Quest'anno è stato un disastro per molti investitori in cryptovalute. Alex Hern, editore tecnologico di Guardian UK, traccia i parallelismi tra il panico diffuso nella nuova economia digitale e la crisi finanziaria del 2008

Quando il sistema finanziario globale è andato in crisi nel 2008, le banche sono crollate e i governi di tutto il mondo sono stati costretti a intervenire per proteggere il sistema finanziario. È costato miliardi di dollari e si è rivelato anche un momento cruciale: ha scosso profondamente la fiducia che molti avevano nei loro governi.

Come racconta Alex Hern a Nosheen Iqbal, questo periodo ha coinciso anche con l'ascesa di una nuova tecnologia che consente un nuovo tipo di valuta: una valuta che non è sottoscritta dai governi ma esiste puramente online: è nato bitcoin. All'inizio era una novità, utile per acquistare beni illeciti sul dark web e non molto di più. Ma bitcoin è cresciuto e cresciuto e, nonostante alcuni significativi sobbalzi lungo il percorso, ha raggiunto un picco di $ 69.000 per bitcoin. Chiunque avesse investito in esso, o una fascia di altre criptovalute concorrenti, si è trovato incredibilmente ricco, in teoria comunque.

Ma quest'anno le cose hanno preso una svolta drammatica. Mentre le economie sono state colpite dai timori di inflazione e gli investitori si sono diretti verso scommesse più sicure, le cryptovalute hanno iniziato a diminuire drasticamente di valore. Alcuni, come Alex Koh, un investitore e personalità di YouTube, si sono ritrovati quasi spazzati via dopo essersi seduti su piccole fortune. Per coloro che finora hanno superato la tempesta, c'è la speranza che quest'anno sia un punto debole. Ma il bitcoin può riprendersi?

La vicenda è pubblicata sul podcast di notizie globali del Guardian, Today in Focus.

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