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Allarmismo finanziario
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Articolo 
14 settembre 2007 0:00
 
La crisi dei mutui subprime ha alcune caratteristiche atipiche rispetto ad altre crisi finanziarie. Vi e' una forte difficolta' a delimitare con un'approssimazione accettabile la dimensione del fenomeno.
E' pur vero che la finanza globale, ormai, ha miriadi di interconnessioni ed e' molto complicato tentare di comprendere gli effetti a catena che un intoppo di una di queste interconnessioni puo' generare.
Non si conoscono, pero', dati sufficientemente precisi neppure relativamente al fenomeno di base, ovvero all'entita' dei prodotti finanziari collegati con la cartolarizzazione dei mutui sub-prime ne' l'entita' di questi mutui che sarebbero a rischio di inadempimento.
In poche parole, di questa crisi, allo stato attuale, si sa davvero molto poco.

In questo contesto, regnano le leggende metropolitane che alimentano la paura ed il panic-selling come avvenuto verso la meta' del passato mese di agosto.
Una voce insistente che circola in rete riguarda il possibile (alcuni si spingono a dire perfino: "atteso e probabile") fallimento di una grande banca mondiale.
Le grandi banche mondiali non sono piu' di una decina. Non appena questa voce e' iniziata a circolare con una certa insistenza e' scattata la caccia alla presunta banca mondiale prossima al fallimento.
Pare che Kenneth Rogoff, capo economista del Fondo Mondiale abbia alimentato questa voce al Forum di Cernobbio senza voler fare nomi ma sempre dal forum di Cernobbio sarebbe uscito il nome di Citibank.
Altre piste porterebbero a Barclays, grande banca inglese, che sarebbe in difficolta' per via di strumenti finanziari collegati ai mutui sub-prime.
Si vocifera che da qui a poche settimane Barclays dovrebbe essere comprata per pochi spiccioli da una banca scozzese.
Nel giro di poche ore, le voci hanno coinvolto praticamente tutte e 10 le principali banche mondiali.
I prezzi delle obbligazioni di questi banche hanno subito deprezzamenti anche consistenti (per obbligazioni aventi rating eccellenti). Lo spread con le obbligazioni governative si e' ampliato per alcune banche anche di 150/200 punti base.
Tale situazione e' ormai abbastanza stabile da qualche settimana. Si tratta di un evento oggettivamente singolare, cosi' come molto strani sono i tassi, assai elevati, con i quale le stesse banche si prestano i soldi fra di loro.
Quelle che fino a pochi giorni fa erano voci provenienti dal mondo dei forum on-line, delle telefonate fra operatori del mercato, ecc ha assunto una "dignita'" maggiore Sabato 8 Settembre 2007 quando nella prima pagina del sole 24 ore l'editorialista scrive che "il fallimento di una grande banca mondiale e' nell'agenda degli eventi attesi e probabili...".
Francamente, alla lettura di quelle parole sono sobbalzato.
Dire che il fallimento di una grande banca mondiale sia un evento atteso e probabile, mi sembra francamente puro allarmismo finanziario.
Se c'e' una cosa che la storia finanziaria degli ultimi 30/40 anni ci ha dimostrato, e' che il mondo occidentale - in particolare l'America- ha imparato (dopo la lezione del 1929) a governare le grandi crisi finanziarie.
Gli Stati Uniti hanno gia' attraversato una crisi del sistema bancario (relativo alle piccole banche), la FED ha gia' salvato un grande fondo hedge, la crisi delle torri gemelle e molte altre crisi in passato sono state governate con alterne fortune, ma sempre in maniera sufficiente a mitigarne gli effetti fino ad un livello comunque sopportabile per l'intero sistema.
Se la FED ha gia' mostrato di intervenire prontamente per salvare un grande fondo hedge in passato, e' mai possibile che tollererebbe il fallimento di una grande banca mondiale come potrebbe essere Citibank?
Francamente noi riteniamo che tale evento non possa essere considerato ne' fra quelli attesi ne' -tantomeno- fra quelli probabili.
Non vogliamo sottovalutare il problema dei sub-prime. Ribadiamo che il pericolo principale di questa crisi riguarda proprio la difficolta' a delimitarne i confini. In linea di principio non si puo' escludere che tale crisi si allarghi fino a mettere in difficolta' una grande banca mondiale, ma parlare di fallimento ci sembra, allo stato dei fatti, puro allarmismo finanziario. Le conseguenze di un reale fallimento di una delle prime 10 banche mondiali avrebbe ripercussioni di dimensioni enormi e incalcolabili che investirebbe con conseguenze pesantissime tutto il sistema finanziario mondiale e di conseguenza tutta l'economia mondiale.
Allo stato dei fatti riteniamo che non sia ragionevole pensare che il mancato pagamento di una parte, anche significativa, di mutui immobiliari possa tradursi in una crisi cosi' profonda dell'economia mondiale.
Per il momento, mettiamo da parte questo editoriale de "il Sole 24 ore" e riparliamone fra tre o sei mesi.
 
 
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