testata ADUC
I TASSI DEI MUTUI AL FORO BOARIO DEL PARLAMENTO ITALIANO
Scarica e stampa il PDF
Comunicato 
10 gennaio 2001 0:00
 



Firenze, 10 gennaio 2001. E' cominciato l'esame del decreto governativo sui tassi usurai dei mutui e, com'e' tradizione della politica parlamentare italiana, il dibattito si e' aperto …… all'esterno del Parlamento.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Si e' aperto si' il dibattito, e seguendo quello che e' l'interesse prioritario del legislatore italiano in questo momento: il rinnovo del Parlamento nella prossima primavera.
L'occasione del decreto governativo sui tassi usurai dei mutui, e' decisamente ghiotta e, sempre nella tradizione del Parlamento italiano, lo stesso si e' trasformato in un foro boario. Gli elementi ci sono tutti, a partire dai poveri truffati dai ricchi e dai consumatori: un mix che molti danno come vincente, tant'e' che sembra che diventera' uno dei temi centrali della prossima campagna elettorale, con tanto di partiti.
Povero consumatore: trasformato in soggetto politico di parte, sulle cui scelte forgiare un'amministrazione piuttosto che un'altra. Per soddisfarlo ne vedremo delle belle, anche tassi di rinegoziazione dei mutui stipulati prima dell'entrata in vigore della legge sull'usura che andranno sotto quelli che, trimestralmente, la Banca d'Italia fissa nel rispetto della legge: e' cio' che ha proposto il segretario dei Democratici di Sinistra, con il suo 10% e anche meno, a fronte del 12,21 stabilito dal decreto del suo Governo.
A noi non interessa un punto, due punti, tre punti percentuali in piu' o in meno, ma solo che questo decreto non sia approvato, in alcuna forma, senza alcuna percentuale: non ci sembra materia di Governo e di Parlamento fissare le percentuali dei tassi del credito, specialmente e soprattutto di quello frutto di una libera contrattazione fra le parti. Mentre ci sembra materia di Parlamento (non di Governo) prendere atto che la legge sull'usura non ha funzionato, e quindi cambiarla, facendo il contrario di cio' che e' stato tentato fino ad oggi, in un'ottica di concorrenza, mercato e senza premi per l'usura legale delle banche (affidando, per esempio, il controllo delle politiche di liberalizzazione di queste ultime ad una specifica Authority piuttosto che alla Banca d'Italia).
E nonostante i proclami di guerra di alcuni nostri colleghi di altre associazioni, non crediamo che si possa dar vita ad un movimento dei consumatori/risparmiatori che, sulla scia e con i metodi dei movimenti sindacali e studenteschi, marchi le istituzioni con un atto di giustizia. Oltre al fatto che i movimenti di massa non esistono piu' (figuriamoci poi dei consumatori che, per definizione e prassi, sono solo individui), ci sembra che cio' che con la modifica di questo decreto viene chiesto, e' tutto fuorche' un atto di giustizia (sempre che questa parola vada a braccetto con il diritto e la sua certezza, e non con aggettivi tipo popolare), oltre ad essere un precedente -giuridico, governamentale e parlamentare- per legittimare anche un intervento di rinegoziazione dei tassi a fronte di un loro aumento.
Siamo pronti alle prossime settimane e ai prossimi mesi, con difficolta' maggiori rispetto al passato, perche' se la sentenza della Cassazione ha scoperchiato la pentola dei privilegi delle banche, il decreto del Governo ha peggiorato la situazione rispetto a quella precedente: chi ne sta pagando le conseguenze sono i consumatori, a cui oggi e' negato un accesso al credito che sia frutto di offerte di mercato. La marcia parlamentare verso il tasso unico di Stato, oltre a trasformare il Parlamento stesso in un foro boario, manda "in vacca" anche la certezza del diritto e del credito, e rende molto piu' difficile l'operato di associazioni che informano i consumatori sui loro diritti e doveri.
 
 
COMUNICATI IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS