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Cannabis legale. Trump é il nuovo alleato dell’Uruguay
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Articolo di Redazione
7 febbraio 2018 17:22
 
Il governo Usa si e’ pronunciato a favore del fatto che le banche uruguayane abbiano a che fare col denaro che proviene dal mercato della marijuana legale. E’ la prima volta che l’amministrazione di Donald Trump fa un annuncio di questo tipo. E per le autorita’ della Junta nacional de Drogas, in Uruguay, la notizia “e’ un grande obiettivo”.
Il segretario al Tesoro degli Usa, Steven Mnuchin, ha detto davanti al Congresso del suo Paese che “si trovi una soluzione che assicurarsi che le imprese (di cannabis) che operano effettivamente, possano accedere ad istituzioni che tengano con sicurezza i loro depositi”. Secondo il ministro ...  ci sono due principali motivi per levare l’incompatibilita’ tra il sistema finanziario e il mercato della marijuana: evitare che le compagnie vadano in giro con borse di soldi e la possibilita’ di ricavare imposte dal settore.
“E’ la prima volta che intravedo una chiara speranza” da quando e’ sorto il problema con banche e marijuana, ha detto il tributarista Leonardo Costa, specializzato in materia di riciclaggio di denaro e tra coloro che cercano una soluzione al problema.
Ad agosto dell’anno scorso, dopo un mese e mezzo che era iniziata la vendita di cannabis in farmacia, le banche uruguayane cominciarono a chiudere i conti delle aziende che lavoravano con la droga. Di conseguenza, tra i 16 punti vendita della sostanza con cui ebbe inizio la diffusione, sei hanno smesso di vendere (sebbene in seguito siano stati incorporati due nuovi negozi). La decisione adottata dalle banche uruguayane, compresa la banca statale Banco República, era conseguenza del fatto che la legislazione statunitense rende incompatibili il sistema bancario e il business della marijuana, incompatibilita’ evidenziata solo dopo che le filiali locali di banche americane avevano chiesto come comportarsi alle loro sedi centrali.
In questo contesto, l’annuncio del segretario del Tesoro “e’ una crescita, anche se la soluzione non sara’ immediata”, ha detto al quotidiano El Pais Geoff Ramsey, ricercatore dell’Ufficio di Washington per gli affari latinoamericani (WOLA).
Nel governo degli Stati Uniti, due posizioni oggi coesistonoi. Da un lato, il Dipartimento di Giustizia ha revocato un memorandum dell'era di Barack Obama ai procuratori autorizzati a gennaio per indagare sull'uso della marijuana. Dall'altro, il Tesoro ha sostenuto la necessità di trovare una soluzione all'incompatibilità con il sistema bancario.
Quando il democratico Obama era ancora al potere, nel 2014, il Financial Crimes Enforcement Network (Fincen) del dipartimento aveva pubblicato un protocollo in modo che le banche, dove la marijuana sarebbe stata legale, potessero lavorare con conti di coltivatori e venditori di marijuana in ogni momento. Secondo Forbes, l'attuale Segretario del Tesoro ha sottolineato ieri al Congresso che il regolamento in questione "è ancora in vigore" e cesserà di esserlo "solo se emergerà un'alternativa migliore". Ma, in realtà, ciò è ostacolato dalla decisione, a gennaio, del procuratore generale, Jeff Sessions, di indagare su coloro che hanno rapporti col le droghe.
"La marijuana non è una priorità per l'amministrazione Trump, ma lo è per molti legislatori e per buona parte della società civile", ha spiegato Ramsey. Gli ultimi sondaggi hanno rivelato che sei americani su dieci sostengono una legalizzazione della droga a livello federale.
Nella commissione parlamentare per i servizi finanziari ci sono almeno due progetti sulla legalizzazione della marijuana a livello federale. La possibilita’ che vengano presi in considerazione e’ maggiore dopo che la California, uno Stato di quasi 40 milioni di abitanti, ha regolarizzato la vendita di cannabis per scopi ricreativi.
Ci sono già otto Stati Usa che hanno regolamentato la marijuana ricreativa e 29 quelli che l'hanno legalizzata a fini terapeutici. Il mercato della cannabis negli Stati Uniti si è assestato, proprio l'anno scorso, a oltre 10 miliardi di dollari.
Le autorità uruguayane stanno osservando con attenzione i passi che stanno prendendo gli Stati Uniti. Una fonte del National Drugs Board ha affermato che è "un grande obiettivo" e che si sta cominciando a vedere "l'effetto California".
Il ricercatore Geoff Ramsey ha trascorso due anni in Uruguay per seguire da vicino e analizzare il meccanismo di regolamentazione dell'uso della marijuana. Più di quattro anni dopo l'approvazione della legge, e pochi mesi dopo che i regolamenti sono stati pienamente attuati, l'esperto di politica sulle droghe ha affermato che "il sistema uruguayano è forte". Prova di ciò, ha detto, "la minaccia da parte delle banche non è stata un impedimento per continuare il progetto".
Secondo l'Ufficio di Washington per gli affari latinoamericani (WOLA), il caso uruguayano è "un esempio" e un riferimento per le politiche che vengono discusse oggi in altri Paesi. Ma non tutto è roseo: "il governo di Tabaré Vázquez dovrebbe ascoltare di più la società civile e vedere quali sono gli aspetti da migliorare".

(articolo pubblicato su CE NoticiasFinancieras del 07/02/2018)
 
 
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