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RIFORMA RISPARMIO. LA VIGILANZA SULLA CONCORRENZA ANCORA NELLE MANI DI BANKITALIA NON E' UN SEGNALE PER RISTABILIRE CREDIBILITA'
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Comunicato 
11 ottobre 2005 0:00
 

Firenze 11 ottobre 2005. Con l'approvazione da parte del Senato della cosiddetta riforma sul risparmio, a nostro avviso sono stati fatti dei passi piccolissimi, ma sostanzialmente siamo ancora in alto mare. Aver fissato un limite al mandato non rinnovabile del Governatore e' sicuramente importante, cosi' come la "consegna" del capitale proprietario allo Stato (nella sua maggioranza) e ad enti pubblici per il resto, e' il superamento di un'anomalia la cui logica si e' persa da tempo.
Ma il fatto che la vigilanza sulla concorrenza bancaria resti nella mani di Bankitalia e' a nostro avviso, molto grave.
Chi come Bankitalia vigila ha a cuore la stabilita' che pero' e' nemica della concorrenza, e sarebbe stato giocoforza che il settore passasse all'Antitrust.

Cosi' non e' stato.
Il Senato ha quindi avvallato quanto gia' varato dal Governo, cioe' una riforma a meta'. E' pleonastico ricordare come in un Paese che si reputa a economia libera, le banche non falliscano mai, ma, quando sono in difficolta', trovano sempre un compratore che le salva e le ingloba in un'altra struttura che si presuppone solida. Come potrebbe manifestarsi una concorrenza, come potrebbe una banca offrire condizioni dissimili strutturalmente da un'altra (al di la' di specifiche promozioni che durano il tempo di una farfalla per poi inabissarsi nel mare delle condizioni capestro comuni a tutti gli istituti), se, sbagliando, trova sempre un salvagente? E concepibile una vigilanza sulla concorrenza da parte di chi fa questa politica di stabilita'? Per noi no, mentre per chi ha votato questa nuova legge evidentemente si'. Domandarsi il significato di parole quali "mercato", "libera economia", "concorrenza", e' quantomeno doveroso. Dove sia poi il dizionario di riferimento per ognuno, e' tutto da scoprire.
Se il Senato abbia voluto dare un colpo di credibilita' alla disastrata situazione e all'altrettanto disastrata immagine del nostro sistema creditizio, crediamo che non ci siamo proprio.
Dobbiamo aspettarci un colpo di cosa della Camera? Non ci creiamo illusioni e ci prepariamo ad un lungo cammino attraverso un lungo inverno, cercando di coprirci il piu' possibile e, soprattutto, di offrire conforto ai milioni di risparmiatori che continueranno ad essere truffati proprio grazie ad un "vizio di forma" del nostro sistema creditizio.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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