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MUTUI IMMOBILIARI: CONTINUIAMO A FARCI MALE
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Comunicato 
21 febbraio 2001 0:00
 


ALLA FINE PAGA IL CONSUMATORE VITTIMA DELLE ISTITUZIONI, DELLE BANCHE E DI ALCUNE ASSOCIAZIONI DI CONSUMATORI CHE CERCANO IL CONSENSO ELETTORALE

Firenze, 21 febbraio 2001. La Camera ha votato un emendamento che ha modificato il testo approvato al Senato, per cui il disegno di legge del Governo per la sanatoria dei mutui a tasso fisso usurario, torna al Senato. Tempo massimo per la conversione in legge (almeno per cio' che stabilisce la legge …) e la fine di febbraio.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Nonostante cio' che oggi alla Camera ha detto l'on. Mauro Paissan ("non c'e' un'associazione di consumatori che abbia chiesto il ritiro di questa legge"), probabilmente per accreditare l'iter verso quello che lui chiama sociale, quest'associazione c'e', siamo noi, e non siamo neanche soli perche' ce ne sono altre. Che' non abbiamo mai digerito il fatto che una questione cosi' specifica dovesse essere affrontata dal Governo e dal Parlamento, con un'impostazione da violazione dell'attuale legge sull'usura, e aprendo il "mercato delle leggi" (mai frase forse e' stata piu' giusta ….) ad un precedente pericoloso dal punto di vista del mercato (in questo caso del denaro) e del diritto: abolizione del tasso fisso (quale banca proporra', se dovesse passare questa legge, un tasso fisso che puo' mutare per la modifica legislativa?), penalizzazione dell'investimento immobiliare (chi lo fa per soli 150 milioni in case "piu' povere", dovrebbe vedersi applicato un tasso dell'8% rispetto al 9,96 degli altri: non perche' e' una famiglia indigente, ma solo perche' investe meno …. ), creazione di un mostro giuridico (chi esclude che il privilegio oggi sancito per legge ad un gruppo di mutuatari, non possa domani essere riconosciuto per le banche?)
Tutto questo grazie ad una sentenza di Cassazione che ha sollevato un giusto problema, ma che non ha considerato che dall'altra parte non c'era un legislatore che ne cogliesse l'occasione, ma solo un rammendatore di toppe e alcune associazioni di consumatori che preferiscono avere affiliati sudditi e garantiti piuttosto che norme e leggi che consentano a tutti i consumatori (soprattutto quelli di domani) di avere liberta' di scelta, e certezza del diritto.
Avevamo auspicato che col passaggio alla Camera, i deputati che fanno mostra di liberta' economica si facessero sentire, ma cosi' non e' accaduto, perche' l'emendamento votato ristabilisce in parte l'equilibrio e l'uguaglianza fra i mutuatari, ma lascia inalterato il costrutto di un disegno di legge che non dovrebbe esserci: per noi sarebbe bastato un richiamo della Banca d'Italia perche' fossero avviate rinegoziazioni con limiti percentuali indicati dalla stessa Banca d'Italia (ci sarebbe stata qualche istituto bancario che non si sarebbe adeguato?).
Ma questa sarebbe stata una soluzione troppo semplice, su cui non avrebbero cercato consensi elettorali sia i poli in lizza che quelle associazioni di consumatori che hanno deciso di presentarsi alle prossime elezioni politiche. Alla fine, paga il consumatore, confermato nella sua veste di vittima: delle istituzioni, delle banche e di precise associazioni di consumatori!
 
 
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