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Acqua Marcia: Esposto alla Consob per le stranezze dell'opa
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Articolo di Giuseppe D'Orta
10 gennaio 2006 0:00
 
Francesco Bellavista Caltagirone e' una persona che tiene davvero tanto a difendere il principio di trasparenza che deve essere tra le fondamenta del mercato. Lo prova il suo ricorso al TAR, primo nella storia, avverso la delibera con la quale la Consob fissava il prezzo di opa residuale su Acqua Marcia. Il TAR ha accolto il suo ricorso, e la Consob parrebbe orientata a non presentare ricorso al Consiglio di Stato, probabilmente per evitare di fissare un precedente "definitivo" a proprio sfavore.

Non avra' nulla da eccepire, quindi, se chiediamo alla Consob di indagare su alcune stranezze riscontrate ai tempi della prima opa, quella volontaria con cui Acqua Marcia Holding Sa riusci' a superare il 90% del capitale di Acqua Marcia, ottenendo il diritto ad effettuare un'offerta residuale.

Alcune cose accadute a quei tempi, oramai oltre un anno fa, quadrano molto poco, infatti.

- Forte umento dei volumi sul titolo prima dell'opa: un classico, c'e' sempre chi sa prima degli altri.

- Alla data del 26 novembre 2004 risultavano gia' apportate all'offerta 7 milioni 900mila azioni circa, quantitativo che consentiva all'offerente di superare il 90% del capitale e di conseguenza avere diritto all'opa residuale, offrendo agli azionisti il quadro di un titolo che sarebbe di sicuro stato revocato dalle quotazioni.

- Le azioni venivano apportate all'opa a 0.33 quando il titolo sul mercato quotava ben oltre, tra 0.34 e 0.36, ed i volumi per assorbire i titoli c'erano.

- La quasi totalita' dei titoli apportati all'offerta "sarebbero stati portati all'opa da una stessa mano", come riportato da "Finanza & Mercati".

- Il soggetto, o i soggetti, che hanno apportato all'offerta quelle azioni hanno, quindi, inspiegabilmente rinunciato ad un consistente maggior guadagno stimabile, per difetto, in un milione di euro.

Per questo motivo abbiamo inviato alla Consob un esposto con cui chiediamo di far luce su queste stranezze.
 
 
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