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Ancora sui "libretti" Coop
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Articolo di Giuseppe D'Orta
8 febbraio 2006 0:00
 
Abbiamo ricevuto la seguente lettera da Silvia Mastagni, responsabile dell'Ufficio Stampa ANCC-COOP a seguito del nostro articolo pubblicato a questo indirizzo clicca qui

Riteniamo necessario intervenire a precisazione e confutazione delle considerazioni da lei espresse a commento di una lettera contenente dubbi sulla sicurezza del prestito dei soci alle cooperative di consumo formulati da un suo lettore.
Il prestito sociale di Coop non ha affatto la natura, ed il livello di rischio, da lei evidenziato nel sito di Aduc, con sorprendente e spropositato richiamo dello spettro delle obbligazioni Parmalat ed e' assai grave che un'associazione di consumatori fornisca informazioni così incomplete e fuorvianti.
Le somme date in prestito dai soci alle cooperative di consumatori sono infatti ampiamente garantite dalla solidita' patrimoniale delle cooperative stesse e sono prontamente liquidabili: il socio che voglia il rimborso del prestito, parziale o totale, puo' ottenerlo con un semplice preavviso di quarantotto ore.
Anche per questo tali somme vengono investite dalle cooperative, in larga misura, in operazioni facilmente liquidabili ed a basso rischio, come i titoli di stato, contemperando in tal modo un buono rendimento con la massima tutela.
Per legge o per statuto il prestito sociale e' finalizzato al conseguimento dell'oggetto sociale della cooperativa che comprende anche la tutela del risparmio dei soci. Il prestito e' disciplinato da varie norme di legge, da delibere del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, da circolari della Banca d'Italia; inoltre dagli statuti e dai regolamenti delle cooperative, da autoregolamentazione dell'ANCC.
In particolare sono fissati da norme cogenti sia il limite massimo che ogni cooperativa puo' ricevere in prestito dai soci in relazione ai suoi parametri patrimoniali sia il limite massimo che il singolo socio puo' dare in prestito all'impresa.

Riguardo al livello di remunerazione del prestito, e' bene comunque aggiungere che:
1) il libretto di Prestito sociale non prevede nessuna spesa e il socio puo' effettuare quindi gratuitamente un numero illimitato di operazioni;
2) il rendimento netto del libretto di Prestito sociale e' nettamente superiore a quelli dei conti correnti e dei libretti di deposito a risparmio bancari, come dimostra il fatto che il socio lo ritiene particolarmente interessante;
3) il libretto di Prestito sociale permette al socio di pagare la spesa utilizzando carta SocioCoop (previa semplice attivazione) senza alcun costo, con addebito effettuato ogni fine mese.
Tutti questi elementi contribuiscono a fare del prestito sociale una forma di risparmio non solo sicura, ma anche conveniente, come dimostra la fiducia riposta in questo strumento da oltre un milione di soci delle grandi Coop di consumatori operanti nel nostro Paese.


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Gentile Signora Mastagni,
Prima di tutto, una precisazione: ad Aduc-Investire Informati non siamo giornalisti (come invece scrive nell'intestazione della lettera) ma consulenti finanziari indipendenti. Cio' le fa capire che non ha a che fare con persone a digiuno della materia.
Abbiamo piu' volte parlato dei "libretti" Coop: se utilizza il motore di ricerca del sito trovera' la nostra prima risposta sul tema datata 16 aprile 2003. L'articolo nasce dal fatto che, appunto dopo le note vicende del ramo finanziario che hanno riguardato anche il mondo delle Cooperative, molti depositanti hanno iniziato a porsi domande che evidentemente, ed erroneamente, non si erano mai fatte prima. Ed infatti nell'articolo ho immediatamente scritto che quelle domande bisognava porsele prima di metterci i soldi, senza attendere i recenti avvenimenti.

Passiamo alle contestazioni che muove al mio articolo.

- Natura dei depositi: il depositante presta i soldi ad una societa', nel vostro caso societa' commerciale, quindi e' creditore di una societa' commerciale. Su questo punto credo ci sia ben poco da discutere.

- Livello di rischio: la societa' può essere grande e solida quanto si vuole, ma sempre di societa' si tratta. Inutile elencare le grandi societa' fallite anche solo negli ultimi anni in vari Paesi del mondo. E la stessa Coop Costruttori di Argenta, grande realta' cooperativa locale fallita, testimonia che non si puo' mai parlare di rischio basso o addirittura inesistente.

- I depositi sono ampiamente garantiti dalla solidita' patrimoniale: vale il discorso appena fatto.

