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"Decreto Sviluppo" e mutui rinegoziabili. Quante spine!
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Comunicato di Primo Mastrantoni
12 maggio 2011 9:35
 
  Il recente "Decreto Sviluppo" prevede la possibilita' di rinegoziare il mutuo per l'acquisto di una casa per le famiglie in difficolta', che abbiano un reddito Isee (Indicatore di situazione economica equivalente) inferiore a 30mila euro e un mutuo a tasso variabile entro 150mila euro. Si potra' passare dal mutuo variabile a quello fisso, vista la tendenza del variabile ad aumentare. Buona possibilita', si direbbe, ma non sembra proprio cosi'. Vediamo.
* La prima considerazione e' di carattere generale: non si possono stabilire con decreti le condizioni di rinegoziazione di un mutuo. Si altera la concorrenza tra le banche che potrebbero, loro stesse, rinegoziare i mutui a tassi piu' convenienti e acquisire nuovi clienti. D'altra parte il tasso massimo stabilito per legge induce "naturalmente "le banche a convergere sul quel tasso, il che potrebbe interessare (speriamo) l'Antitrust.
* La seconda considerazione riguarda i tassi in base alle previsioni dei prossimi anni. Il fisso, con relativa certezza, e' determinato in base alle aspettative del mercato. Se i tassi cresceranno di piu' rispetto alle previsioni, l'utente ne trarra' vantaggio se, invece, si verifichera' il contrario, cioe' i tassi scenderanno, chi se ne giovera' saranno le banche. Ma l'utente puo' prevedere cosa succedera' nei prossimi dieci anni? Abbiamo dei dubbi. Da subito, pero', le banche guadagneranno perche' dal passaggio del variabile al fisso i tassi aumenteranno.
Insomma le rose che ci offre il "Decreto Sviluppo" sono piene di spine. Per gli utenti.
 
 
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