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RISPARMIO TRADITO. AUDIZIONE UNICREDIT: TUTTO A POSTO? MENTRE PARTE LA CAMPAGNA ELETTORALE E TUTTI PROMETTONO SULLA BASE DI UNA PROPOSTA DEL GOVERNO CHE NON PREVEDE I CONTROLLI CONTRO LA FORMAZIONE DELLE TRUFFE
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Comunicato 
20 febbraio 2004 0:00
 

Firenze, 20 febbraio 2004. Anche l'audizione parlamentare di questa mattina dell'amministratore delegato di Unicredit, ha dato gli stessi risultati di tutti gli altri che, in qualche modo, avrebbero potuto avere a che fare con i crack finanziari di questi ultimi mesi, e la conseguente voragine di soldi dei risparmiatori che avevano dato fiducia. Quindi Bankitalia non ne sa, non ne sapeva e non ne poteva sapere alcunche'. Consob non ne sa, non ne sapeva e non ne poteva sapere altrettanto alcunche'.
E cosi' per una delle banche elargiva fiducia a queste aziende: non poteva sapere. E' la frase magica. Noi ovviamente non siamo in grado di dire se Unicredit o altre banche ne fossero responsabili: sara' la magistratura a dircelo. Ma che Parmalat e Cirio (pur nella diversita' dei due casi) facessero tutto da sole ... ci crediamo poco.
Cosi' come crediamo poco che il sistema politico che si sta ora muovendo per "salvare" i malcapitati, ed "evitare" altre situazione del genere, stia facendo qualcosa di concreto. A parte il regolamento di conti tra il governatore di Bankitalia e il ministro dell'Economia, per il resto c'e' un'altra frase magica: "aiutare i risparmiatori". E' sulla bocca di tutti i politici, in processione a Parma nelle settimane scorse e come faranno anche nelle prossime, fino a meta' giugno quando, celebrate le elezioni, torneranno ognuno nei propri incontri di partito per le spartizioni abituali.
A conferma di questo ricordiamo i provvedimenti del Governo che, se e quando si discuteranno, non prendono in considerazione gli unici controlli che in qualche modo potrebbero evitare il ripetersi di quanto accaduto: quelli per evitare il conflitto di interessi tra controllori e controllati. Quindi che i membri dei consigli di amministrazione delle aziende siano indipendenti dalla proprieta' e dall'amministrazione, cosi' come i membri dei collegi sindacali e i revisori dei conti (magari nominati da autorita' altrettanto indipendenti). Questo perche' le autorita' attuali di controllo e quelle future che verranno, continueranno a non poter garantire la scoperta della truffa li' dove si forma (la disonesta' dell'amministratore), ma potranno eventualmente scoprila solo a cose gia' fatte, e quindi a risparmiatori gia' gabellati.
Fanta-politica? Fanta-finanza? Non ci sembra, cosi' come non ci sembra che da parte di politici e uomini di banche e finanza ci sia questa volonta'. Figuriamoci poi con la campagna elettorale incominciata e con il consolidamento dei tradizionali rapporti politica-finanza per garantirsi i posti di potere e la continuita' degli stessi. I risparmiatori sono solo nelle parole.
Quindi per conto nostro non possiamo fare affidamento a nulla. Aspettiamo il passaggio delle elezioni, perche' oggi alcuna proposta e' credibile, e, nel frattempo, continuiamo con le strade intraprese: quella giudiziale in Italia e negli Usa (class action), e quella di informazione e consulenza per una sorta di riduzione del danno.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
 
 
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