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MYWAY/4YOU: IL GOVERNO DICA PERCHE' HA COMMINATO LE SANZIONI IN RITARDO
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Comunicato 
13 novembre 2006 0:00
 

Firenze, 13 Novembre 2006. E' stata presentata a firma degli onorevoli Franco Grillini (DS), Marco Beltrandi, Donatella Poretti, Maurizio Turco e Sergio D'Elia (tutti della Rosa nel Pugno) una interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze sul caso delle sanzioni al gruppo Monte dei Paschi di Siena per i famigerati "piani finanziari" MyWay e 4You, sanzioni che sono state annullate, dalla Corte di Appello di Lecce, per l'ennesimo ritardo dell'amministrazione pubblica nel comminare le stesse. L'interrogazione parlamentare chiede:
- se e in che modo il Governo intenda porre rimedio alla nullificazione di fatto del piu' importante provvedimento sanzionatorio fino ad oggi adottato nei confronti di un intermediario fraudolento, che nella sostanza rimane colpevole;
- se il Governo intenda acquisire informazioni su documenti o notizie relative al procedimento sanzionatorio che ha portato all'emanazione del decreto annullato dalla Corte di Appello di Lecce;
- se il Governo intenda svolgere indagini e intraprendere azioni disciplinari nei confronti di eventuali responsabili del ritardo con il quale il decreto e' stato adottato;
- se il Governo intenda prendere dei provvedimenti per impedire che in futuro si ripetano errori procedurali da parte della CONSOB e dello stesso Ministero dell'economia e delle finanze, in special modo per impedire che i provvedimenti adottandi vengano emanati oltre i termini previsti dalla legge.

Restiamo in attesa di conoscere la risposta del Governo, nel frattempo rimane l'amaro in bocca per questa triste vicenda che rimane il piu' recente simbolo dell'impunita' delle banche.
Il gruppo Monte dei Paschi di Siena ha progettato e venduto un piano finanziario che non aveva alcun senso finanziario e che costituiva esclusivamente un chiarissimo danno per i clienti ed un enorme vantaggio per la banca. Nel farlo ha violato la normativa di settore ed e' stata multata dalla stessa autorita' preposta (sebbene in ritardo).
Dopo l'enorme clamore iniziale e' riuscita a coinvolgere la maggior parte delle associazioni di consumatori per tacitare il tutto con i famigerati "tavoli di conciliazione" (dai quali i risparmiatori sono usciti con le ossa rotte, e le associazioni di consumatori coinvolte con lauti introiti per ogni pratica conciliata).
In tribunale, il gruppo ha perseguito una brillante strategia volta ad avere il maggior numero di sentenze favorevoli, chiudendo stragiudizialmente le cause bene impostate e portando avanti le cause dove avevano forti probabilita' di vittoria (in larga parte per incompetenza delle parti).
Il risultato e' che vi sono circa 150 sentenze favorevoli alla banca ed una trentina (almeno quelle che noi conosciamo) favorevoli ai clienti. La differenza e' che le cause vinte dalla banca sono in larga parte basate su argomentazioni tecnicamente errate, mentre le cause vinte, per la maggior parte, sono frutto di cause dove vi sono state perizie tecniche nelle quali il prodotto e' stato analizzato non solo dal punto di vista strettamente giuridico.
La banca e' riuscita perfino ad evitare la sanzione amministrativa di oltre 3 milioni di euro (la piu' grande mai comminata dalla Consob, sebbene rappresentasse una minima frazione del guadagno avuto dal gruppo da questi piani finanziari sciagurati) a causa di ritardi procedurali che avevamo a suo tempo denunciato anche con uno sciopero della fame.
La battaglia legale, almeno per quanto ci riguarda, continuera' fino alla Cassazione, ma nel complesso questa vicenda ci ricorda che l'unica vera arma contro le banche e' la prevenzione che si puo' realizzare solo grazie ad una corretta informazione.

Alessandro Pedone, consulente Aduc per la tutela del risparmio
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