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MODIFICHE AI REGOLAMENTI DEI FONDI COMUNI: L'ADUC PUBBLICA NEL SUO SITO INTERNET LA PROPOSTA "SEGRETA" DELLA BANCA D'ITALIA. PROSEGUE LO SCANDALO DELLE COMMISSIONI PERFORMANCE
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Comunicato 
16 giugno 2004 0:00
 

Firenze 16 giugno 2004. E' lo stile della Banca d'Italia: fare le cose nel piu' stretto riserbo. Se questo "stile" poteva essere appropriato in molti aspetti legati al governo della moneta (non piu' di competenza della Banca d'Italia) e forse anche nel governo della stabilita' del sistema bancario, certamente e' del tutto fuori luogo quando si affronta il tema della gestione del risparmio, della tutela dei risparmiatori e dell'integrita' del mercato.
In questo settore e' necessario, anzi, indispensabile, la massima trasparenza.
Nei giorni passati si e' fatto, giustamente, un gran parlare delle modifiche del regolamento di Banca d'Italia per la gestione collettiva del risparmio. Alcune associazioni di categoria sono arrivate a negare l'esistenza di questo progetto mentre la Banca d'Italia inviava loro la bozza "con preghiera di riservatezza".
E perche' mai su un tema tanto importante che interessa milioni di risparmiatori dovrebbero dire la loro solo le associazioni che gestiscono i fondi comuni e non dovrebbero dire la loro i risparmiatori?
Sarebbe necessario un dibattito pubblico, alla luce del sole, che prenda in considerazione tutti gli interessi, primo fra tutti quello dei risparmiatori.
A questo scopo abbiamo pubblicato sul nostro sito Internet il testo della proposta di regolamento della Banca d'Italia sulla gestione collettiva del risparmio. Tutti coloro che vorranno leggerla possono farlo nella sezione "documenti" del sito "Aduc Investire informati", a questo indirizzo: clicca qui
Un elemento di questa proposta di modifica che salta agli occhi, riguarda le commissioni di performance dei fondi comuni d'investimento. E' noto che queste commissioni, ad oggi, sono un vero e proprio scandalo. Una presa in giro per i risparmiatori autorizzata dalla Banca d'Italia. Il nuovo regolamento dovrebbe porre un freno a questo scandalo, ma la scelta della Banca d'Italia non e' caduta sulla soluzione ottimale per i risparmiatori, ovvero l'applicazione delle commissioni con il metodo dell'"high water mark" (Il cosiddetto "limite dell'alta marea" prevede che un fondo percepisca le commissioni d'incentivo solo sugli incrementi della quota superiori al valore del fondo storicamente piu' alto), ma ha semplicemente introdotto delle correzioni al metodo attuale.
Torna ancora una volta pressante la domanda: ma le Authority, fanno gli interessi dei cittadini o delle corporazioni sulle quali dovrebbero vigilare?
La giusta "indipendenza" che le Authority reclamano sempre a gran voce, comporta anche l'assoluta incontrollabilita' da parte dei cittadini sui loro comportamenti?
Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio
 
 
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