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PARMALAT E TANZI
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Comunicato 
8 marzo 2006 0:00
 

Roma, 8 marzo 2006. Callisto Tanzi, "patron" della Parmalat ha chiesto "perdono cristiano" per la nota vicenda che ha visto coinvolti circa 100mila risparmiatori in un crack finanziario da 14 miliardi di euro (circa 27 mila miliardi di lire). Chi vuole, ovviamente, puo' far propria la supplica di Tanzi. Noi ci accontentiamo semplicemente delle scuse e della restituzione del maltolto. Sappiamo che l'attuale Parmalat non ha i soldi, ma sappiamo anche che i denari li hanno le banche coinvolte nell'operazione. Nel frattempo dobbiamo costatare che, a piu' di tre anni di distanza dal crack, il bilancio e' il seguente:
- i piccoli azionisti non rivedranno un euro;
- gli obbligazionisti potranno recuperare una parte molto modesta del proprio credito in azioni della nuova Parmalat;
- i processi penali sono solo all'inizio e, viste la numerosissime parti in causa, si prospettano particolarmente lunghi;
- anche la Class Action negli Stati Uniti, che l'Aduc aveva per prima appoggiato in Italia, sta avendo tempi molto lunghi e un iter poco trasparente;
- a seguito dell'approvazione del concordato le banche, cioe' i principali co-artefici del crack, sono diventate i principali azionisti della nuova Parmalat. Come al solito il cerino ha bruciato le dita, e i soldi, del risparmiatore.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc
 
 
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