria Ue alla concorrenza, Neelie Kroes, commentando i risultati di un'indagine dell'Antitrust europeo sul costo dei servizi bancari al dettaglio, ha sostenuto che occorre piu' concorrenza tra le banche che forniscono servizi e che per farvi fronte occorre realizzare un'area unica di pagamento, si' da armonizzare i costi di tutta l'Ue.
Avanti un altro? Si', e' proprio il caso di dirlo. Dopo l'Antitrust italiano, ecco quello europeo, ed ecco anche l'esecutivo della nostra Unione che prende posizione.
Noi aspettiamo solo che dalle parole si passi ai fatti... ma per ora siamo al palo.
Con le banche italiane l'unica via, al momento, sembra essere giudiziaria. E per chi l'ha intrapresa sa perfettamente cosa voglia dire: lungaggini e soluzioni cosi' diluite nel tempo e costose che si perde l'effetto deterrente che dovrebbe avere. Valga per tutti l'esempio, nel suo genere di prodotto finanziario, del "4You" della banca Monte dei Paschi di Siena: dopo diverse sentenze favorevoli a noi e anni di processi, il tutto non e' servito a razionalizzare prodotti e servizi verso i consumatori, ma solo, probabilmente, a risolvere qualche caso specifico.
La responsabilita' di questo e' della politica.
Noi all'inizio di giugno avevamo presentato una proposta di legge per abolire lo "ius variandi" (diritto delle banche a variare le condizioni di tenuta dei conti senza l'assenso del correntista: clicca qui) che e' stato recepito dal decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Vedremo se durera' fino alla conversione in legge.
Ma evidentemente non basta.
La riforma del risparmio che sembrava, poco meno di un anno fa, essere li' li' con l'approvazione, e' in alto mare e non se ne sa piu' nulla. Le banche continuano nei loro veri e propri furti nei confronti dei correntisti e risparmiatori, favoriti da un sistema di pagamenti che ormai non puo' piu' fare a meno del loro servizio (per cui se qualcuno volesse tenersi i soldi sotto il materasso, avrebbe un po' di problemi logistici a vivere in questa societa').
Che fare?
Lo chiediamo al legislatore. Noi continueremo con la nostra attivita' diretta e tramite quei parlamentari amici che portano in Parlamento le nostre proposte. Ma e' chiaro che se la questione non verra' affrontata in modo organico (cosi' come si e' fatto specificamente con lo ius variandi), si tratta solo di piccoli rattoppi. Continueremo anche con la via giudiziaria, ma sinceramente non siamo mai stati entusiasti di dover/poter risolvere questi problemi, anche perche' risolvono casi specifici e non modificano cio' che ha provocato l'illecito.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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