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INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO. TRUFFE FINANZIARIE E INFORMATICHE IN AUMENTO. E ALLORA? . COMPLICHIAMO L'ACCESSO ALLA GIUSTIZIA..
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Comunicato 
11 gennaio 2005 0:00
 

Firenze, 11 Gennaio 2005. La relazione del procuratore generale della Cassazione, Francesco Favara, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario, e' stata molto esplicita: le truffe sono in aumento nel periodo 1 luglio 2003 / 30 giugno 2004 del 130%, e si tratta essenzialmente dell'incremento di quelle informatiche mediante l'uso della telefonia mobile e di Internet, nonche' per le iniziative di associazioni come la nostra relativamente ai prodotti finanziari e obbligazionari.
Un allarme che noi stessi abbiamo evidenziato da tempo e su cui il potere politico e legislativo sta tutt'altro che dando una risposta.
Sulle truffe legate ai prodotti finanziari e obbligazionari
sembrava che la legge di riforma del risparmio stesse li' li' per essere approvata, sanando tutti i mali di questo mondo, ma langue in Parlamento e, allo stato, quand'anche fosse approvata, non muterebbe granche' lo scenario. Anche perche' -e' bene ricordarlo- nel nostro Paese in materia non c'e' un problema di leggi carenti, ma di applicazione delle stesse: il Testo Unico della Finanza (Tuf) basterebbe da solo a condannare molti colpevoli ancora alla testa di istituti bancari e finanziari che, invece, grazie alle pastoie procedurali e alla forza del loro potere di condizionamento, imperversano nella finanza continuando a creare vittime. Ma l'unica "novita'" procedurale creata in materia, sono stati i tavoli di conciliazione di questo o quell'altro istituto: vere e proprie forche caudine in cui i risparmiatori presi per il collo (per fortuna in una percentuale quasi inesistente) hanno avvallato le scellerate scelte di politica finanziaria dei loro aguzzini.
Ma dove a nostro avviso lo scandalo e' maggiore e' sulle truffe legate alla telefonia e ad Internet. Trattandosi quasi sempre di truffe di poche decine di euro (ma moltiplicate per l'ingente numero di coloro che le subiscono, si' da arricchire illecitamente chi le mette in atto), si tratta di reati che rimangono quasi sempre impuniti, perche' l'accesso alla giustizia per rivalersene diventa piu' una questione di principio che altro: i costi sono sempre maggiori dell'eventuale rimborso in caso di successo del ricorso. Non solo, il legislatore ha messo di mezzo anche le conciliazioni obbligatorie degli uffici regionali del Corecom che, laddove funzionano, sono solo un'ulteriore perdita di tempo che scoraggia i ricorrenti: i gestori che vengono chiamati a conciliare non hanno penali se non si presentano e, ovviamente, conciliano solo nei casi di evidentissimo loro torto, costringendo i consumatori a ricorrere poi al giudice di pace (il cui accesso costa minimo 30 euro); per cui sarebbe meglio andare subito al giudice di pace. E lo Stato dovrebbe investire sul potenziamento di questi giudici e non creando orpelli di passaggio obbligatorio che, nei fatti, servono solo a fiaccare la volonta' dei consumatori a rivalersi.
I numeri dati oggi dal procuratore Favara (che sono solo fino a giugno 2004, e quindi relativi per un fenomeno in vorticosa crescita) sono un'importante denuncia. Ma che rimarra li', perche' il legislatore ha gia' trovato i rimedi per morfinizzare il tutto e consentire il perpetrarsi di queste truffe.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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