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SOLO LO SPIRITO SANTO SALVERA' IL CREDITO ITALIANO?
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Comunicato 
17 gennaio 2001 0:00
 


E' CIO' CHE CHIEDE IL MINISTRO DELLE FINANZE AI PRETI.
SIAMO PROPRIO ALL'ULTIMA SPIAGGIA, CON UN MERCATO CHE VERRA' MONOPOLISTICAMENTE BLINDATO DALL'APPROVAZIONE DELLA LEGGE IN DISCUSSIONE AL PARLAMENTO

Firenze, 17 gennaio 2001. Il ministro delle Finanze, Ottaviano Del Turco, ha invocato l'intervento dei vescovi sulla questione dei tassi dei mutui, perche' mettano una buona parola presso le banche, invitandole ad abbassarli.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Avevamo avuto sentore che ne avremmo viste delle belle, dopo l'avvio del foro boario parlamentare dei tassi del credito immobiliare, ma che un ministro laico per definizione e storia, arrivasse a tanto, se ce lo avessero raccontato solo qualche giorno fa, non ci avremmo creduto.
L'invocazione del ministro Del Turco perche' lo spirito santo salvi il credito italiano e' forse il segnale dello sbando totale a cui stiamo assistendo: con un Parlamento chiamato a legiferare per fissare il tasso unico di Stato, non sapendo piu' dove andare a sbattere la testa, tra liberali di nome e di facciata, e statalisti di altrettanto nome e facciata, che un giorno dicono una cosa per smentirla subito dopo, evidentemente e' apparsa come l'unica soluzione.
Mancano solo i mitici tarallucci e vino, e il quadretto e' completo. Se poi questo lo affianchiamo alle incessanti dichiarazioni del commissario governativo antiracket Tano Grasso che elogia l'attuale legge anti-usura come efficace, si capisce che l'invocazione divina di Ottaviano Del Turco non dovrebbe meravigliarci piu' di tanto: in termini di inchiesta giudiziaria, si dice "certe cose e' spontaneo che maturino in certi ambienti".
Per noi, oltre alla sbando istituzionale e giuridico della maggioranza di governo e dell'opposizione parlamentare in materia, e' solo la conferma di un tunnel pericolosissimo in cui stanno infilando i diritti dei consumatori e la politica del credito. I primi sono merce di scambio elettorale, perche' il Parlamento, invece di stabilire principi validi in ogni occasione, interviene alla bisogna, sull'emergenza, creando nuova emergenza: nessuno esclude che cio' che viene fatto oggi in favore di un gruppo di mutuatari, domani non possa essere fatto per il sistema bancario bisognoso di piu' soldi; non solo, ma quest'ultimo viene cosi' definitivamente assimilato al potere esecutivo e legislativo, in quanto cio' che gli compete per ordinaria amministrazione diventa appannaggio delle istituzioni, e gli fa perdere qualunque autonomia (ammesso che ne avesse), o quantomeno la possibilita' di conquistarsela nel gioco del mercato.
Cio' che si dimentica e' che il mercato era monopolisticamente chiuso prima della legge del '96 sull'usura (per cui ogni risparmiatore era obbligato a certe scelte), e' chiuso oggi e -a legge approvata- sara' blindato domani: le modifiche saranno solo a furor di popolo e capipopolo, non di diritto e certezza dello stesso.
Ma … nessuna paura: ci pensa lo spirito santo!
 
 
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