Il domicilio di un ETF si riferisce al paese o alla giurisdizione in cui l'ETF è registrato, autorizzato e regolamentato e rappresenta il luogo legale in cui lo strumento è costituito e gestito. È un aspetto importante perché influisce su diversi fattori:
Regolamentazione: L'ETF è soggetto alle leggi e ai regolamenti del paese o della giurisdizione in cui è domiciliato. Questo riguarda le norme di costituzione, operatività, trasparenza e protezione degli investitori.
Tassazione: Il regime fiscale applicato all'ETF e ai suoi investitori dipende dal domicilio dell'ETF. Ad esempio, alcuni paesi applicano agevolazioni fiscali o esenzioni specifiche per gli ETF domiciliati localmente.
Struttura legale: La struttura legale dell'ETF (ad esempio, fondo di investimento, società di investimento, ecc.) è determinata dalle leggi del domicilio.
Quotazione: Spesso gli ETF vengono quotati nelle borse valori del paese o della giurisdizione in cui sono domiciliati, anche se possono essere negoziati anche in altre borse estere.
Per individuare il domicilio di un ETF, è possibile fare riferimento all'inizio del codice ISIN (International Securities Identification Number). Il codice ISIN è un identificatore univoco di 12 caratteri alfanumerici assegnato a strumenti finanziari come gli ETF. I primi due caratteri del codice ISIN rappresentano il paese di registrazione dell'ETF. Ad esempio, un ISIN che inizia con "IE" indica che l'ETF è domiciliato in Irlanda, mentre un ISIN che inizia con "LU" indica che l'ETF è domiciliato in Lussemburgo.
Tramite il popolare motore di ricerca JustETF possiamo notare come, dei 2308 ETF attualmente disponibili, più della metà (1457) siano domiciliati in Irlanda, 622 in Lussemburgo ed i restanti tra Jersey (83), Germania (55), Francia (39) Svizzera (29), Liechtenstein (13) e Paesi Bassi (10).
È pacifico constatare come i due paesi con il maggior numero di ETF domiciliati siano Irlanda e Lussemburgo. Il motivo è da ricercarsi nelle loro competenze normative e nell'esperienza in materia di strumenti finanziari, che li fanno considerare le principali sedi per questi strumenti.
Crescita degli asset under management in Irlanda (verde) e Lussemburgo (blu). Fonte: ETFbook
L'Irlanda ha visto una crescita significativa degli asset gestiti dagli ETF domiciliati nel paese. Tra il 2015 e il 2022, questi asset sono aumentati del 280%, il che riflette la capacità dell'Irlanda di attrarre nuovi promotori di fondi e di lanciare nuovi prodotti sul mercato. Come visto poco fa, gli ETF irlandesi rappresentano ora circa il 67% degli asset totali investiti in ETFs UCITS in Europa, consolidando la loro posizione di leadership nel mercato.
Il Lussemburgo, d'altra parte, offre una lunga tradizione di competenza nella gestione di fondi, essendo un centro finanziario stabile e ben regolamentato.
Le principali differenze tra i due domicili possono essere riscontrate a livello regolatorio e della tassazione.
Vediamo in che modo:
- Divergenze regolamentari: vi sono differenze nel modo in cui la Banca Centrale d'Irlanda (CBI) e l'autorità di vigilanza lussemburghese, la Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF), interpretano le linee guida normative dell'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA). La CBI ha adottato un approccio più letterale nel recepire le regole ESMA sugli ETF, mentre la CSSF è stata più flessibile nella loro applicazione. Un esempio è la convenzione di denominazione degli UCITS (1). Secondo questa convenzione, i gestori patrimoniali sono tenuti a utilizzare 'UCITS ETF' nel nome del fondo se questo offre una classe di azioni ETF insieme alle sue classi di azioni di fondi comuni. Tuttavia, diversi emittenti hanno creato classi di azioni quotate dei loro fondi comuni domiciliati in Lussemburgo senza cambiare il nome in ETF. Al contrario, HSBC Asset Management è stata obbligata a riclassificare quattro fondi globali indicizzati in ETF quando è diventata il primo emittente a offrire classi di azioni quotate e non quotate all'interno di un Irish Collective Asset Management Vehicle (ICAV).
Un altro tema su cui le due giurisdizioni divergono è la trasparenza del portafoglio. Le più recenti best practices dell'Organizzazione Internazionale delle Commissioni sui Valori Mobiliari (IOSCO) hanno evidenziato l'approccio del Lussemburgo alla divulgazione del portafoglio su base "differita", tipicamente mensile. L'Irlanda, d'altra parte, richiede agli ETF di pubblicare i loro portafogli quotidianamente, offrendo maggiore trasparenza agli investitori.
- Tassazione: questa è la caratteristica che probabilmente interessa di più l’investitore finale. Il Trattato contro la Doppia Imposizione tra Irlanda e Stati Uniti comporta che gli ETF con esposizione azionaria statunitense siano soggetti a una ritenuta alla fonte del
15% anziché del
30% sui dividendi. Questo vale anche per gli ETF azionari globali, dove gli Stati Uniti rappresentano circa il 68% dell'indice MSCI World.
Immaginiamo un investitore abbia investito 100.000 € in un ETF con esposizione azionaria statunitense e che riceve un dividendo annuale del 2% sul valore dell'ETF. Se l’ETF è domiciliato in Lussemburgo, i dividendi sarebbero soggetti a una ritenuta alla fonte del 30%. Pertanto, su un dividendo lordo di 2.000 euro l’investitore riceve 1.400 euro (2.000 - 600, il 30% di 2.000), a cui ovviamente va a sommarsi la tassazione italiana del 26%.
Nel caso di un ETF domiciliato in Irlanda, la ritenuta alla fonte sui dividendi è ridotta al 15%. In questo caso, su un dividendo lordo di 2.000 euro, l'investitore riceverebbe un dividendo di 1.700 euro (a cui va applicata l’imposta sostitutiva del 26%).
E’ facile comprendere quindi come i vantaggi fiscali siano diventati una forza trainante determinante per la scelta del domicilio degli ETF negli ultimi anni, contribuendo a rendere l'Irlanda la giurisdizione dominante in Europa per questo tipo di strumenti.
1 -
Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities, la direttiva europea per l’armonizzazione dei fondi comuni e ETF