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FONDI DI INVESTIMENTO: ABOLIRE LE COMMISSIONI DI INGRESSO
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Comunicato 
19 marzo 2001 0:00
 



Roma, 19 Marzo 2001. Considerato che l'83% dei fondi gestiti nel Bel Paese non riescono a superare il benchmark, moltissimi risparmiatori ci chiedono perche' mai devono pagare salate commissioni di ingresso, fino al 4%, quando acquistano un fondo di investimento. Il ragionamento e' semplice -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc: il cittadino affida i propri risparmi ad una banca o societa', indica il limite temporale e, ovviamente, chiede il massimo del risultato. Il promotore dovrebbe (il condizionale e' d'obbligo), in base a questi parametri, suggerire il tipo di investimenti migliore. I risultati disastrosi della consulenza finanziaria sono sotto gli occhi di tutti. Spesso il risparmiatore si rivolge alla propria banca chiedendo gia' un tipo di fondo, in questo caso la consulenza non c'e', ma la commissione di ingresso viene fatta ugualmente pagare. Vale a dire che la banca incamera soldi senza effettuare la relativa prestazione che e' quella di pianificazione finanziaria (nulla di nuovo sotto il sole!). Noi sosteniamo che il servizio di consulenza deve essere pagato a parte e che devono scomparire le commissioni di ingresso. In questo modo si responsabilizza la banca e si offre al cittadino la possibilita' di scelta. Le posizioni di rendita sono difficili da sradicare ma noi ci proviamo lo stesso.
 
 
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