Lo scorso 28 settembre la società di costruzioni Astaldi ha annunciato -poi chiesto e ottenuto- una domanda di
concordato preventivo con riserva, premessa per il deposito di una proposta di concordato preventivo in continuità aziendale presso il Tribunale di Roma. Tra le misure annunciate dal Gruppo la concessione in affitto, a due società di nuova costituzione interamente appartenenti ad Astaldi, dei rami d'azienda delle attività in joint venture con partner internazionali e di quelle eseguite direttamente attraverso succursali locali; l'acquisizione di 'finanza prededucibile' (ossia nuovi finanziamenti) e un aumento di capitale in esecuzione del concordato. Astaldi da tempo versava in condizioni di difficoltà dal punto di vista finanziario.
Immediatamente si sono mossi Salini-Impregilo ed il gruppo giapponese Ihi, entrambi interessati alla società. I rappresentanti della Astaldi hanno più volte incontrato gli istituti di credito finanziatori, i principali dei quali sono Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm, valutando tra le altre cose anche un accordo di ristrutturazione dei debiti come previsto della legge fallimentare. Accordo che interessa anche i due prestiti obbligazionari in essere. Il primo,
convertibile 4,875% scadenza 2024, codice XS1634544248, per 140 milioni e soprattutto
l'emissione 7,125% scadenza 1 dicembre 2020, codice XS1000393899, con un nominale pari a 750 milioni ed emessa il 4 dicembre 2013. Il bond, avente taglio da centomila euro e cedola semestrale, è in possesso di un gran numero di investitori al dettaglio.
Quale sarà il futuro dei titoli Astaldi?
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Le azioni sono destinate all'azzeramento o giù di lì, dato che in un modo o in un altro ci sarà una forte iniezione di capitale nuovo che comporterà un'enorme diluizione del capitale esistente.
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I prestiti obbligazionari saranno ristrutturati. All'inizio si prospettava un taglio del nominale, ora una conversione in azioni di parte di esso. In ogni caso ci sarà una perdita, e purtroppo non piccola.
E' logico che i giochi si faranno ai piani alti, vale a dire tra Astaldi e le banche creditrici, e che i soli obbligazionisti non potranno cambiare la situazione. Ciò che è possibile fare è lavorare
affinché, qualunque sia la sorte di Astaldi, venga trovata una soluzione che sia la migliore possibile anche per i portatori di obbligazioni e soprattutto
evitare che gli altri creditori, a partire dalle banche, approfittino della situazione per scaricare sui bond parte delle loro perdite. Un risultato non in sede di votazione, dato che i giochi si faranno appunto ai livelli superiori, ma in sede di definizione della proposta di concordato.
Aduc sta già seguendo numerosi azionisti e ancora di più obbligazionisti.
Sono stati anche presi contatti col trustee Hsbc Corporate Trustee Limited, incaricato per il prestito 2020.
Riguardo invece il rispetto della normativa da parte delle
banche che hanno negoziato i titoli, nel complesso il discorso non è agevole perché Astaldi aveva rating B+ all'emissione del bond 2020, rating passato a B due anni fa. E' comunque possibile verificare caso per caso se la banca non abbia prestato
la dovuta attenzione nell'avvisare il cliente riguardo il rischio dei bond in sé ed anche in relazione al suo profilo di rischio. Ci possono essere anche stati
casi di "spinta" del bond in conflitto di interessi da parte delle banche che sono anche creditrici del gruppo. I precedenti non mancano, e proprio tra le banche creditrici di Astaldi.
Gli azionisti ed obbligazionisti Astaldi
interessati possono contattarci.