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LEGGE SULLA CLASS ACTION. IL TESTO APPROVATO ALLA CAMERA VIOLA ANCHE LA COSTITUZIONE? IL SENATO PUO' EVITARE CHE ACCADA
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Comunicato 
22 luglio 2004 0:00
 

Firenze, 22 Luglio 2004. Le norme sulla cosiddetta Class Action approvate ieri dalla Camera dei Deputati, a nostro avviso, sono molto pericolose proprio per i diritti di chi si vorrebbe agevolare, cioe' i consumatori e gli utenti in quanto cittadini.
Il problema e' la legittimazione ad agire riservata solo a quelle associazioni che sono iscritte al registro delle associazioni di consumatori presso il ministero delle Attivita' Produttive.
Questo significa che se un gruppo di persone intende procedere giudizialmente con questa procedura collettiva, invece di costituirsi ad hoc, e' obbligato che ognuno dei singoli appartenenti si iscriva ad una di queste associazioni, delegando ad esse l'andata in giudizio o comunque prendendo accordi con esse (ovviamente anche economicamente oltre che politicamente) per avere diritto a questa procedura.
Noi credevamo che le leggi fossero uguali per tutti, ma purtroppo dobbiamo prendere atto che ci sono quelli che sono piu' uguali degli altri per il solo fatto di aver deciso di condividere una politica e di aver accettato di farsi dirigere in questo dalla propria controparte (il ministero in quanto organismo esecutivo), e per questo premiati con il privilegio.
Eppure la nostra Costituzione, all'art.21, stabilisce la liberta' di associazione, cosi' come, all'art.24, stabilisce il diritto inviolabile di ognuno alla difesa. Ma entrambi questi diritti, con queste norme sulla Class Action, vengono meno: per esercitare il diritto alla difesa non si e' liberi di associarsi, ma si e' obbligati ad associarsi a quelle associazioni che hanno fatto quella specifica scelta politica. E quindi queste norme sono ostative dell'esercizio dei diritti previsti dagli artt.21 e 25.
Queste considerazioni le inviamo a tutti i senatori che dovranno confermare quanto gia' deciso dalla Camera, perche' ne facciano tesoro per non approvare in questi termini queste norme.
Da parte nostra, se il Senato invece dovesse procedere ad una approvazione distratta e troppo veloce (come a nostro avviso ha fatto la Camera), non ci restera' che richiedere la procedura di un'azione collettiva, farcela ovviamente respingere dal giudice e sollevare l'eccezione di incostituzionalita', con l'auspicio che il magistrato lo inoltri alla Corte Suprema, e aspettare il giudizio di quest'ultima.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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