- I depositi sono prontamente liquidabili: come sopra, lo sono se il debitore puo' far fronte alle richiesta.

- Il prestito sociale e' disciplinato dalla legge: non lo abbiamo certo messo in dubbio. Di sicuro, la sua funzione e' stata nel tempo snaturata ed oggi e' diventato una vera e propria forma di raccolta del pubblico risparmio al punto tale che proprio qualche settimana fa qualcuno (prontamente fermato dalla Consob) si e' fatto prendere la mano ed ha iniziato ad emettere obbligazioni ed azioni.

- Investite il danaro raccolto soprattutto in attivita' senza rischio: vero, ma e' possibile investire fino al 30% in altre attivita'. E comunque, ripeto che "senza rischio" e' un concetto che non esiste. Un grado di rischio, seppur minimo, esiste sempre. E comunque esistono rischi di distrazioni, falsificazioni di bilancio, ecc.

Intendiamoci: non si sta insinuando il dubbio che queste cose esistano, ma si mette in guardia da tale rischio che, assieme agli altri rischi, non e' adeguatamente remunerato. Il rapporto rischio-rendimento e' molto sbilanciato contro chi deposita il danaro nei "libretti".

A cosa si possono paragonare i "libretti" Coop? Ai depositi bancari e postali a vista. Ora, secondo il nostro parere (e secondo il parere di chiunque abbia un minimo di competenza in materia) le banche offrono un grado di solidita' maggiore rispetto ad una seppur solida societa'. Inoltre, esistono strumenti di garanzia diretta (il fondo interbancario) ed indiretta (le tante norme specifiche ed anche la sorveglianza della Banca d'Italia) che rendono i depositi bancari estremamente piu' sicuri. Per non parlare dei libretti postali, che vedono la diretta garanzia dello Stato.

Pertanto, se un soggetto, anche solido, desidera prelevare il danaro usando le stesse forme di raccolta deve necessariamente offrire una maggiorazione di rendimento tale da compensare il maggior rischio che si corre prestando il danaro a quel soggetto e non alle banche. Secondo noi il rendimento offerto dai "libretti" Coop non compensa il maggior rischio che si corre.

Esempio concreto: Coop Firenze offre 2.0125% netto contro 1.75% netto del Conto Arancio Ing Direct (volutamente evitiamo di considerare le promozioni che aumentano il rendimento): possibile ritenere che quei 0.2625 punti percentuali di maggior rendimento netto compensino tutto il maggior rischio che si corre depositando il danaro alla Coop anziche' presso una banca? Secondo noi, no. Considerazione analoga anche se ci si confronta coi tassi, inferiori, delle banche tradizionali: il rischio dovrebbe essere remunerato in misura maggiore.

Scorrendo il resto della lettera, poi, sembra che il mittente sia una banca: zero spese, tasso conveniente, carta per acquisti... la cosa conferma come il prestito sociale si sia estraniato dall'originaria funzione ed oggi si avvicini sempre piu' ad un prodotto che serve a fare raccolta a basso costo appunto perche', come spiego nell'articolo, chiedendo quei soldi al mercato finanziario e non "al dettaglio" dovreste pagare interessi ben piu' elevati di quelli elargiti sui "libretti".

Riuscite a scrivere "abbiamo oltre un milione clienti che ripongono fiducia in noi": qui davvero pare di leggere le banche e le assicurazioni quando ci replicano "ne vendiamo in abbondanza, quindi i nostri prodotti sono ottimi e le vostre critiche sono sbagliate".

Riguardo a Parmalat, mi riferivo chiaramente all'impatto sul pubblico di un eventuale dissesto, e i numeri (oltre dieci miliardi di raccolta ed un milione di depositanti) lo confermano.

Gentile Signora Mastagni, noi siamo abituati a guardare alla peggiore delle ipotesi possibili. Solo dopo si guarda alla migliore ipotesi e si valuta il rapporto rischio-rendimento.

Non possiamo, quindi, che confermare il nostro giudizio sui prestiti sociali delle cooperative: sono da evitare perche' il rendimento offerto non compensa in maniera adeguata il maggior rischio che si corre rispetto ad analoghi strumenti di impiego della propria liquidita'.

Se poi li si vuole usare come borsellino, depositando di tanto in tanto cio' che occorre alla spesa periodica, allora il discorso cambia. Ed anche cio' lo abbiamo fatto notare. Ma come forma investimento (la realta' e' questa) sono da evitare per via del non equilibrato rapporto rischio-rendimento.
 
 
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