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Relazione Consob: l'ennesimo 'compitino'. Serve una radicale riforma dell'Autorita' nel segno della trasparenza
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Comunicato di Alessandro Pedone
14 luglio 2008 0:00
 
Si e' tenuta oggi la liturgia della relazione annuale della Consob, officiata dal presidente Lamberto Cardia (scaduto, ma illecitamente in carica [1]): un ottimo "compitino" snocciolando dati, cifre ed anche osservazioni interessanti e condivisibili... ma...
Come non condividere -ad esempio- le critiche (per quanto velate) del Presidente Cardia alla distribuzione di prodotti finanziari quando evidenzia che "la politica di remunerazione delle reti di vendita ha spesso generato forti incentivi alla distribuzione di prodotti strutturati... Nel collocamento delle quote di fondi, gli accordi di retrocessione delle commissioni hanno drenato a favore delle reti di vendita la maggior parte delle commissioni pagate dai clienti, limitando l’afflusso di risorse alle societa' di gestione. La carenza di mezzi finanziari, unita alla scarsa autonomia rispetto alle strategie del gruppo di appartenenza, ha limitato lo sviluppo qualitativo delle strutture di gestione". Verrebbe da dire: parole sante! Ma subito dopo ci si domanda: cosa ha fatto, di concreto, la Consob per censurare le storture di questa rete di distribuzione di prodotti finanziari che ha massacrato (e sta massacrando) i risparmi degli italiani?
La Consob si muove oggi (e si e' sempre mossa in passato) con estrema cautela, quando sarebbe necessaria ben altra forza. Il passaggio della relazione con il quale maggiormente concordiamo e' quello in cui Cardia auspica finalmente la riforma delle Autorita' di controllo.
Ma probabilmente la riforma che abbiamo in mente noi e' molto diversa da quella che ha in mente il presidente Cardia. Noi vorremmo delle autorita' di controllo che fossero in primo luogo "castelli di cristallo" in cui tutto rispondesse in primo luogo al principio della trasparenza. Delle autorita' che fossero progettate in primo luogo al servizio dei cittadini. Ricordiamo –ad esempio- che ancora oggi la Consob non e' obbligata per legge (ne' l'Autorita' stessa ha sentito il bisogno di regolamentarsi in tal senso) a rispondere ai cittadini che chiedono chiarimenti in merito alle violazioni dei soggetti da essa vigilata.
Se un investitore subisce un sopruso da una banca e scrive alla Consob, il massimo che ottiene e' una risposta del tipo: controlleremo, ma non possiamo dirle nulla.
A cosa serve una Consob del genere? A fare dei bei sermoncini una volta all'anno?
 
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